VITIVINICOLA ANNA BOSCO
Uva: grieco di Castelvenere e “Cerreto”
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Saranno le ricerche sull’ampelografia sannita. Saranno le sensazioni per cui lo ha già decantato Luciano nella versione 2013. Certo è che ultimamente mi sono affezionato a questa semplice bottiglia di Anna Bosco. Semplice per stessa definizione di chi la produce. Uva di proprietà, raccolta nella campagna che circonda abitazione e cantina, in località San Tommaso. Nessuna concimazione alle vigne. Nessun diserbo chimico. Raccolta manuale. Spremitura tradizionale delle uve. Spremitura tradizionale delle vinacce. Fermentazione alcolica spontanea. Nessun aggiunta di lieviti selezionati. Attenzione ai travasi. Un periodo di 4-5 mesi di affinamento. Imbottigliamento. E’ il percorso che ha seguito anche l’annata 2015. Mario Venditti lo fa in cantina esattamente come ha sempre visto fare il papà Salvatore. Il fratello più grande, Pippetto, lo presenta con estrema schiettezza, dicendo che «è un vino semplice, essenziale, senza grilli per la testa».
Essenziale. Come il suo profilo gustativo: delicato, fragrante, sottile eppure sapido, a tratti piacevolmente tagliente. Essenziale. Come l’alleanza tra agricoltori contadini e cittadini responsabili, fondamentale, o meglio vitale, per uscire fuori da questo tempo di crisi. Essenziale. Proprio come i vini che rispettano l’ambiente e i consumatori. Naturalmente naturale.
Poi c’è il discorso delle uve: grieco di Castelvenere e uva “Cerreto”. Tanta confusione. Confusione creata ad arte da chi, negli anni bui del vino italiano, ha operato con l’obiettivo di «eliminare i guai dovuti alla babele ampelografica» che caratterizzava Castelvenere, il Sannio, la Campania. Modo politicamente corretto per celare un selvaggio e fatale attacco a quella biodiversità che faceva della Campania una grande e variegata vigna con la presenza di circa 400 vitigni storici.
Ecco perché mi piace questo ‘Beneventano bianco Grieco’s’, spavaldo anche nel nome. Spavaldo, non timoroso in uno scenario in cui quasi sempre si osannano i vini muscolosi. Forte della sua territorialita. Forte della consapevolezza di essere tipico. Umorale. Del resto, come scriveva il grande Mario Soldati, è tutto qui il fascino del vino: «nella sua vitalità irrazionale e sempre mutevole, non troppo diversa da quella di un organismo umano».
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede a Castelvenere, Via San Tommaso, 34 – Tel. 0824.940483 Fax 0824.940881 – fmvenditti@libero.it – Bottiglie prodotte: 10.000 – Ettari: 3 di proprietà – Vitigni: barbera, falanghina, “cerreto” e grieco di Castelvenere
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