di Marina Betto
Si va verso una cucina sempre più leggera e vegetale in cui l’appartenenza territoriale avrà un maggiore peso. Trovare gli stessi ingredienti in tutto il mondo è un qualcosa che sta volgendo al termine e se il futuro vede i consumatori scegliere vino e cibo di prossimità Roma deve guardarsi attorno e scegliere tra le tante eccellenze prodotte sul suo territorio. Le bollicine per esempio si fanno con il Bellone un vitigno dal grappolo particolare per forma e dimensione adattissimo alla spumantizzazione. Tante le aziende che lavorano e spumantizzano questo vitigno tra queste Cincinnato Cantina sociale nata nel 1947 a Cori, oggi gestita da 105 soci, età media 55 anni quasi tutti figli dei soci fondatori, che gestiscono 284 ettari vitati. Siamo tra i Monti Lepini e i Castelli Romani dove l’enclave vitivinicola ha una storia millenaria fatta soprattutto di vini bianchi, il Lazio rimane la regione che in volume ha la produzione più importante di vini bianchi con il Frascati e l’Orvieto in comune con l’Umbria.
Il Bellone vuole suolo fresco e l’area di Cori che confina con la pianura Pontina è caratterizzata dal carsismo con la presenza di numerose grotte e il sottosuolo ricco di corsi d’acqua che si nascondono e inabissano nelle cavità di questo territorio calcareo per poi nutrire le viti. Il vitigno è diffuso soprattutto a sud di Roma e lo troviamo nei vini bianchi di molte denominazioni del Lazio. La varietà dona vini freschi e leggeri fermi e spumanti ma viene utilizzato anche per la produzione di vini dolci e vendemmie tardive. Cincinnato presenta ormai il Bellone in sei versioni tra queste Enyo Lazio IGT Bellone 2018 è contenuto in una bassa bottiglia panciuta che lo impreziosisce. Le sensazioni odorose sono quelle tipiche del Bellone di pompelmo maturo, foglia di limone e di salvia.
Al palato è vigoroso con finale ammandorlato, è un vino ottimo con i risotti alle erbe e il pesce di lago in particolare fritto. La versione metodo classico di questo vitigno per Cincinnato si declina nel Korì Pas Dosè e nel Korì Metodo Classico. Il Korì Pas Dosé, nato in questo particolare 2020, affina sui lieviti 24 mesi al naso sembra offrire un paniere di mele e agrumi, gli accenti di lievito e pasticceria arricchiscono le sensazioni olfattive mentre l’ottima freschezza in bocca si staglia sul fondo sapido. Altro passo e altra avvolgenza è invece quella del Korì Metodo Classico che è un vino pieno, fresco, lungo. Le uve sono selezionate e vendemmiate a mano, fermentato il mosto fiore in acciaio si procede la primavera successiva alla vendemmia al tiraggio e alla seconda fermentazione in bottiglia. Entrambi sono presentati con un elegante packaging, una bottiglia cuvèe invece che la classica champagnotta e il prezzo è 15 euro.
Cincinnato Cooperativa Agricola Cori – Italia
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