Barrique a Poggio Le Volpi Monte Porzio Catone
Via Fontana Candida, 3
sempre aperto, chiuso lunedì
Telefono 06.941.66.41
e 342. 1086072
Siamo letteralmente alle porte di Roma, precisamente a pochi metri dall’uscita di Monte Porzio Catone sul raccordo di Roma Sud. L’azienda Poggio Le Volpi ha una lunga tradizione familiare ma è dal 1996 che Felice Mergé, nipote del fondatore, ha deciso di partire con l’etichetto dei vini, un esempio della vicacità e delle sorprese che riserva la zona dei castelli. Questo ristorante è sicuramente un riferimento per chi ama il fuoriporta comodo o per chi, prima di entrare nella Capitale, si ritaglia un pasto fuori dal casino con buona maeteria prima e con i sapori della tradizione rurale e pastorale della campagna romana.
Il ristorante è seguito da Rossella Macchia, moglie di Filippo e responsabile commerciale della cantina: ai fornelli c’è Fabio Dalla Lana, figlioccio di Dino De Bellis che ha riposizionato la proposta gastronomica, con una esperienza da Roy Caceres ai tempi di Metamorfosi. Vi dico subito che questo locale è il perfetto equilibrio fra presentazione moderna e sapori della tradizione. Un po’ quello che ha rappresentato per tanti anni la mitica Osteria di san Cesareo di Anna Dente , un po’ la versione laziale dell’Oasis di Vallesaccarda di fratelli Fischetti. Per me in questo momento storico il ristorante ideale dove tornerei ogni giorno.
Barrique, il fuoriporta da non perdere vicino Roma
L’ambiente è molto bello ed elegante, siamo in una vera barricaia curata in ogni minimo particolare senza concessioni al folk. Dopo il bar i tavoli sono disposti alla giusta distanza e, sulla sinistra, abbiamo la cantina dei vini francesi, poi quella dei vini italiani e infine quella aziendale con le prima annate. Un ambiente decisamente elegante ma incusivo grazie al legno e alle stesse bottiglie esposte in bella vista per i clienti. Molto intelligente la scelta di avere una vera carta dei vini e non solo quelli della cantina, allarga la visione e aumenta la voglia di tornare e di saggiare. Ci sono due menu: il tradizione a 50 euro e il menu dello chef a 65, alla carta si spende sui 70 euro prendendo antipasyo, primo, secondo e dessert vino esclusi. Ma ovviamente un pranzo con due portate e dolce difficlmente può superare i 50 euro (sempre vini esclusi).
La rilancia i piatti tipici ma in forma moderna, ossia con una maggiore capacità di estrazione del sapore grazie alle tecniche, alla diminuzione dei grassi e puntando ad una presentazione estetica contemporanea. Siamo nel regno della carne, ovviamente, con una bella selezione da fare alla brace oltre che animelle, coda, agnello. I piatti comprendono anche le ricette che tiaspetti quando sei a Roma, dalll’amatriciana alla cacio e pepe anche se è annunciato l’arrivo di un “pepe e cacio” che inverte i ruoli. Il risotto che abbiamo provato era ben eseguito secondo i canoni moderni mentre la pasta fresca davvero molto buona.
Quello che ci è piaciutoa. è stata l’attenzione dedicata al vegetale, la cipolla da sola vale il viaggio per la complessità di preparazione e la semplice passionalità del risultato finale, indimenticabili le puntarelle.
Il segreto di questa impostazione è nel fatto che lo stesso Felice è un buon cuciniere e insieme, moglie a marito, condividono la passione per la gastronomia e per la ricerca dei prodotti. Il risultato si vede. Il giovane cuoco è attento e ben disposto al lavoro mettendo il cliente al centro dell’attenzione, il servizio attento e professionale.
Insomma un bellissimo fuoriporta da non perdere.
Fidatevi.
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