di Giancarlo Maffi
Intense emozioni l’altra sera alla locanda del Borgo Antico a Barolo, dove lo chef residente ( beato lui) Massimo Camia, ha accolto Gennaro Esposito per una serata a 4 mani ma soprattutto a 2 teste nella meravigliosa cornice di un relais con terrazza praticamente nei vigneti, di proprietà di Gianni Martini.
Nulla ha potuto il vulcano islandese. Il pacioso ma nei piatti graffiante Gennarino ha caricato armi e bagagli su mezzi a quattro ruote e si è presentato nelle Langhe per rendere felici 180 persone in due serate consecutive. Gran pienone quindi e grande attesa, ampiamente soddisfatta. Si inizia nella corte con aperitivo e cazzabuboli vari per aprire palato e stomaco. Gennaro si è portato al seguito la sua amata mozzarella di bufala Rivabianca, sotto forma dei consueti bambinielli di tre chilozzi. Meraviglioso l’effetto del taglio davanti agli ospiti che produceva il diffondersi sul vassoio di acciaio di dosi considerevoli di latte di bufala, nel quale il Maffi ci pucciava, di fronte a belle signore allibite, pezzi di focaccia.
Si sale poi nella bella sala da pranzo dove le luci soffuse sono merasviglose per l’ensemble e terrificanti per fotografare.
L’azzardo di abbinare tre Baroli diversi per marchio ed età ai piatti presentati è geniale nell’arditezza ma un po’ forzato concettualmente, secondo il vostro cronista, che alla fine decide di andare su quello dei tre che più lo convince là dove si può e di andar di acqua dove il “dove osano le aquile” appare eccessivo: sulla ormai storica minestra di paste di gragnano con pesci di scoglio non me la sento di abbinare un Barolo, con tutta la buona volontà e l’educazione possibile per chi mi ha ospitato. Produttori di vino ed amici di casa vari, ma anche bei tavoli di gioventù pagante, che verranno giustamente elogiati dai due cuochi nella consueta uscita in sala a fine pasto. Consolante per il futuro che, appunto, giovani con probabili stipendi attorno ai mille euri decidano di spenderne 120 per partecipare ad una serata che sarà buon viatico per un futuro di appassionati.
Dei piatti che dire? Assolutamente degno di nota che sembrassero preparazioni ad misuram di tavoli da quattro e non certo costruiti per quasi cento persone. Un applauso quindi alla precisione, alle cotture ed alle termperature perfette. I sette aiutanti di cucina sette ad occhi a mandorla hanno sicuramente ben affiancato Massimo e Gennaro in un ‘opera estremamente convincente. Niente voti questa sera.
Io mi sono divertito al tavolo “reale”, dove sono stato indegnamente invitato, ad ascoltare l’entusiasmo giovanile della figliola di casa, impegnatissima a fare avanti –indre’ dalla cucina per fassi spiegare dal Gennarone la ricette dei suoi piatti, nel desiderio di volerle riprodurre a casa. Un entusiasmo bello e contagioso, a tal punto che Esposito ha deciso di invitare tutta la famigli Martini a Vico Equense per la sua festa.
Ho piacevolmente conversato di vini cibo ristoranti ed anche orologi con la padrona di casa, ospite perfetta e gentilissima mentre di fronte i due grande capi discutevano di massimi sistemi enologici.
Veramente una bella serata.
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