di Simona Paparatto
Lunedì 17 giugno – La Scuola Enologica di Alba ha ospitato la degustazione tecnica che ha segnato l’avvio ufficiale della quarta edizione di Barolo en primeur e che si concluderà con l’asta benefica del 25 ottobre. Francesco Bertello della Fondazione CRC, ha moderatol’incontro a cui hanno presenziato i rappresentanti
dei tre enti che in questi anni hanno costruito il progetto, pensandolo e facendolo crescere: Fondazione Crc Donare Ets, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani.
Il professor Dacomo, della scuola enologica, apre gli interventi: “Sono stati anni importanti di collaborazione tra la scuola e la fondazione ed il consorzio.
un progetto di territorio di grande respiro, che ha avuto una valenza didattica importante. Quindi un buon auspicio sia per il nuovo presidente del consorzio, Germano, che per il nuovo presidente di Fondazione, Gola. All’interno di queste mura studiano giovani che provengono da realtà enologiche significative della nostra terra, ma anche di studenti che provengono da famiglie con hanno nulla a che fare con il mondo del vino, ma che vi si appassionano diventando molto importanti per la prosecuzione della filiera”.
Interviene anche il vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, l’albese Francesco Cappello: “E’ un progetto che nasce nel 2019 con l’acquisto, da parte della fondazione, di vigna Gustava. Quando siamo partiti, avevamo percepito che era un’iniziativa ambiziosa. Poi, nel tempo ha portato a risultati straordinari, tant’è che in tre edizioni di quest’asta, abbiamo raccolto 2.370.000 €, destinati a 55 progetti di utilità e di interesse. Queste cifre da sole dimostrano quello che è stato fatto, ma sicuramente ci fanno anche riflettere su quelle che sono le potenzialità e le prospettive future”.
Christie’s ha fornito, sin da subito, assistenza specifica per la gestione dell’asta, che ha suscitato grande interesse dalla prima edizione e ha visto una crescita significativa con i collegamenti da New York nel 2022 e da New York e Londra nel 2023. La Fondazione ha iniziato offrendo barrique, ma l’offerta è stata arricchita grazie al contributo dei produttori, attraverso i lotti comunali. Questo ha attirato investitori, ampliando l’opera della Fondazione e coinvolgendo nuovi soggetti.
Giuliano Buglione è il presidente di Fondazione CRC Donare, uno degli enti che ha contribuito al delinearsi del percorso, in questi anni:
“Fondazione Donare opera per diffondere la cultura del dono, capace di generare degli aspetti sociali. Nasce nel 2021 per utilizzare a fini benefici i frutti che provengono dalla maturazione delle nostre uve. Barolo&primeur è il fulcro dell’attività della fondazione.
Mi auguro che i potenziali partecipanti alla prossima asta possano effettivamente diventare, non solo fruitori delle risorse del vino, ma che abbiano la volontà di partecipare alle iniziative, sociali e formative, in Italia e all’estero.
Sergio Germano, il neopresidente del Consorzio del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, si esprime con entusiasmo sull’iniziativa dell’asta, che non ha finalità di business, ma filantropiche. Questo progetto, avviato dal suo predecessore Matteo Ascheri (rimasto in carica per due mandati e presente in sala), in collaborazione con la Fondazione, mira a promuovere il territorio e i prodotti, in particolare il Barolo e il Barbaresco. L’inclusione di lotti comunali di vari produttori, sia affermati che emergenti, consente di raccogliere fondi per il miglioramento del territorio, mantenendo la sua bellezza unica. Germano sottolinea l’importanza della diversità e dell’interpretazione dei vini locali, valorizzando la lunga storia del Barolo e la sua recente rinascita. L’iniziativa offre l’opportunità di valutare il vino nel bicchiere, enfatizzando l’annata e le sue caratteristiche uniche, contribuendo a promuovere e incrementare l’immagine del territorio: “Da produttore ho potuto seguire il progetto dell’asta in questi anni e vederne sensibilmente la crescita” commenta Germano e continua:
“Nel mio nuovo incarico vorrei concentrare l’attenzione sulle notevoli potenzialità che il progetto ha dimostrato di avere e valorizzare certamente i brand Barolo e Barbaresco, che hanno bisogno di consolidare il proprio posizionamento alto e dare risalto a realtà ancora poco conosciute. Cosa che avviene già con i lotti comunali, i quali mettono insieme nomi di aziende già famose con altre che magari si sono appena affacciate sul panorama mondiale e sui mercati secondari. Oltre a questi obiettivi, il coinvolgimento della Scuola Enologica di Alba, come fucina di talenti, riporta l’attenzione all’importanza della formazione ed educazione sul territorio, a cui le nostre cantine sono molto attente”.
Diplomato qui nel 1974, il prof Donato Lanati esordisce così: “Questo istituto mi ha dato una cosa importante:
la passione per l’enologia, perché le mie radici sono partite da qui come studente”.
Vigna Gustava, che oggi è di Fondazione CRC, non si dimentichi che è appartenuta al grande Camillo Benso Conte di Cavour, per questo, il vino prodotto da essa, non esprime solo colore, gusto e profumo, ma una storia, una cultura, una tradizione in continuo movimento. Il vino è un mezzo per esprimere Il territorio e unire le persone.
Ho avuto il privilegio di lavorare in una grande azienda di Bordeaux, ma il Barolo ha sempre avuto un fascino unico per me. È un vino complesso, diverso da un Cabernet o un Merlot. È un vino da invecchiamento con particolarità uniche dovute alla variabilità intra-varietale e alla complicità tra il vitigno, il territorio e il produttore. Questa diversità è la sua forza. Ogni clone di Nebbiolo è diverso e ogni territorio in cui viene coltivato conferisce caratteristiche uniche. Il produttore deve comprendere queste sfumature per ottenere il meglio dal suo vino.”
Lanati spiega che il colore del Barolo è cruciale, così come la sua luminosità. Quando si versa un vino, il colore è la prima cosa che colpisce l’occhio. Dopo numerosi studi sulla sua struttura chimica, egli scopre che le molecole che conferiscono il colore sono estremamente complesse. La malvidina, ad esempio, è una delle molecole chiave per la stabilità del colore nel tempo. Anche se presente in quantità minore nel Nebbiolo rispetto ad altre varietà, questa contribuisce significativamente alla sua longevità.
Il Barolo non deve essere omologato; la sua diversità è ciò che lo rende interessante. La variabilità dei profumi, influenzata dai composti benzenoidi e norisoprenoidi, è un altro aspetto affascinante. Profumi di frutta rossa nei vini giovani e aromi complessi nei vini maturi, sono caratteristiche distintive del Nebbiolo. I composti legati che si liberano nel tempo, arricchiscono il bouquet del vino, rendendolo complesso e intrigante. È importante monitorare questi composti per garantire la qualità delle riserve.
Sul cambiamento climatico, il professore interviene affermando che rappresenta una sfida significativa per la viticoltura. La sfida è l’adattamento a questi cambiamenti, attraverso il continuo miglioramento delle tecniche di vinificazione. Pur essendo il Barolo, attualmente uno dei vini di maggior successo al mondo, si deve capire dove si possano ancora fare progressi, rafforzandone la personalità e in particolare, quella di vigna Gustava, mantenendo ed accrescendo il prestigio di questo vino straordinario, facendo tesoro della sua complessità e unicità.
Vigna Gustava si trova di fronte al Castello di Grinzane Cavour, con una pendenza del 35/40%. Il terreno, composto da Marne di Sant’Agata Fossili, è caratterizzato da marne argilloso-siltose formatesi nell’età Tortoniana (11,6-7,2 milioni di anni fa). Geologicamente, le marne derivano dall’antico bacino terziario piemontese. La vigna è suddivisa in 6microaree geo-pedologiche, differenziate per la concentrazione di elementi e la profondità del substrato marnoso. Questa diversità supporta la zonazione e la scelta dell’enologo Donato Lanati di vinificare separatamente le barrique, in base alle specifiche caratteristiche eco-pedologiche.
Il dottor Lanati, valevole tecnico apprezzato in tutto il mondo, ci ha condotti in un approfondimento sul Nebbiolo di vigna Gustava, attraverso 12 assaggi.
Annata 2023
Le parcelle, pur essendo vicine nello stesso vigneto, mostrano grandi differenze da un filare all’altro e da una posizione all’altra. Parcella 3: Il profumo è leggero, con note di rosa e ciliegia. In bocca, il vino presenta tannini ancora giovani, ma dal sapore dolce e piacevole. Parcella 4: Il profumo è più intenso, con sentori di muschio, sottobosco, fieno ed erba. I tannini risultano più fini, conferendo al vino un’eleganza particolare. Parcella 5:La ciliegia ritorna con maggiore potenza, accompagnata da una bella stoffa e un gusto lungo e persistente. Parcella 6: Il profumo è delicato, ancora poco espresso, ma promettente. In bocca, è inizialmente chiuso e allappante. L’esposizione a sud favorisce tannini che trasmettono una sensazione leggermente asciutta. Tuttavia, questo vino ha il potenziale per diventare importante, riempendo tutta la bocca e mostrando una lunghezza notevole nel gusto e nei tannini. Parcella 1: Ottimo da bere, teso, intrigante, fresco e lungo, con una succosità che invita a un altro sorso. Parcella 2: Morbido, fresco, sapido e lungo, con una piacevole armonia.
Annata 2022 annata complessa, segnata dalla siccità, che ha comunque prodotto vini di notevole carattere.
Parcella 8: Già in evoluzione verso un Barolo, con profumi speziati e di incenso. In bocca è fine e ammandorlato, con tannini morbidi ma vivi e un gusto abbastanza lungo.
Parcella 9: Più largo nel profumo, ampio in struttura, senza sentori di marmellata o confettura. In bocca è più corposo, rappresentando la migliore espressione del 2022: elegante e piacevole. Parcella 10: Profumi di frutta secca esotica e petali di rosa appassiti. In bocca è ancora duro, ma sta evolvendo lentamente nell’affinamento, mantenendo una certa astringenza.
Annata 2021
Parcella 12: Dolcezza nel profumo, con note di biscotto e rosa dolce. In bocca è suadente e morbido, con i tannini che compaiono piacevolmente nel finale.
Vigneti storici Parcella 1 (2023): Ottimo da bere, teso, intrigante, fresco e lungo, con una succosità invitante.
Parcella 2 (2023): Morbido, fresco, sapido e lungo.
Parcella 7 (2022): Profumo ammandorlato tipico del Barolo, piacevole e lunghissimo. Parcella 11: Elegante e avvolgente, senza essere invadente. Questo vino crea piacere e invoglia a berlo di nuovo, regalando un’esperienza emozionante.
Nelle Langhe, l’annata 2023 è iniziata con incertezze climatiche dovute alla siccità del 2022. Un inverno freddo fino a febbraio, seguito da piogge significative a marzo, ha favorito uno sviluppo regolare delle piante. La primavera è stata poco piovosa, mentre maggio e giugno hanno visto frequenti perturbazioni. Forti piogge e grandinate a luglio sono state seguite da un’estate calda e stabile. L’invaiatura è iniziata ad agosto con grappoli sani, promettendo una buona vendemmia sia qualitativamente che quantitativamente. La vendemmia del Nebbiolo a ottobre ha confermato un’annata eccellente, con vini eleganti e ben equilibrati, dimostrando l’adattabilità del vitigno ai cambiamenti climatici.
Conclusioni
Le annate 2023, 2022 e 2021 mostrano le diversità e le potenzialità del vigneto, con ogni parcella che esprime caratteri unici. L’annata 2023, che sarà protagonista della quarta edizione di Barolo en primeur 2024, pur essendo giovane, promette vini eleganti ed equilibrati, grazie alla grande capacità del Nebbiolo di adattarsi ai cambiamenti climatici.
La 2022, nonostante le difficoltà climatiche, ha prodotto vini raffinati e complessi. La 2021 si distingue per la sua eleganza e la sua avvolgenza.
Storia e tradizione dei vigneti storici, con un’età media di 70 anni, conferiscono ai vini profondità e complessità uniche. Queste parcelle, accuratamente analizzate e vinificate separatamente, offrono una straordinaria ricchezza e diversità, testimoniando l’altissima qualità e l’eccellenza del Nebbiolo.
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