di Simona Paparatto
In concomitanza con l’atteso evento di Grandi Langhe, ormai alle porte (a Torino, il 29 e 30 gennaio), il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, propone ai produttori modifiche ai disciplinari di Barolo e Barbaresco, cercando un’interazione, un confronto con questi, quali “unici titolari collettivi delle decisioni finali sui disciplinari, che il Consorzio tutela”.
I punti della discussione sono cinque:
– Limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco (che per legge deve coincidere con la zona di vinificazione). Questa è la misura più importante, precisa il consorzio, poiché considerata “urgente” e “necessaria” per proteggere le denominazioni.
– Interscambiabilità e reciprocità tra le due zone, Barolo e Barbaresco, per la vinificazione e imbottigliamento. L’approvazione della modifica significherebbe che Barolo e Barbaresco potrebbero essere vinificati ed imbottigliati, l’uno nella zona produttiva dell’altro, ad esclusione degli appezzamenti della parte sinistra del Tanaro, pur restando invariata la zona di produzione delle uve per le due denominazioni, così come siglato nel 1966.
– Eliminazione del divieto di impiantare vigneti di nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al Nord. Attualmente, la superficie vitata di Barolo e Barbaresco è soggetta a limitazioni attraverso bandi che regolamentano l’iscrizione alla denominazione. L’eliminazione dell’esclusione del versante Nord, come proposto, non aumenterebbe la superficie complessiva destinata alla viticoltura, ma offrirebbe piuttosto una possibilità aggiuntiva ai viticoltori, di sfruttare al meglio le risorse disponibili, per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso, valutando nuove prospettive e cercando adeguate soluzioni agronomiche.
– Aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco, che attualmente, non prevede (a differenza del Barolo) tale possibilità.
– Consentire l’utilizzo di grandi formati (superiori ai 6 litri). La proposta di modificare le regole riguardanti l’utilizzo di formati di capacità superiore ai 6 litri per i vini Barolo e Barbaresco, sembra mirare a consentire ai produttori di utilizzare tali formati anche per la vendita, estendendo la pratica attualmente permessa solo per scopi promozionali e cessione gratuita (previa autorizzazione ministeriale e con esenzione di contrassegno). Se approvata, questa modifica fornirebbe ai produttori la possibilità di commercializzare vini in formati più grandi, fino a 18 litri, in modo simile a quanto già consentito per i formati fino ai 6 litri. Ciò potrebbe rappresentare un’opportunità per i produttori di offrire prodotti più diversificati e di rispondere alle esigenze del mercato. Tuttavia, è importante considerare attentamente gli impatti che questa modifica potrebbe avere sul settore, incluso quello sull’immagine del prodotto, la gestione logistica e la domanda da parte dei consumatori. Inoltre, sarà essenziale garantire che la qualità e l’autenticità delle denominazioni Barolo e Barbaresco siano mantenute, anche con l’uso di formati più grandi.
Saranno solo i produttori a decidere sui punti sopra descritti, attraverso una raccolta di firme, con i requisiti specificati (66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio). Questo strumento di legge costituisce un modo democratico per consentire di esprimere la loro volontà sulla questione, garantendo che le decisioni siano prese tenendo conto delle opinioni della maggioranza, per questo è importante sottolineare che la partecipazione attiva e informata dei produttori in questo processo è fondamentale per garantire che le decisioni rispecchino al meglio gli interessi del settore vitivinicolo di Barolo e Barbaresco.
Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani
Corso Enoria, 2/c Ampelion – 12051 Alba CN
Tel: +39 0173 441074
Mail: consorzio.vini@langhevini.it
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