Bar Syrenuse a Sorrento
Via Sant’Antonino, 1 (Piazza Tasso)
Tel. 081 807 5582
sempre aperto

di Emanuela Sorrentino
Il turismo, si sa, è uno dei nostri asset fondamentali, un settore che traina l’economia e di cui ne beneficiano molti comparti. E in una città come Sorrento lo è sempre stato.
Il bar ristorante Syrenuse, nel cuore di piazza Tasso – da cui si vede anche la passeggiata verso il porto – di turisti ne accoglie tanti, da mattino a notte. Colazione, pranzo, abbondante aperitivo con montanarine e rustici, cena e dopo cena, eventi musicali e degustazioni a tema si organizzano nell’accogliente locale arredato in stile marinaro.
Ma da un po’ di tempo è anche il ristorante scelto sempre più da tanti sorrentini desiderosi di mangiare buon cibo – numerose le proposte di pesce – declinato in maniera particolare nel rispetto della stagionalità, con l’aggiunta di aromi del territorio come l’immancabile limone. Non mancano in menu i piatti sempre apprezzati e richiesti dagli stranieri come la pizza o l’insalata caprese.
A guidare la brigata di cucina c’è lo chef sorrentino Ciro Perna La Torre (in passato già al Buco dello stellato Peppe Aversa e da ‘O Canonico 1898 a Sorrento), in sala il direttore d’esperienza Franco Gargiulo, tornato nella sua città da alcuni anni dopo tappe in hotel prestigiosi tra Capri, Roma e Napoli.
Cosa assaggiare al ristorante Syrenuse? Da non perdere i calamaretti su schiacciatina di patate al profumo di limone o i gamberi fritti.
Bar Syrenuse
Via Sant’Antonino, 1 (Piazza Tasso)
Tel. 081 807 5582
sempre aperto
Dai un'occhiata anche a:
- Vega Café Restaurant a Frattamaggiore
- Reel Experience a Sant’Arsenio, cucina contemporanea nel Vallo di Diano
- Lelù by Mulino d’Oro, dove la pasta fresca incontra il mare
- La Villa di Melfi, il ristorante di agriturismo che piace alla Michelin
- Ristorante Batu – Cucina vegetale e fine dining in Sicilia: la proposta di chef Luca Miuccio
- The Roof, cocktail e drink “guardando” l’antica Pompei
- Ristorante ‘a Tartana – Solo cucina di mare ad Acciaroli
- N’Ata Luna a Grottaminarda: la cucina irpina senza cliché di Vincenzo Vazza