Riceviamo e pubblichiamo.
Caro sig. Pignataro,
le faccio innanzitutto i complimenti per la sua pagina internet che leggo golosamente ogni mattina e le scrivo per chiederle: i bambini fino ad otto anni sono come i cani?
Le spiego il perchè: un ristorante (che se vorrà le dirò) prima telefonicamente ha rifiutato i bambini in quanto ha detto che non era un posto per bambini, poi li ha accettati e dopo (c’erano anche altri due bambini piu’ o meno dell’ eta’ dei miei figli alla faccia della coerenza) gli antipasti e il primo ci ha invitati al dolce e alla frutta?! In questo modo il titolare a causa del bambino che nel frattempo giocava con gli altri due ci ha messo in condizione di andare via. Sono andato dal titolare che nel frattempo aveva finito di fare l’anfitrione a tavola millantando i piatti rielaborati della tradizione napoletana (niente di più ridicolo pompare un piatto di pasta e patate o un pacchero con il pomodoro del piennolo o gli spaghetti con le alici,dopo aver servito antipasti microscopici sullo stile nouvelle cousine) gli ho detto ciò che aveva detto il suo cameriere, mi sono sentito dire che ero permaloso.Il tizio in questione invece ha millantato di un articolo sulla rivista “dove” in cui si diceva che era un esempio in quanto ad accoglienza e cordialità,(alla rivista pero’ non ha confessato l’odio nei confronti dei bambini che lui giustifica dicendo che il suo locale è pericoloso per i bambini in quanto si trova sulle mura nel centro storico di una cittadina). A quel punto ho chiesto il conto salatissimo e siamo andati via. Le chiedo perche’ in campania e nel basso lazio accanto ad ottimi ristoratori si stanno affiaccando tutti questi pseudoristoratori provenienti da altri settori che sanno solo comprarsi articoli di giornale ma qualità,cortesia eprofessionalita’ zero? Perche’ ha accettato la prenotazione e dopo ci ha trattato cosi’? Penso solo che lo ha fatto per rubarci soldi senza poter godere di una vera cena! Sono un amante del buon cibo e del buon bere, sono andato in tantissimi locali a cena ma una cosa del genere non mi era mai capitata!
Distinti saluti
Vincenzo Grilli
bragrilli@libero.it
Gentile Signor Grilli,
pubblico la Sua lettera perché solleva un tema decisamente attuale. Il ristorante è in realtà una tortura non solo per i bambini, ma anche per la stragrande maggioranza dei giovani: del resto non si può dire che in Italia la questione sia mai stata presa in esame dagli operatori del settore, tanto che uno dei motivi di successo degli agriturismi, oltre ai prezzi, è certamente la possibilità per gli adulti di stare a tavola mentre i figli scorazzano nei parchi gioco e nelle aree attrezzate. Nel suo caso, non ci interessa il nome del locale perchè è un comportamento diffuso, sicuramente c’è stata poca professionalità perché i bambini o si accettano oppure no, non c’è una via di mezzo. Purtroppo la crisi sta creando situazioni simili alle sue anche nei locali più gettonati dai gourmet di media fascia che certo non hanno più la voglia di mandare indietro i loro clienti. Io credo che la migliore soluzione sia quella di evitare di portare i ragazzi in posti dove altro non possono fare che stare seduti, cercare di lasciarli a casa per meglio godersi la serata. Dovendo scegliere altrimenti, allora bisogna orientarsi in locali dove ci sia per loro la possibilità di alzarsi e gironzolare senza dare fastidio agli altri clienti. Non mancano queste possibilità già adesso, anche se i ristoratori farebbero bene a porsi seriamente e commercialmente il problema come una delle risposte possibili all’attuale momento di difficoltà (l.p.)
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