Roberto Ceraudo in contrada Dattilo a Strongoli ha da anni avviato un rinnovamento nello stile di produzione dei vini di Calabria. Un’azienda agricola modello, venti ettari fra uliveto e vigneti tutti a conduzione biologica disposti su dolci colline che guardano il mare traendone il suo respiro e i suoi umori.
Raggiungo Roberto in azienda e faccio fatica anche a trovarlo perché è immerso nella bottaia a sistemare i tagli per il futuro imbottigliamento.
Accoglienza classica da contadino vissuto, che fatica tutto il giorno ma ha sempre un sorriso ed una stretta sincera di mano per tutti…
Avevo conosciuto Roberto in uno dei tanti Vinitaly; persona tranquilla con un approccio da fratello maggiore, parole cadenzate e tanta modestia.
Mi racconta del suo incidente durante i lavori in campagna e la conseguente sua ospedalizzazione a causa di un uso eccessivo di concimi chimici che gli causarono una intossicazione e, da qui la scelta di passare al biologico, a una gestione tradizionale dei vigneti e degli uliveti.
Tutto questo avveniva negli anni novanta, oggi l’azienda agricola Ceraudo è un fiore all’occhiello della Calabria, apprezzata da tanti per i suoi vini e per il suo olio extravergine.
Ad aiutare papà Roberto, Caterina che guida un ristorante stellato da dieci anni e la sorella Susy, due future imprenditrici che già hanno ben chiare le idee.
Peccato che il ristorante era chiuso e riapre ad Aprile, come anche le camere, per godere di un territorio unico.
Il viaggio era funzionale a conoscere i vari vitigni calabresi come il Gaglioppo rosso e il Pecorello bianco. Tutte le lavorazioni in vigna sono senza l’uso di concimi chimici, solo inerbimento e pratiche ancestrali.
Le fermentazioni sono sempre spontanee senza uso di lieviti aggiunti e il risultato è di vini veri, sinceri, dalla personalità che emerge chiara nei profumi come le note tipiche di affumicato del Gaglioppo da cui nasce il Dattilo con note nette di spezia nera e frutto intenso come la ciliegia. Notevole il corredo tannico che però sono uniformi e piacevoli, anche perché arrotondati dal lungo invecchiamento in botti grandi.
Grande sorpresa è stato il Pecorello da cui nasce il Grisara con nuance di agrumi e fiori di zagare mi ha ricordato molto il Pecorino abruzzese ma di cui non ha nessuna parentela, dal gusto fresco e piacevole, ideale per abbinamenti con piatti di mare.
Altra piacevole scoperta sono le enormi e millenarie piante di ulivo delle cultivar Carolea, Fidelia e Tonda di Strongoli che danno vita a olii Evo molto eleganti dal fruttato medio e dal gusto equilibrato fra piccante e amaro, tutti lavorati nel frantoio privato.
https://www.ceraudo.it
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