di Enrico Malgi
Ettari vitati: 4 di proprietà, più 1 in affitto
Enologo: Vincenzo Mercurio
Agronomi: Vincenzo Mercurio e Antonio Di Pietro
Allevamento e densità di impianto: cordone speronato e starseto
Composizione chimico-fisica del terreno: vulcanico, cineritico, argilloso-calcareo
Produzione Kg/pianta: 1,5 Kg
Esposizione vigne: da tutti i lati
Epoca di impianto delle vigne: 100 anni la più vecchia, l’ultima impiantata nel 2014
Altezza media: 300-400 metri
Lavorazione del terreno: trinciatura, vangatura, ecc.
Conduzione: biologica con sovescio
Lieviti: selezionati ed indigeni
Mercati di riferimento: Campania, Europa e Stati Uniti
Bottiglie totali prodotte ogni anno: 20.000
Percentuale di uve acquistate: 10%
Uve coltivate: aglianico e rovello
Sede a Taurasi (Av) – Via Municipio, 39
Tel. e Fax 0827 74483 – Cell. 380 3220 763 – 333 2525215 – 333 6064386
info@cantinelonardo.it – www.cantinelonardo.it
La storia
Nella famiglia Lonardo l’attività agricola è stata considerata sempre il lavoro principale, con cui confrontarsi ogni giorno per sbarcare il lunario. Soltanto a cominciare dal 1998 tutti gli sforzi si sono concentrati nell’allevamento della vite, favoriti da un contesto territoriale vitivinicolo di assoluta preminenza vocazionale come quello dell’areale di Taurasi, creando a tale scopo il marchio “Contrade di Taurasi”. La filosofia aziendale è basata su pochi ma chiari ed imprescindibili principi: utilizzare sempre materie prime provenienti esclusivamente dai vigneti di proprietà; sperimentare nuove tecniche agronomiche ed enologiche nel rispetto della tradizione, dell’ambiente e del territorio; ottimizzare i processi di produzione, al fine di raggiungere il giusto rapporto tra qualità e prezzo; fare uso preferibilmente di lieviti autoctoni, per esaltare le peculiari caratteristiche organolettiche del vino.
Inoltre l’azienda si avvale di uno staff tecnico-scientifico di notevole spessore, che vede come responsabile di cantina il prof. Alessandro Lonardo, l’enologo Vincenzo Mercurio, l’agronomo Antonio Di Pietro ed i microbiologi Giancarlo Moschetti e Nicola Francesca dell’università di Palermo. Senza trascurare ovviamente la fattiva collaborazione della signora Rosanna, moglie del prof. Alessandro, e delle due sorelle Enza ed Antonella, quest’ultima coadiuvata dal marito Flavio Castaldo, archeologo. Si tratta di un team compatto e coeso. Tutto questo è veramente lodevole se si tiene conto che questa azienda a conduzione familiare possiede soltanto pochi ettari vitati e produce un esiguo numero di bottiglie l’anno.
Le vigne
Il vigneto, che si estende complessivamente per cinque ettari, è sicuramente singolare, non fosse altro perché una parte di esso è sistemato a starseto o pergola avellinese, un metodo ancestrale che ricorda molto da vicino il tendone trentino.
Il terreno varia da una composizione argillosa-calcarea per la vigna sistemata ad altezza minore a quella vulcanica-cineritica più in alto per le continue eruttazioni nel passato del Vesuvio. Le viti, vecchie anche di oltre un secolo, sono in buona parte a piedefranco. Qui, poi, si allevano soltanto due specie varietali: l’aglianico ed il rovello. L’aglianico a Taurasi è ovviamente di casa e non se ne può fare assolutamente a meno.
Ma che cos’è invece il rovello o roviello coltivato soltanto a Taurasi e Bonito e con cui si produce un vino bianco molto particolare, connotato da un nome misterioso: Grecomusc’? Certamente non è un clone del Greco di Tufo come si potrebbe pensare, ma si tratta di una varietà autoctona molto rara iscritta comunque dal 2009 nell’elenco dei vitigni autoctoni italiani. Il nome deriva dal fatto che l’acino d’uva possiede una buccia ampia ed “ammosciata” a basso contenuto di liquido. Il vino che se ne ricava, e di cui l’azienda Contrade di Taurasi ne beneficia, è assolutamente unico e dal carattere inconfondibile.
I vini
Cominciamo proprio con l’etichetta Grecomusc’ Campania Bianco Igp
Uva: rovello in purezza
Fermentazione e maturazione: acciaio e vetro
Prezzo in enoteca: 15,00 euro
Colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Di primo acchito all’olfatto si presenta un bouquet leggermente ridotto, ma che poi dopo pochi secondi sfocia in profumate essenze di pesca gialla, di narciso, di sentori minerali e vanigliati. In bocca esordisce un sorso secco e caldo, sapido ed acido, suadente e complesso. In sottofondo pieghe sulfuree. Chiusura leggermente amarognola.
Burlesque Grecomusc’ Campania Bianco Igp
Uva: rovello in purezza
Fermentazione e maturazione: acciaio, legno e vetro
Prezzo in enoteca: 15,00 euro
Colore giallo carico. Profilo olfattivo con note agrumate, di fiori gialli e di erbe mediterranee. Sentore idrocarburico. Creptii ottimamente speziati e/o di pietra focaia e di fumé. Palato decisamente vibrante e fresco, in cui sapidità e mineralità si fondono alla perfezione. Gusto centrato, avvolgente. Retrogusto rustico, ma delizioso ed appagante.
Irpinia Aglianico Doc
Uva: aglianico al 100%
Fermentazione e maturazione: acciaio, legno e vetro
Prezzo in enoteca: 12,00 euro
Bel colore rosso rubino luminoso. Bouquet ampio e coinvolgente, che elargisce in giusta misura profumati sospiri di piccole drupe del sottobosco, immediatamente accompagnati da umori speziati, mentolati e balsamici. In bocca fa il suo ingresso un sorso terroso, sulfureo, corposo e fresco. Bocca larga, morbida, sontuosa e caratteriale. Ottima l’impalcatura tannica. Retrogusto elegante e raffinato.
Taurasi Docg
Uva: aglianico al 100%
Fermentazione e maturazione: acciaio, legno e vetro
Prezzo in enoteca: 24,00 euro
Vivo rubineggiante il bel colore nel bicchiere. Spettro aromatico operoso, che alletta subito le narici con prelibati profumi di frutti e fiori rossi e di vegetali. Consistente l’approccio speziato di noce moscata e di chiodi di garofano. Odori terziari di goudron, di tabacco, di grafite e di liquirizia. L’impatto del sorso sulla lingua è maestoso, carnoso, solido e cenerino. Ottima freschezza. Carica glicerica. Tannini molto presenti, ma già avviati verso la morbidezza. Finale lungo e godibile.
Coste Taurasi Docg
Uva: aglianico in purezza
Fermentazione e maturazione: acciaio, legno e vetro
Prezzo in enoteca: 40,00 euro
Uno dei due cru aziendali. Colore rosso rubino intenso. Al naso salgono paradisiaci e persistenti effluvi di frutta rossa come la visciola e la prugna e poi si avvertono sensazioni odorose floreali e speziate di buona stoffa. Credenziali di grafite, di china, di fumé, di tabacco e di cuoio. Proposizioni empireumatiche e minerali. L’impatto del sorso sulla lingua è caldo, austero, potente, strutturato, sanguigno, dinamico e connotato da un frutto bello fresco e maturo. Gradevole la delicata astringenza, che fa le fusa alle gengive. Lungo e godereccio l’ottimo finale.
Vigne d’Alto Taurasi Docg
Uva: aglianico al 100%
Fermentazione e maturazione: acciaio, legno e vetro
Prezzo in enoteca: 40,00 euro
Veste cromatica tinta da un bel colore rosso granato. Timbro olfattivo che prende subito in ostaggio le narici per possederle. Ampio, complesso e variegato il bouquet che si espande nel naso: boisé, fiori rossi, spezie orientali e poi si rincorrono intensi profumi balsamici, tostati, minerali, cenerini, sulfurei, torrefatti e tabaccosi. In bocca il vino sfoggia un virtuosismo che incanta per sapore e gusto. Pregiato il bonus di calore, a cui fa da contraltare una languida freschezza. Sullo spartito si declina un temperamento focoso, imponente e poderoso, ma anche espressivo, morbido, materico, sostanzioso e perfino elegante. L’allungo finale è di quelli che catturano tutti i sensi. Grande vino!
Conclusioni
Piccola l’azienda Contrade di Taurasi, ma orgogliosamente al top per una produzione vitivinicola seppure minimalista di assoluto valore. I suoi “vins du garage” in pochi anni hanno saputo conquistare l’apprezzamento di tutti, perché sono affascinanti ed affidabili e riflettono fedelmente il terroir taurasino. E poi la chicca del Grercomusc’ che rappresenta il fiore all’occhiello. La capillare organizzazione societaria è di stampo prettamente nordico, difficile da riscontrare al Sud. L’Amore ed il rispetto per il proprio territorio, la tradizione e la cultura, l’attenzione al processo tecnologico, la biodiversità ed un microclima molto favorevole, insieme all’unità familiare, sono condizioni ideali per portare avanti il progetto di una produzione artigianale eccellente. E poi il coraggio di puntare soltanto su un vitigno territoriale come l’aglianico ed in parte sul grecomusc’, tralasciando una più vasta e facile campionatura di vitigni locali come il fiano, il greco e la falanghina per fare subito cassa. Ecco allora spiegato il meritato successo di questa piccola azienda, che non rincorre mode e facili guadagni.
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