TENUTE DEL FASANELLA
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
La magia del vino si rivela nella possibilità di produrlo anche quando secondo le leggi del mercato non è immediatamente redditizio farlo. Ossia, quando uno di questi ragionieri-manager, gli stessi che hanno fatto fallire banche e assicurazioni lo scorso anno, non avrebbe mai dato il via libera. Invece non c’è prodotto della terra come il vino capace di essere identitario, suonare le corde dell’appartenenza alla terra, impegnare persone in modo del tutto nuovo.
Siamo a Sant’Angelo a Fasanella, lungo l’antica via del grano e del sale che da Paestum portava direttamente in Lucania, una delle prime autostrade dell’antichità. La natura si è ripreso tutto e bisogna cercare le tracce del passato nelle grotte carsiche usate come cimitero e come chiese, sulle rocce dove sono scolpiti guerrieri come Antece, nelle rovine sparse qua e là vicino i letti dei fiumi (l’Auso è uno di questi) che escono da questa grande roccia-apolla d’acqua che sono i monti Alburni, la catena dentata che sorveglia la piana di Eboli e che chi viaggia verso Sud si trova improvvisamente di faccia dopo il casello di Battipaglia.
Come in tutto il resto del Cilento, l’agricoltura è pulita, ricca di biodiversità, persino alcuni metodi risalgono direttamente aglia antichi romani e non sono mai stati modificati nel corso dei secoli.
Qui 41 soci hanno costituito una società (srl e non cooperativa Vivaddio), cominciato ad acquistare i terreni (il loro valore attuale è sui 15.000 euro ad ettaro) e a piantare vigna coltivando in modo biologico. Attualmente siamo sui nove ettari di cui cinque vitati in aglianico, due e mezzo in fiano, un ettaro in primitivo e un vigneto sperimentale con aglianicone, santa Sofia e mangiaguerra antiche varietà autoctone. Il territorio non ha alcune esperienza di produzione commerciale e, come sempre accade, un handicap si è trasformato in vantaggio: essere fuori dalla doc Castel san Lorenzo che oggi, attraverso il commissariamento della sua cantina sociale, sconta le cambiali sulle scelte fatte nel corso degli anni (prima fra tutte quella culturale-colturale basarsi su vitigni quali il barbera e il trebbiano!). L’aglianico ed il primitivo sono posizionati in zona San Vito Prato, ai piedi di Sant’Angelo a Fasanella, un corpo unico su falso piano esposto a Sud. Il territorio è così libero da scheletri archeologici e dal senso di sconfitta.
Abbiamo provato l’Aglianico e lo troviamo eccezionale, una espressione compiuta di macchia mediterranea senza precedenti grazie anche alla opportuna decisione di non passare in legno che aspettiamo con impazienza. Del Fiano parleremo presto sul mattino dopo un riassaggio. Qui vi segnalo il Primitivo, un Primitivo di altura per la precisione visto che siamo a 500 metri. Un rosso ricco di frutta e dai toni eleganti con spezie quali il pepe, passato in tonneaux, con una resa sotto gli 80 quintali ad ettaro. Sergio Pappalardo lo ha interpretato sino in fondo passando dalla macerazione carbonica (quella che si fa per il novello) a quella alcolica e ottenendo così grandi profumi e buona bevibilità: si presenta insomma come il base della cantina, attualmente arrangiata al centro del paese ma già progettata nelle vigne. Un vino un po’ monocorde, certo, e senza ambizioni evolutive, ma la precisa indicazione della qualità del terreno e delle potenzialità di questo territorio: da bere in compagnia, come abbiamo fatto durante il pranzo che ha seguito la visita. E chiuso così:
Auguri alla nuova impresa nel cuore del Parco del Cilento, ennesimo battito d’occhio del gigante in fase di risveglio dopo un sono durato duemila anni.
Sede a Sant’Angelo a Fasanella (Cilento). Corso Apollo XI 44
Sito: http://www.tenutedelfasanella.it
Enologo: Sergio Pappalardo
Bottiglie prodotte: 12.000
Ettari: 9
Vitigni: primitivo, aglianicone, fiano
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