Si sa come vanno le cose in aereoporto: si è concetrati sulla partenza, la tensione nervosa ci fa concentrare sul controllo degli orari, i controlli, la verifica di quello che ci siamo portati appresso, le ultime telefonate di saluto. E’ per questo che in generale la qualità del cibo proposta negli scali italiani è scadente, omologata, scarsamente digeribile.
La situazione è in alcuni casi drammatica anche se non mancano segnali positivi, come l’aeroporto di Napoli tornato agli antichi splendori grazie ai dolci di Bellavia, la mozzarella di Fattorie Garofalo, il ristorante dei Feudi San Gregorio, il bar di Tradizioni Italiane e la pizza e le sfizioserie napoletane di Fratelli La Bufala con spettacolari frittate di maccheroni, palle di riso e pizza cotta nel forno a legna. La tradizione dello street food insomma aiuta. Finalmente anche a Fiumicino, il più importante aeroporto italiano,il biglietto da visita del nostro paese, c’è qualche lampo. Uno in particolare, Attimi di Heinz Beck.
Inanzitutto vi diciamo dove sta: nell’aerea E degli imbarchi internazionali. Qui Heinz Beck ha affifato al cuoco campano Francesco Nunziata la responsabilità della postazione. Il servizio di sala, affidato a giovani veterani, è semplicemene perfetto e appasionato.
Da buon tedesco, Heinz non lascia nulla al caso: c’è il menu che chi ha 30 minuti, con tanto di clessidra al tavolo (tre portate a 39 euro più vini), 45 minuti o di un’ora (sette portate). Poi si puà scegliere alla carta tra un’ampia proposta di antipasti, paste, secondo di mare o di terra.
Ma la proposta non finisce qui: c’è la pasticceria e i panini (parliamo di Roscioli) da asporto per chi va di fretta davvero. Insomma, una proposta completa sulla cui qualità della materia prima piuttosto che dei piatti c’è poco da aggiungere. Buoni, saporiti, perfetti e digeribili.
CONCLUSIONI
Non c’è niente di meglio che iniziare il viaggio bene. Perciò il mio consiglio è, soprattutto quando viaggiate per piacere, anticipate le vostre cose per godervi questa isla di civiltà gastronomica in un mare di banalità dimenticabili che servono sol a spezzare il senso di fame o alleviare la tensione del viaggio. Sedersi qui, farvi uno o tre piatti, prendervi un panino ben lievitato e pieno di roba buona, non nè ne costoso e neanche complicato. Una opportunità che speriamo venga ben presto seguita da altre aperture di qualità perché se l’immagine del cibo italiano fosse affidata solo a quello che si vende negli aeroporti la convinzione dei visitatori sarebbe che nello Stivale siamo grandi mangiatori di spazzatura omologata.
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