Bruno De Conciliis, Winny D’Orta, Francesco Domini e Antonio Capaldo: quattro protagonisti del vino campano, quattro persone che si relazionano da anni per lavoro e per amicizia si mettono insieme in una società nel Cilento, la nuova frontiera.
Oddio, forse definirla nuova è un po’ esagerato visto che sono ormai vent’anni che questa subregione della Campania, l’unica area estranea all’attività dei vulcani si arricchisce di portagonisti. Lo spazio è immenso, i costi relativamente bassi e la diversità pedoclimatica incredibile perché si va dalle spiagge africane di Palinuro al clima di montagna del Cervati e del Gelbison, i due monti più alti della regione.
Beh i quattro hanno fondato Tempa di Zoé ed escono con un bianco passato in legno. La decisione è di uscire un anno dopo la vendemmia, si deve ancora stabilire il prezzo, ma sicuro è un vino che deve aspettare almeno un altro anno in bottiglia prima di essere goduto al meglio.
Il Fiano del Cilento ormai ha la maturità per essere ben definito e i risultati sono davvero eccellenti anche i termini di maturità espressiva. Rispetto a quello irpino è più fruttato, meno amaro, ma ha comunque una verve fresca interessante e soprattutto conferma ottima evoluzione nel tempo.
Questo Fiano in purezza, passato in legno grande, ci è piaciuto per i sentori di frutta bianca, anche agrumati, che si incrociano a note resinose e balsamiche non invasive, piacevoli. Al palato è sapito, ritornano un po’ le note olfattive e chiude in bellezza con una leggera nota amara che ripulisce il palato.
Una bella bottiglia che potrebbe essere un vino evento di cui si sente la mancanza in Italia. Forse l’uscita solo in magnum ritardata anche al Vinitaly potrebbe conferire quell’appeal comunicativo che lo farebbe staccare dal novero della novità costituita dal debutto. Anche perché per l’evoluzione io punto deciso sui dieci anni.
Tempa di Zoè
Località Carpineto
84076 Torchiara
Salerno- Italy
T 0825986686
info@tempadizoe.com
www.tempadizoe.com
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