Asta Zachys Emidio Pepe
Emidio Pepe è un personaggione, un po’ come lo sono stati Edoardo Valentini e Gianni Masciarelli. Tre progetti di vino precisi, portati avanti con decisione e, per fortuna, capace di crearsi degni eredi. ancora poco conosciuto dal grande pubblico, è invece rispettato e amato dagli appassionati e dalla critica professionista: sei anni fa la sua filosofia è stata riassunta nel libro “Manteniamoci giovani” di Sandro Sangiorgi (Edizioni Portos).
Ma oltre al rispetto dell’ambiente e la biodinamica, questa cantina abruzzese è riuscita a fare qualcosa di più, molto di più: vendere il tempo come valore positivo.
Prima azienda del Sud a mettere a segno un’asta importante delle vecchie annate in collaborazione con Zachys
Secondo lo stile del cuoncio cuoncio (lento lento), il comunicato finale arriva a più di un mese da questo evento che non ha fatto parlare i media generalisti come l’asta di Pinchiorri ma che a nostro giudizio non è meno significativa.
In un comunicato congiunto, la famiglia Pepe spiega che “Ci abbiamo messo un po’ a metabolizzare il calore, l’interesse e l’amore nei confronti dei nostri vini che ci è stato dimostrato durante l’asta lo scorso 14 Novembre.I nostri cuori si sono riempiti d’orgoglio, ma uno, più di tutti ha gioito davvero. Emidio aveva uno spirito ambizioso da giovane e davvero poche certezze, oggi corona invece un sogno. Realizza la concretezza della sua visione e l’avvenuta ricezione del suo messaggio nei quattro angoli del globo. Il 100% dei lotti è stato venduto e sono stati aggiudicati per un valore maggiore del 56% rispetto alla base d’asta.Un incremento davvero notevole per i record della casa d’asta e per i trend storici della regione.Il lotto in assoluto più performante è stato il Rehoboam di Montepulciano d’Abruzzo 1985 e l’esperienza in Abruzzo con l’autrice Mimi Thorisson che è stato battuto per 16 mila pounds.
Il salto di qualità è proprio nella capacità di vendere il tempo. Già, il tempo, la cosa di cui meno sembriamo disporre dopo almeno due secoli in cui il mito della velocità ha connotato negativamente la lentezza, il rallentamento, la sosta. Nonostante nella basi della nostra cultura occidentale ci sia il paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga. Abbiamo poco tempo, lo contabilizziamo, salvo poi vivere il tempo come vuoto assoluto, incapacità di occuparlo veramente, nelle occasioni in cui siamo costretti a stare con noi stessi, una malattia, una pandemia.
Nel corso degli anni la piccola cantina ha messo da parte i suoi vini, Montepulciano e Trebbiano. Ma questa capacità di superare il tempo, nutrirsi del tempo, del profumo dell’attesa, ha finito per dare loro un valore pazzesco, impensabile sino a trent’anni fa per due vitigni di battaglia, prolifici e venduti nei boccioni al supermercato. Un salto di qualità impressionante, una rivoluzione culturale assoluta che segna l’ingresso di questa piccola azienda nelle leggende del vino italiano.
Noi lo ripetiamo da tempo, da sempre direi: l’unico modo per dare valore al vino è il tempo, l’unica cosa che non si può comprare ma che al tempo stesso, proprio per questo, ha valore. Il tempo è evocativo, è la marcia in più che il vino ha sempre avuto su ogni altra bevanda inventata dall’uomo. Pensate alla emozione degli archeologi che in queste settimane sono riusciti a sentire l’odore del vino prodotto nel 79 dopo Cristo e conservato a Pompei dall’eruzione del Vesuvio.
Allungare il tempo non è solo un valore tecnico, chimico. No: costruisce l’algoritmo della memoria che noi abbiamo maturato dal momento in cui il vino è stato prodotto a quello in cui lo sorseggiamo. Ed è lì che scatta la differenza. Quanti vini venduti a dieci euro ho provato dopo 15 anni trovandomi di fronte ad esperienze eccezionali?
Il vino al Sud è stato fino al metanolo, e in parte anche dopo, una comodity anonima che i contadini francesi rovesciavano rabbiosi nelle strade. Oggi, avere un ‘asta di Montepulciano e Trebbiano significa che davvero siamo entrati in una nuova era, un piccolo grande segnale, un indirizzo a cui possono accedere tutti i produttori, grandi e piccoli, che abbiano l’ambizione di lavorare per le generazioni future e non per se stessi, e che ritrovano se stessi proprio perchè lavorano per chi verrà.
Trovate i lotti venduti nell’asta di Emidio Pepe (879 – 943):
https://auction.zachys.com/Category/Emidio_Pepe-292.html
Qui il video con gli Highlights dell’asta: https://youtu.be/H0n23WqmJFk
Per altre informazioni sui vini, la storia e l’ Organismo Agricolo Biodinamico potete visitare www.emidiopepe.com
Dai un'occhiata anche a:
- Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 021 l’ospitale Pizzeria Karati a Riccione
- Cinque pagine di O Globo su 50 Top Pizza America Latina
- Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 015 l’uovo in cereghino
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione : 023 Il Rito condivisioni di gusto, a Carate Brianza la felicità a spicchi
- Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello
- L’uomo cucina, la donna nutre – 15 Laila Gramaglia, la lady di ferro del ristorante President a Pompei