Devo dire, da ex cronista giudiziario, che forse lo spaccato più bello di una inchiesta non viene dalle indagini sui reati ma dalla lettura delle intercettazioni. Dalla vicenda che portato i sigilli ad Assunta Madre, il ristorante preferito dal circo politico-mediatico emerge per esempio che il locale dei Micalusi faceva anche asporto. Al boss Michele Senese che scontava arresti domiciliari in una casa di cura arrivava sempre la cena di pesce fresco, crudi di mare, ostriche e champagne. La cura ideale quando si è ricoverati in clinica.
Tutto questo non arrivava con il teletrasporto ma violando il divieto di contatti con l’esterno che era stato dato a Senese, detto’O Pazzo.
Dalle intercettazioni si legge anche che Gianni Micalusi era talmente affezionato al boss da chiamarlo “zio”.
Interessante vedere che per la delinquenza organizzata dagli anni ’70 in poi il vero status symbol è mangiare pesce. Anche in questa esibizione c’è differenza con il passato, con la vita monacale dei capi mafiosi seri che si alimentavano come i contadini. Capi rurali ieri, boss televisivi e metropolitani oggi.
Alè.
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