Sicilia en Primeur 2012.
Dall’Etna, la panoramica sulla Sicilia di domani. 200 vini per ritrarre una regione fiera di sé e in ascesa su tutti i mercati del mondo.
Castiglione di Sicilia, 22 aprile 2012. Si chiude il sipario sulla nona edizione di Sicilia en Primeur, l’evento itinerante ideato da Assovini che, unico in Italia, offre in degustazione i vini di un’intera regione.
Ogni anno infatti mettendo l’accento su un singolo territorio – per il 2012 è l’Etna – Assovini attira gli occhi del mondo su tutti i vini dell’Isola e sullo splendido rinascimento che stanno vivendo grazie ad una costante evoluzione qualitativa, alla crescente sensibilità ambientale e ad una rinnovata attenzione al proprio patrimonio genetico storico.
Quest’anno infatti accanto ai grandi classici in degustazione, come il Nero D’Avola, Catarratto, il Nerello Mascalese e l’Inzolia (le cui etichette di eccellenza sono da anni nelle migliori Carte internazionali), sono stati tema della manifestazione anche i cosidetti “vitigni reliquia” che sulle pendici dell’Etna come anche in tutta l’isola sono stati riscoperti grazie all’impegno dell’Assessorato all’Agricoltura e alla memoria personale dei contadini e alla passione dei giovani viticultori siciliani.
È il Prof. Attilio Scienza a fare un quadro dello stato dei lavori: “contro il rischio della banalizzazione è sempre più importante produrre vini originali ed irripetibili, che possono essere prodotti solo da viticolture con solide radici culturali e che contano su varietà autoctone e su territori di antica tradizione qualitativa. La biodiversità viticola infatti è una risorsa economica non solo per la creazione di nuove varietà di vite o per conoscere l’origine di quelle in coltivazione, ma anche perché suscita sempre più l’interesse del consumatore. In questo senso la Sicilia è uno dei pochi serbatoi di variabilità viticola europei. Conservarlo non vuol dire solo creare collezioni ampelografiche da museo ma far tornare le varietà ad essere protagoniste dello sviluppo agricolo ed economico del loro territorio”.
La sensazione, percepita sia nei 200 vini in degustazione che nelle parole dei produttori, primo fra tutti Antonio Rallo Presidente di Assovini, è quello di un’energia positiva dirompente.
“La vendemmia 2011, protagonista dell’evento, conferma l’ulteriore innalzamento qualitativo delle nostre produzioni e contemporaneamente la loro capacità di mantenere un volto tutto siciliano” spiega Antonio Rallo. “I riconoscimenti che riceviamo dalla critica enologica e dal mercato, ci consentono un sguardo ottimistico al futuro che vedrà come temi chiave la viticoltura sostenibile, il rispetto del territorio, lo sviluppo dell’ospitalità (nel 2011 circa 4mila turisti hanno soggiornato nelle cantine) ma anche la nascente Doc Sicilia, che sarà un sicuro baluardo a difesa dell’origine dei nostri vini”.
La carta vincente dei vini siciliani è quindi la loro contemporaneità che da una parte trova linfa nelle radici e dall’altra nella propria profonda “sicilianità”.
“Non sono concetti contradditori” continua il Presidente, “al contrario: è da questo apparente ossimoro che cresce il successo dei nostri vini, oggi distribuiti in oltre 60 paesi, per un fatturato totale di circa 250 milioni di euro annui” . E come appare dalla ricerca che la stessa Assovini ha promosso presso i suoi soci (66 aziende tra più significative realtà dell’isola), il ritratto è quello di un autentico “laboratorio vitivinicolo”, dove sperimentazione ed innovazione interessano sia le produzioni convenzionali che quelle biologiche.
Vediamo qualche dato sintetico:
- · Il 44% delle aziende conduce un’attività di sperimentazione in vigna, spesso con l’obiettivo di valorizzare i vitigni autoctoni siciliani. Il 50% dei produttori è interessato alla produzione di varietà antiche, tra cui Nocera, Vitrarolo e Alzano.
- Il 39% degli intervistati produce vino da uva biologica e un ulteriore 33% si dice disposto a farlo in futuro (già oggi la maggioranza delle aziende utilizza concimi, fitofarmaci e sistemi di irrigazione a basso impatto ambientale). Parallelamente il 94% delle aziende ha installato, o ha intenzione di installare, impianti per la produzione di energia pulita e/o risparmio energetico, mentre il 44% ha ristrutturato la cantina secondo i criteri della bioarchitettura.
- Il 39% delle aziende ha una struttura ricettiva e il 33% ha in progetto di realizzarne una nel futuro. Il totale delle cantine intervistate è attrezzata per attività di degustazione e il 72% lo è anche per attività di ristorazione.
- Il 58% del fatturato complessivo 2011 delle aziende è stato realizzato all’estero. Le aziende esportano in media in 24 paesi e in base ai risultati del questionario, i mercati che più apprezzano i vini siciliani sono: USA, Canada, Nord Europa, Germania, UK, Svizzera, Giappone, Russia. Tra i paesi emergenti, i più recettivi sono: Brasile, Cina, Est Europa, Messico e Sud America, India, Indonesia, Sud Corea, Hong Kong, Singapore.
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Assovini Sicilia nasce nel 1998 come associazione tra produttori di piccole, medie e grandi dimensioni, decisi ad affrontare le sfide del settore viticolo sia nell’ambito istituzionale che sui fronti della produzione, del mercato, della comunicazione. Oggi Assovini annovera 66 aziende socie, rappresentative di tutti i territori di produzione viticola siciliana, ed interessa l’80% del vino imbottigliato, destinato per il 42% al mercato nazionale e per il restante 58% ai mercati esteri. Mission di Assovini è il successo del vino siciliano di qualità nei mercati del mondo e lo sviluppo sostenibile del suo territorio. Presidente di Assovini è Antonio Rallo di Donnafugata, eletto nel 2011. Con il ruolo di vicepresidenti lo affiancano Francesco Ferreri di Valle dell’Acate e Mariangela Cambria di Cottanera. Completano il Consiglio Direttivo Alberto Tasca (Tasca d’Almerita), Alessio Planeta (Planeta), Laurent Bernard de la Gatinais (Tenute Rapitalà) e Stefano Caruso (Caruso & Minini).
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