Che gioia, che gioia, che gioia. Nicola Venditti ha prodotto un rosso facile, profumato di uva, dall’impatto dolce di frutta ma sapido e preciso nel finale. Un vino da uve Barbera dela Sannio (niente a che vedere con quella piemontese, repetita iuvant) secondo la tradizione di Castelvenere dove questo vitigno è insediato da tempo nelle radici dei viticoltori del territorio.
Abbiamo scritto e riscritto che il problema di queste bottiglie è nel nome perché nel mondo della comunicazione globale e veloce i produttori devono prima spiegare cosa non sono (barbera piemontese, appunto) e poi passare alla fase successiva. Per tutto il resto si tratta di un rosso allegro, ancestrale e moderno allo stesso modo che Nicola Venditti aveva sempre interpretato in modo austero con il suo Barbetta.
Questa versione, le uve sono le stesse, è senmza solfiti. No, non dirò che il nostro bravo viticoltore insegue la moda perchè è stato uno dei primi a fare agricoltura biologica quando nessuno si poneva il problema. Come sempre accade, il vino senza conservanti si rivela più facile da comprendere, aperto al piacere del palato. Presentato al Vinitaly dove è stato premiato al Concorso gestito da Assoenologi, lo abbiamo provato in una bella serata con gli amici di sempre a Benevento sul ragù sannita preparato da Angelo D’Amico nel suo risstorante dell’Una Hotel. Una serata sold out, con tanti bei vini del Consorzio e la grande mozzarella di bufala dop di Mimmo del Casolare di Alvignano. Ragù e Assenza sono andati allegramente a braccetto in modo meraviglioso e straordinario. Con la dolcezza della carne di maiale il rosso si è esaltato ancora di più regalando allegria. Poco più di 2500 bottiglie in uscita a 13 euro dall’azienda. Forse non è poco, ma i consumatori devono abituarsi a pagare la qualità, ormai per il vino il prezzo non è più l’unico parametro valito.
E così Nicola Venditti, sempre presente, d’ora in avanti sarà notato per la sua Assenza:-)
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