QUARTUM CANTINE DI CRISCIO
Uva: asprinio
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
L’unico fallimento campano nel vino si chiama, per il momento, Asprinio. Nonostante gli sforzi, ma soprattutto le testimonianze storiche di Soldati e Veronelli, il bianco famoso per le vigne ad alberata, profondamente radicato nella cultura contadina nell’Aversano e in parte della provincia di Napoli, non è mai riuscito a sfondare sul mercato, forse perché cannibalizzato dalla Falanghina negli anni ’90.
Ecco il motivo per cui, in tema di corsa alla spumantizzazione, l’unico segmento del vino in crescita nel 2009, ho apprezzato molto la decisione della Cantina Di Criscio di scegliere questo vitigno per scommettere sul mercato.
Una etichetta in più che si aggiunge a quelle storiche di Grotta del Sole, Caputo, I Borboni, Cicala, Magliulo. Spesso il successo deriva dai tempi, dalla musicalità espressa dal reale di cui è spesso difficile cogliere il mistero: ché, tanto per dire, riuscì a Garibaldi tre anni dopo quello in cui Pisacane aveva fallito nel 1857.
Può darsi allora che questa ennesima spinta aziendale possa giovare al vitigno, la cui elevata acidità si presta da sempre molto bene alle bollicine e, non a caso, è qui che ci sono le tracce di un minimo di tradizione spumantistica nel Mezzogiorno prima della entrata in scena della pugliese D’Araprì.
Ci piace di questa bottiglia la assoluta secchezza, l’aggressione al palato assolutamente decisa e piacevole, totalmente agrumata e senza sconti piacioni. Un bicchiere ideale per aperitivo ma, vista la struttura di questa prima versione, anche adatto a tutto pasto.
Certo, il metodo charmat, ossia la fermentazione in autoclave, non lascia molto spazio alla complessità e ai sentieri nascosti, però è un vino utile, operaio, gradevole, sgrassante, pimpante. Proprio come la giovanissima Francesca, immagine di questa cantina dei Campi Flegrei e presidente della Strada del Vino.
Il primo passo per la ulteriore qualificazione è la spumantizzazione in loco senza sottoporre il vino ad un viaggio troppo lungo. Non essere stati rigidi su questo punto è stato alla fine uno degli elementi di debolezza della doc Asprinio ormai agonizzante: se non si ha fiducia nell’investimento sul proprio territorio perché chiederla ai consumatori sul prodotto?
Non ci pensiamo, e beviamo questo bianco gradevole, da sposare, ad esempio, all’arancino di Mariana Vitale nel ristorante Sud, proprio a due passi dall’azienda della famiglia Di Criscio.
Sede a Quarto, via Giorgio de Falco, 17/A.
Tel e fax 081.8765942.
www.cantinedicriscio.it
Enologo: Marco Salvatore Tiseo.
Ettari: 2 di proprietà.
Bottiglie prodotte: 30.000.
Vitigni: falanghina, asprinio, aglianico
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