Uve: asprinio
Fermentazione e affinamento: acciaio
Fascia di prezzo: 7,50 euro circa
Di Francesco Martusciello ce ne son due ed al loro cospetto i vini scorrono veloci. Sempre piacevoli gli incontri che attraverso le bottiglie, dalla Penisola Sorrentina ai Campi Flegrei, passando per il Vesuvio e l’Irpinia, via fino ad Aversa, ti regalano ogni spicchio di Campania. E’ così da sempre a Grotta del Sole, da quando Gennaro Martusciello, grande enologo, mise un punto sulla Campania e chiarì la necessità di lasciar parlare i vitigni autoctoni quando questa parola non era certo di moda come lo è oggi e recuperando alcuni territori bistrattati o addirittura dimenticati. Oggi quegli stessi territori sono aree di produzione di vini DOC. Mi piace parlare con Francesco Martusciello perché, seppur orgoglioso del proprio lavoro, sa perfettamente che la bottiglia è così: un anno è più buona e magari l’anno dopo di meno, semplicemente a seguir le annate. E allora qui se ne parla con passione ed entusiasmo, ma questa è un’ovvietà; ce l’hanno nel sangue. Meno scontato è che riesci anche ad avere un po’ di sana ironia ed autocritica che sono una pura ventata di aria fresca. E’a Quarto, nell’imponente stabilimento aziendale, la sede. Oggi, unico enologo è Francesco Martusciello Jr.
Assieme a loro abbiamo provato tutta la gamma dei vini ma una è la mia scelta. Che ci posso fare, è uno dei vini del cuore di Grotta del Sole unitamente alla sua versione spumante Brut ed il più classico dei Gragnano: Sarà per tradizione personale, sarà per purezza, ma, senza colpo ferire, decido per l’Asprinio d’Aversa. Ci sono tante piccole realtà che regalano grande soddisfazione perché rappresentano rivalutazione del territorio e recupero di tradizioni. Avviene così per l’asprinio, vitigno che, nel territorio dell’agro Aversano rappresenta una grande risorsa, non sempre compresa, seppur di storia secolare. Affascinanti le piante ad alberata. Le viti crescono in sinergia con gli alberi, i pioppi, costringendo i raccoglitori ad arrampicarsi su scale alte fino a 15 metri. I terreni sono alluvionali, di origine vulcanica. Qui provi un vino antico, seppur per acidità molto moderno nel suo approccio. E’ quasi incontaminato da opinioni e mode e questa sua coerenza è grande punto di forza.
La versione ferma, per la bottiglia 2011, è un vero piacere. Tipico quel colore luminosissimo e vivace che vira lieve, verso il verdolino. Il naso, come sempre, non ha grande varietà ma netta riconoscibilità: gli agrumi sono i grandi protagonisti ed una ventata di mela verde, qui e lì, in secondo piano. Poi arriva il palato. Freschezza a più non posso per un vino verticale e di bella acidità senza essere però mangiato dalla sua stessa esuberanza. Riesce a trovare un buon equilibrio con gli accenni di pompelmo, i profumi di cedro e limone pane, giusta sapidità e finale non infinito ma pulito, composto e armonico. Per una cena di fine estate l’ho portato tra amici. Il tempo di aiutare in cucina e la bottiglia era scomparsa. Mi pare questo un parametro poco scientifico ma molto indicativo. Un vino per stare assieme e dal buon rapporto qualità prezzo. Per me è jackpot!
Questa Scheda è di Sara Marte
La Cantina Grotta del Sole è in via Spinelli, Quarto, Napoli. Tel. e fax 081 8769470. Sito: www.grottadelsole.it email: info@grottadelsole.it . Enologo: Francesco Martusciello jr. Ettari vitati: 42. Bottiglie prodotte: 700.000. Vitigni: falanghina, asprinio, coda di volpe, greco, fiano, piedirosso, aglianico, sciascinoso.
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