SANTI DIMITRI
Uva: negroamaro
Fascia di prezzo: da 8 a 10 euro euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35
Nicola Campanile con fare premuroso mi domanda: “Enrico e adesso con quale azienda hai appuntamento?” – Quella di Santi Dimitri, rispondo subito io. “E allora ci dobbiamo spostare di pochi chilometri da qui e recarci a Galatina”. Terminato il giro a Cutrofiano, quindi, io, Nicola e l’inseparabile collaboratore Biagio Ciano risaliamo in auto e puntiamo decisi in direzione nord-ovest. Dopo appena pochi minuti arriviamo a destinazione e qui veniamo accolti dal giovane Edoardo Vallone, figlio del proprietario Vincenzo e fratello di Carlo e di Augusto.
La proprietà ha visto la luce addirittura nel lontano XVII secolo quando questo territorio era chiamato “Terra d’Otranto”. L’attuale marchio aziendale è stato coniato nel 1996 da Vincenzo Vallone ed evoca il nome di una vecchia masseria del 1500, che identifica la zona dove ancora oggi è ubicata la cantina. E poi ricorda anche una comunità di rito bizantino qui vissuta sino alla fine del 1700, che era proprio devota a San Demetrio.Tutto questo, quindi, vuole attestare il forte attaccamento che lega indissolubilmente la famiglia Vallone a questa terra, mantenendo vive le proprie radici. E non solo come valore puramente affettivo, ma anche pragmatico e produttivo che si manifesta con la coltivazione della vite, dell’olivo, dei cereali e dei legumi, oltre alla superficie di una vasta zona boscosa, per complessivi 200 ettari.
Inoltre, negli anni qui si è sviluppato un preciso programma, teso al recupero di selezione clonale riguardante ecotipi storici prettamente locali di Negroamaro, Primitivo, Aleatico e Fiano, che ormai erano a rischio di estinzione. L’azienda Santi Dimitri è anche molto attenta alla pratica di un’agricoltura ecosostenibile e biologica e per questo motivo collabora con vari istituti di ricerca, enti pubblici ed associazioni.
Terminata la visita, veniamo raggiunti dal titolare Vincenzo Vallone che ci conduce sotto il porticato per farci assaggiare la batteria dei suoi vini. Una degustazione veramente soddisfacente, tanto che mi trovo in grossa difficoltà per sceglierne uno per la mia scheda. Alla fine, simbolicamente opto per una bottiglia confezionata con il vitigno che rappresenta meglio tutto il Salento: Aruca Negroamaro 2009. Dopo la fermentazione, il vino ha sostato sei mesi in acciaio ed ha poi proseguito l’affinamento in barrique per un identico periodo. E’ transitato poi brevemente ancora in acciaio e ha finito l’elevazione in bottiglia per altri due mesi. La gradazione alcolica segna 13,5° C.
L’effetto cromatico nel bicchiere è tipico: colore rubino brillante attraversato da riflessi purpurei. Il profilo aromatico è intrigante e coinvolgente, caratterizzato da delicati profumi fruttati del sottobosco, come more, ribes e lamponi, solo lievemente contaminati da sfumature speziate. Lo sviluppo al palato è succoso, morbido, equilibrato, gradevole, fresco e suadente, con tannini vellutati. Alla fine, poi, regala interessanti e persistenti aromi tostati, fruttati e/o speziati di pepe nero, di chiodi di garofano e di cannella. Il finale è una battuta di teatro: perfetto! Per l’abbinamento consiglio un piatto di pasta al pomodoro, un filetto di maiale arrosto, una manteca pugliese e un coniglio in salmì. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Galatina (Le) – Via Guidano – Contrada Santi Dimitri – Tel. 0836 565866 – Fax 0836 565867 – info@santidimitri.it – Enologo: Giuseppe Pizzolante Leuzzi – Ettari: 200 di cui 60 vitati – Bottiglie prodotte: 150.000 – Vitigni: Negroamaro, Primitivo, Aleatico, Merlot, Cabernet Sauvignon, Fiano, Pinot blanc, Chardonnay e Sauvignon blanc.
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