di Mimmo Gagliardi
Quale migliore occasione della seconda tappa di Artegustando Tour per conoscere i vini vesuviani di Sylva Mala e la cucina di Carmine Mazza, patròn chef del ristorante Il Poeta Vesuviano? Ovviamente non ho resistito alla tentazione e, infatti, nonostante il primo freddo vero di questa stagione, è stata una bella serata tra amici. Artegustando Tour è un’iniziativa della GMA Distribuzione, che intende abbinare diverse forme d’arte: i vini di Terre di Sylva Mala, la cucina di uno chef e i dipinti del maestro Riccardo Dalisi.
Appena giunti in sala ci accoglie Amalia Guida, che con Carmine Mazza ha intrapreso il viaggio del Poeta Vesuviano. Ammiriamo i quadri del Maestro, che sono riprodotti sulle etichette delle bottiglie di vino di Terre di Sylva Mala. I colori mi ricordano i boschi vesuviani e Miriam Siglioccolo, contitolare delle cantine Terre di Sylva Mala, ci spiega il loro significato e l’accostamento con i vini.
Miriam apre la serata illustrando le finalità di Artegustando Tour, l’azienda e la partnership con la GMA.
Si parte con la prima entrée che è calamaro fritto su crema di patate alla liquirizia e scarola riccia. Buonissimo il calamaro e leggera la frittura, il tutto ben si lega con la scarola riccia, ma deve fare i conti con il finale dolceamaro della liquirizia. Ci vengono serviti anche dei panetti, preparati da Carmine con la farina Petra di Molino Quaglia e aromatizzati al bacon, alle olive, al pomodoro, al rosmarino e al basilico.
Seconda entrée: polpo arrostito con zuppetta di zucca piccante e croccante al rosmarino. Un piatto equilibratissimo, dove la zucca è dolce e saporitissima e l’abbinamento con i piccoli crostini al rosmarino legano perfettamente la dolcezza dell’ortaggio con la freschezza del polpo.
In abbinamento alle due entréeci è stato servito il “Frùscio di Ginestra”, il Lacryma Christi bianco DOC di Terre di Sylva Mala, un blend di Coda di Volpe (Caprettone) all’80% e Falanghina al 20%. Annata 2010, alcol 12,5%. Un vino di un colore dorato, pulito e brillante che al naso rilascia aromi di frutta matura e fiori. In bocca è morbido, caldo e appagante, dotato di bella freschezza, dal sapore minerale e con un finale alla mandorla.
Carmine Mazza, insieme ad Amalia Guida, hanno creato il Poeta Vesuviano circa quattro anni fa, dopo una veloce carriera in vari ristoranti della zona vesuviana, culminata con le esperienza al Capri Palace Hotel nello staff di Oliver Glowing ed al Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi con Alfonso Iaccarino. Dice di essere stato folgorato dalla passione per la cucina da piccolo quando in casa sentiva gli aromi che scaturivano dalle pentole del ragù. L’altra sua passione, ampiamente condivisa anche da me, è per la squadra del Napoli.
Proseguiamo la cena, piacevolmente accompagnati dai racconti di Miriam sulla storia della sua passione per la viticoltura e allegramente distratti dalle moine della piccola Giulia, la terza generazione di Terre di Sylva Mala.
Giungono al tavolo le Casarecce con quadrucci di Tonno, Peperoncini verdi e Menta. Buono il piatto dove i sapori si legano bene con leggerezza accostandosi al tonno freschissimo.
In abbinamento il rosato “Cerasella Vesuviana”, Lacryma Christi rosato DOC di Terre di Sylva Mala, piedirosso 100%. Annata 2010, alcol 13%. Dal particolare colore ramato, questo rosato, derivante dal contatto con le bucce per sole sei ore, si presenta cangiante e cristallino. Gli aromi che si sprigionano dal calice sono evoluti, verso la terziarizzazione, e ci parlano di amarena sotto spirito e confettura di frutti di bosco. Al gusto la forte nota alcolica percepita al naso trova conferma nella forza e nella morbidezza del sorso. Ha una bella freschezza e un finale minerale.
Il secondo è la Pescatrice in foglia di Guanciale e Melanzane su cremoso di caciocavallo Silano e Pomodorini infornati. Appena arrivato in tavola, dal piatto si sprigionano begli aromi di pomodoro al forno con l’origano.La melanzana è il legante tra il salato del guanciale e del formaggio, mentre l’aroma salino del pesce viene risaltato maggiormente dalla freschezza dei pomodorini.Il piatto è molto complesso, buono, ma ha dato pareri contrastanti a tavola, animando piacevolmente la discussione.
In abbinamento il rosso “Brigante del Vesuvio”, Lacryma Christi rosso DOC di Terre di Sylva Mala, un blend di piedirosso all’80% e aglianico al 20%. Annata 2009, alcol 12,5%. Dal colore rosso granato, particolarmente concentrato e impenetrabile. Al naso presenta aromi di frutta rossa e nera matura, leggera speziatura e un fondo di pepe nero. In bocca ha un sorso robusto, compatto, tannico, fresco e corposo. Bello il finale minerale. Un vino potente.
Terre di Sylva Mala è un regalo. Il regalo di un padre alle sue tre figlie. Così Francesco Siglioccolo ha consegnato alle tre figlie Susy, Miriam e Kyra, uno spicchio di Vesuvio dove dal 1999 si coltivano le uve da sempre presenti nella zona. Sylva Mala è l’antico nome del bosco circostante l’azienda, dove oggi, con l’apporto dell’enologo Alessandro Mancini, e grazie alla conduzione biologica delle vigne, delicatamente accarezzate dall’asciutto vento denominato Frùscio, possono nascere i vini vesuviani che abbiamo degustato. Le sorelle Siglioccolo seguono personalmente e con passione, il percorso nel mondo vitivinicolo di questa giovane azienda.
Il dolce, che chiude in bellezza la serata, è un Semifreddo Pralinato al Latte di Mandorla, cremoso alla pesca e cioccolato fondente accompagnato da piccola pasticceria. Gradevolissimi gli accostamenti tra gli ingredienti che si fondono perfettamente mentre si sciolgono piacevolmente in bocca.
Photo by Tommaso Esposito
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