L’apparecchio inventato, manco a dirlo, in Catalogna, riconosce tipologia, persino l’annata e tutte le proprietà di un vino. Una soluzione per il Brunello 2003?
Roma- Un «sommelier elettronico» portatile «assaggia» rapidamente i vini e scova eventuali frodi e magari anche pericolose sofisticazioni: è questo lo scopo del congegno, una lingua elettronica, messo a punto da Cecilia Jimenez-Jorquera dell’Istituto di Microelettronica di Barcellona.
La lingua elettronica, presentata sulla rivista della Royal Society of Chemistry, «The Analyst», funziona grazie a sei sensori, ciascuno in grado di riconoscere specifiche proprietà del vino come l’acidità, il contenuto in alcol, lo zucchero.
La lingua «sommelier», economica e portatile, può essere programmata per riconoscere diverse tipologie di vino ed essendo basata su un dispositivo integrato multisensore è sensibilissima anche a impercettibili differenze nella composizione del vino. Così al momento dell’assaggio di un vino, la lingua snocciola tutte le verità contenute nella bevanda in test: per esempio se la lingua testa quello che le viene presentatò come un Tocai friulano, i suoi sensori le permetteranno di capire se veramente di Tocai si tratta, nonchè di quale annata è, da quali vitigni proviene, e anche, quindi, se contiene additivi o altre sostanze che non fanno parte della «originale ricetta» del Tocai.
«Il dispositivo – ha dichiarato Jimenez-Jorquera – può essere usato per smascherare eventuali frodi, per esempio connesse al vitigno di provenienza del vino, all’annata della bottiglia» e anche alla presenza di altre sostanze.
Il fatto che sia un dispositivo portatile lo impreziosisce ancora di più perchè può permettere di svolgere le ispezioni direttamente sul campo di indagine, senza necessità di inviare i campioni a un laboratorio di analisi centralizzato e di attendere i risultati dei test. Ipoteticamente un simile dispositivo potrebbe quindi essere usato anche per i controlli antisofisticazioni.
Fonte ANSA
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