di Francesca Faratro
Per festeggiare l’arrivo della DOP per la colatura di alici a Cetara, l’azienda Armatore amplia la propria selezione di prodotti in occasione del Natale.
Forte è il richiamo di valorizzare un prodotto oggi ricercatissimo, ma che ha le sue origini povere proprio nella vigilia di Natale a casa dei pescatori, che utilizzavano la colatura come condimento dei piatti di magro.
La scelta di Armatore è stata quella di impreziosire, con la ceramica dai decori marinari, i piccoli orci di colatura di alici.
Con un contenuto davvero speciale la “Colatura Riserva 2017”, una Special Edition frutto della lavorazione attenta, dell’attesa e della maturazione nei terzigni che va dai 24 ai 36 mesi.
«Abbiamo creato gli orci di ceramica per un motivo ben preciso: accompagnare chi degusta la nostra colatura in un viaggio attraverso l’autenticità del nostro borgo, Cetara, lasciandogli avvertire il vigore del mare e, allo stesso tempo, la vitalità delle persone che lo abitano ed il lavoro paziente dei pescatori», ci racconta Luigi Della Monica uno dei titolari dell’azienda.
Un’azienda sempre attenta ai temi della pesca sostenibile, a partire dal rapporto con i pescatori e dalla salvaguardia delle aree marine. Allo stesso tempo una visione che contempla il coinvolgimento degli artigiani locali, come i ceramisti della Costiera per una cura minuziosa del packaging.
Contenitori in ceramica belli, con quattro disegni diversi, ognuno capace di esprimere le espressioni di un universo di simboli, da sempre utilizzati dall’uomo, dai molto suggestivi: Routes, Viaggio, Nodi e Simboli.
Un’azienda che ci piace raccontare proprio per la coesistenza del rispetto della tradizione di un prodotto antico e del lavoro dei pescatori con le policy attente alla sostenibilità ambientale e, allo stesso tempo, senza rinunciare alla ricercatezza di tutti gli aspetti della commercializzazione.
E’ di quest’anno, ad esempio, la firma della famiglia Della Monica di un contratto con Aquafil S.p.A. , produttore di “econyl”, un nylon riciclato, ottenuto dalle reti di pesca abbandonate in mare. Con questo particolare materiale, Armatore ha in programma di creare una linea di abbigliamento tecnico. E, a proposito di attenzione alla sostenibilità ambientale, il nuovo stabilimento di Salerno – dove l’azienda sposterà l’intero processo di produzione – sarà completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Al suo interno ci sarà anche la possibilità di effettuare visite guidate per far conoscere le tradizionali tecniche di produzione e di trasformazione dei prodotti.
«Vogliamo sensibilizzare il consumatore facendogli capire che una pesca sostenibile è possibile, informandolo, invogliandolo all’acquisto di prodotti etici e salubri. Così sarà lo stesso consumatore consapevole a diventare un attore principale della salvaguardia delle comunità costiere, proteggendo non solo il territorio ma anche il benessere dei pescatori ed investendo così nel futuro delle nuove generazioni».
Dai un'occhiata anche a:
- La Ciceria di San Felice: i ceci di Cicerale al massimo livello biologico
- Enoteca Sapori d’Arneo e la Putea di Ilaria Donateo a Porto Cesareo
- La Paposcia del Gargano: gli indirizzi di chi la fa davvero buona
- Gli antenati della Carbonara al Sud: Scarpella, pastiere montorese e vermicelli pertosani
- La mela limoncella di Sant’Agata sui Due Golfi in Penisola Sorrentina
- Il cotechino irpino e la pezzente
- Il vero ragù napoletano secondo la tradizione di Raffaele Bracale
- Carciofi che passione: 33 ricette per tutti i gusti: assoluti, tradizionali,d’autore, con pasta, carne, pesce o vegan