Aris 2012 Cirò rosso classico Sergio Arcuri. Ci sono vini ancora capaci di stupirti. Come questa magnum custodita gelosamente per qualche anno nella mia piccola cantina e stappata ieri con tanti amici in un pranzo di fine estate. Tempo fa scrivevo che la Calabria è un gigante che dorme, io credo che si stia risvegliando e a breve, ne sono convinto, non ce ne sarà per nessuno quanto a prodotti e verità da raccontare.
Sergio Arcuri appartiene a quella generazione che ha rilanciato l’immagine del Cirò di cui Giovanni Gagliardi è stato ed è l’aedo pazzesco e potente. Quella generazione in cui per la prima volta non ti proponevano solo il proprio vino quando andavi a visitare, ma ti portava anche nelle altre cantine per farti capir che era in corso un movimento. Quella generazione che non ha accettato di aggiungere uve internazionali per stravolgere il proprio vino e la propria tradizione.
Ed è stato così perché dopo il grandissimo lavoro svolto dai fratelli Antonio e Nicodemo Librandi, il Cirò grazie a loro si è tuffato nel mondo 2.0 conquistando consensi in quei circoli colti e in cerca di novitò.
Ma come, novità un vino che si beveva durante le Olimpiadi, quelle dell’Antica Grecia non le moderne? Ma certo, perché si è riusciti ad imporre una narrazione, ma soprattutto perché quello che erano uno svantaggi degli anni ’90, poco colore, poca ciccia, salinita, poca morbidezza, oggi sono diventate armi atomiche in un mondo di bevitori sempre pià alla ricerca della semplicità (che non è banalità).
Sergio Arcuri ha preso il testimone dal padre Peppe, che io conobbi durante la mia prima visita insieme fatta con Francesco De Franco e Giovanni Gagliardi. Nella sua cantina, in una stradina di Cirò Marina, le vasche di cemento e basta dove si lavorava e si lavora le uve da vigne ad alberello da cui nasce appunto l’Aris.
Come spesso succede in questo mondo, stando fermo si è trovato nella modernità assoluta. E non tanto per il metodo di lavorazione (come sapete non siamo affatto contrari a legni e legnetti), quanto per il risultato.
Ieri questo Aris si è reso subito riconoscibile come ben sanno gli amanti del Gaglioppo, una poco colorante e dunque adesso perciò tanto elegante. Le note di ciliegia fresca e croccante regalate da un’annata perfetta qual è stata la 2012 si baciavano con rimandi iodati, macchia mediterranea. Al palato c’è il meglio di questo vino: finissimo, con i tannini perfettamente lavorati dal tempo, bevibile, sapido, lunghissimo, assolutamente appagante e in grado di affronater qualsiasi cibo, chiusura amarognola, salina. Un vino assolutamente perfetto e il primo che commenta “sembra un Pinot Nero” lo cionco, perché in realtà il Pinot Nero, ma solo di quelli buoni, a somigliare al Gaglioppo, una delle migliori uve che il Padreterno ha regalato all’uomo.
Che dire, se non aggiungere che il prezzo è risibile, ossia sui 15 euro in rete che vi portano dritti al Paradiso, il vino di una vita perchè sette anni non sono nulla per questo vitigno calabrese, lo sappiamo bene grazie a tante verticali che abbiamo fatto.
Ci siamo ciaciati, arricreati, grazie ai famosi zuzzeri di Lello Tornatore ingentiliti con la ‘nduja. Matrimonio perfetto.
Un vini pazzesco. Potente!
Sede a Cirò Marina. Via Roma 3. Tel 0962.31723. www.vinicirosergioarcuri.it. Vitigni: gaglioppo.
Aris 2012 Cirò rosso classico Sergio Arcuri.
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