Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 25 a 30 in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio
Sei anni fa i Feudi hanno lanciato la linea Studi, un progetto che tende a valorizzare i migliori vigneti tra i quasi 300 di proprietà sparsi per l’Irpinia. Uno di questi è ovviamente nella mitica località Arianiello del comune di Lapio resa famosa dall’azienda di Clelia Romano, Colli di Lapio. Proviamo dunque con piacere questo Fiano, il prio uscito della serie che ormai ha otto anni e che si dimostra giovanissimo, ricco di energia e pimpante. Proprio a Lapio questo bianco regala alcune delle maggiori soddisfazioni agli appassionati grazie alla giusta combinazione tra frutto e freschezza. Una indicazione per vini ricchi capaci di ben evolvere nel tempo. Questo Studi si presenta ancora ai primi passi, con una acidità decisamente in primo piano e dunque anche promessa di buona longevità con il passare del tempo. Da conservare e aspettare con pazienza.
Scheda del 12 settembre 2015. II vino è materia viva così le similitudini non mancano certo: ad esempio quella del colpo di fulmine per una persona perché il meccanismo è lo stesso. Provi un bicchiere e pensi immediatamente che è questo il sorso che avresti voluto sempre fare e ti chiedi come sia stato possibile bere altre cose.
Ed è quello che mi è accaduto con l’Arianiello dei Feudi di San Gregorio l’altra sera, nel corso di una rilassante e istruttiva serata nella foresteria della cantina di Sorbo Serpico dove insieme a Pierpaolo Sirch e Francesco Domini abbiamo, come gruppo Slowine, avuto modo di provare tutte le etichette della linea Studi, ossia i cru prodotti in numero limitato, tra le 1200 e le 200 bottiglie da alcuni degli 850 vigneti aziendali.
Si tratta di un progetto di ricerca sul campo che prova a verificare, usando più o meno sempre lo stesso protocollo, l’espressione dei diversi territori ed in effetti si è trattato davvero di una esperienza molto interessante.
L’unico Studi prodotto dal 2012, anno della prima uscita, al 2014 (ancora in affinamento) è il Fiano di Avellino di Contrada Arianiello, così chiamata perché sempre esposta al vento e famosa per essere la sede di Colli di Lapio di Clelia Romano e di Rocca del Principe, due dei più grandi produttori di Fiano di sempre. Anche Angelo Silano ha prodotto un Arianiello con la sua azienda Feudo Apiano.
Siamo dunque nel comune di Lapio, patria del Fiano grazie alla riconversione operata da Mastroberardino tra gli anni ’70 e ’80, un paesino silente nel quale si producono bianchi dalle spalle larghe, con un frutto maturo ma non dolce, sostenuto da un buon corredo acido che gli consente di attraversare bene il tempo.
Per me il vino della serata è stato Arianello 2012, da bere tutta la vita perché una delle migliori espressioni di sempre raggiunta dal Fiano di Avellino vinificato solo in acciaio senza utilizzare il legno. In primo luogo il vino ha mantenuto una freschezza vibrante e intensa, ma questa di per se non è certo una novità per un bianco campano di tre anni. In secondo luogo la frutta ancora in primo piano ben matura al naso e croccante al palato. Il corredo balsamico e di macchia mediterranea si ritrova anche al palato dove l’ingresso è secco, sapido, veloce. Un Lapio snello e sapido come un Fiano di Montefredane ma reso molto più goloso proprio dalla buona componente fruttata e uno sbuffo finale di idrocarburo, appena un cenno, davvero gradevole. La chiusa amara, precisa, intensa, lunghissima.
Per un momento avrei voluto trasformare quella bottiglia corta e chiatta in una magnum come la zucca di Cenerentola diventa una carrozza, immaginando cosa sarebbe questo bianco in un vetro di questa dimensione.
Ma come tutti i colpi di fulmine, ho dovuto lasciare spazio all’immaginazione.
Fosse stato qualcosa di reale, una Femmena vera, le avrei detto molto semplicemente: ti sposo per stare con te tutta la vita.
Sede a Sorbo Serpico. Località Cerza Grossa Tel. 0825.9866 www.feudi.it. Enologo: Pierpaolo Sirch Uve: fiano e greco. Prezzo orientativo in enoteca: sui 15 euro Bottiglie: 20.000
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