di Lorenzo Allori
Nella prima afosa giornata di giugno siamo stati accolti dalla famiglia Dattilo nella loro tartufaia alle pendici degli appennini tosco-emiliano, sui colli di Savigno, piccola città nei pressi di Bologna.
D’altronde quale miglior modo di inziare la conoscenza della Appennino food group, se non quello di iniziare dal centro nevralgico e iniziale della loro produzione, ovvero quello della vendita e trasformazione dei tartufi?
Luigi Dattilo, il fondatore, inizia per passione, quando quasi maggiorenne all’automobile preferisce un cane da tartufo. Negli anni la vocazione si fa mestiere e prende la decisione di costituire una società a Monteveglio, per vendere tartufo in Italia e all’estero ai migliori operatori del settore, grazie alle partnership con grandi brad, quali Selecta e di recente Metro.
La vera svolta, tuttavia, arriva con l’entrata del fratello nell’azienda a fine anni Novanta: si decide di implementare e riorganizzare la società ampliando la produzione e coinvolgendo nel tempo l’intero bacino dell’appennino italiano. Seguono nel tempo i successi in campo internazionale con l’esportazione di prodotti a base di tartufo, senza aromi chimici e lavorati da fresco con materie prime di alta fascia (burro chiarificato al tartufo, olio al tartufo, tartufo in scaglie essiccato, sughi al tartufo, miele al tartufo e molti altri), fino alla decisione di qualche anno fa di aprire un nuovo stabilimento proprio a Savigno, pensato appositamente per soddisfare le rigide norme alimentari statunitensi ( ambienti separati per ogni fase produttiva, deumidificazione totale, sterilizzazione dei prodotti, analisi settimanali, ecc.).
Gli ultimi innovativi progetti sono nati con l’obiettivo di aumentare l’export con gli U.S.A e mantenere il ruolo di leader per qualità e know-how in giro per il mondo. Innanzitutto la linea di sughi, pasta, sottolio de la “Dispensa di Amerigo”, nata e testata costantemente con la collaborazione del ristorante stellato Amerigo a Savigno; linea che intende proporre il meglio della tradizione italiana, in particolare appenninica, ai consumatori, stranieri in primis ma anche italiani, come il ragù tipico bolognese, la cacio e pepe, la pasta all’uovo.
La particolarità di questa linea è l’estrema selezione delle materie prime, lo studio attento delle ricette che vengono poi cotte sottovuoto e a bassa temperatura per mantenere tutte le proprietà orgnanolettiche dei prodotti iniziali e concentrare i gusti, senza il bisogno di aromi artificiali o conservanti.
Il secondo brillante progetto si concentra sul versante dell’innovazione digitale: è nata infatti da poco una app che permette a ogni ristoratore, da ogni parte del mondo e in qualsiasi orario, di scegliersi direttamente dalla cella il tartufo disponibile in azienda in quel momento, grazie alla trasmissione in diretta ventiquattrore su ventiquattro dei tartufi presenti.
Dopo la caccia al tartufo nello splendido boschetto di carpini, noccioli, querce, dove nascono spontaneamente i vari tipi di tartufo, e la visita allo splendido stabilimento di raccolta e trasformazione delle materie prime, ci spostiamo nel ristorante di Mastrosasso, agriturismo e azienda vinicola, per degustare un pranzo con i piatti e le materie prime del territorio.
Mastrosasso ha riaperto le sue porte, dopo l’abbandono di Irina Steccanella, con un giovane e talentuoso chef con l’intento di far assaporare la tradizione dei colli bolognesi e delle sue eccellenze locali agli ospiti di passaggio: piatti e impiattamenti volutamente semplici per rendere protagonista il gusto e la tradizione.
Sensazionali nella loro nuda immediatezza le due insalate di porcini e carciofi violetto di San Luca, nelle quale a sublimarsi in bocca sono le straordinarie materie prime scelte per il piatto, che regalo gusti intensi e complessi, degni di piatti assai più costruiti.
Impeccabili i due classici della cucina emiliana, il tosone (una sorta di crocchetta realizzata con parmigiano fresco di 3 giorni) con friggione e le tagliatelle con ragù di bovino; entrambi equilibrate, cotti e preparati alla perfezioni, saporiti ma non per questo pesanti o unti in eccesso.
Spazio anche alla creatività con l’uovo montato su crema di formaggio in abbinamento al “tuber aestivum” appena raccolto. Un piatto che riesce nel difficile compito di far emergere il tartufo, fornendogli quell’apporto grasso e dolce che lo esalta al meglio.
Entrambi questi luoghi, l’Appennino food group e Mastrosasso, risultano vincenti oggi perchà pur mantenendo un basso profilo lavoro per migliorare costantemente la loro qualità promuovendo il territorio italiano all’estero e facendo crescere la rete produttiva che gira loro intorno; risultano vincente poiché lavorano con umile onesta dalla parte dei clienti, tramandando il rito sacro dell’ospitalità e della solidarietà reciproca.
Appennino food- il vino dell’azienda vinicola Mastrosasso “Sabio” Pignoletto Bianco frizzante sui lieviti
Appennino food- il benvenuto: Tosone e friggione bolognese
Appennino food- primo antipasto – insalata tiepida di porcini, parmigiano reggiano, olio EVO umbro
Appennino food- secondo antipasto – crudaiola di carciofi violetto di San Luca (Presidio Slow Food), formaggio semi stagionato
Appennino food- le tagliatelle al ragù con parmigiano 24 mesi
Appennino food- Uovo montato, crema di formaggio, tartufo nero estivo, tigellina al burro e tartufo
Appennino food- selezione di dolci (sfogliatina con mascarpone e fragole; zuppa inglese)
Appennino food- piccola pasticceria (torta di riso tradizionale)
Appennino food group SpA
Indirizzo:Via del lavoro, 14, Savigno (Bo)
Telefono: 051960984
Sito: www.afoodgroup.it
Orari: Lunedì- Venerdì 09/17
Mastrosasso Torricella
Indirizzo: Via Scardazzo, 292, Savigno (Bo)
Telefono: 0516708552
Sito: www.mastrosasso.it
Orari: Mercoledì- Domenica 12.30/14.30; 19.30/22