di Marina Betto
Siamo alla quarta annata di Ao Yun il vino cinese di proprietà del gruppo LVMH nato sull’Himalaya nella regione dello Yunnan al confine con il Tibet, nella parte sud-occidentale denominata Shangri-Là. Le uve vengono da appezzamenti frammentati di diversi villaggi e la loro lavorazione è molto complessa caratterizzata da maturazioni difficoltose, vendemmie manuali e trasporti fatti per mezzo di muli che richiedono un grande aiuto e cooperazione dei contadini locali.
La vinificazione è separata per i diversi appezzamenti di vigneto eseguita con aerazione del mosto per compensare la mancanza di ossigeno che si soffre in quella regione a quelle altitudini, siamo infatti tra i 2200- 2700 metri sul livello del mare. La produzione di questo vino di taglio bordolese è stata vista come una convalida della capacità di produrre vino di questo particolare terroir e del paese, risalgono al 2000 i primi vigneti impiantati nella regione dal governo cinese con viti importate dalla Francia e Ao Yun ha già scalato le vette della critica internazionale, nel 2020 il critico enologico James Suckling gli aggiudica 96 punti per la sua purezza espressiva.
Il colore è rubino profondo e l’olfatto è stratificato come le pagine di un libro che si sfoglia velocemente si passa dal tabacco chiaro all’odore aromatico e intenso delle foglie di tè Yunnan aromi di fumo particolari che riportano la mente alla Cina e le sue case da tè insieme al legno di cedro, ai frutti esotici mescolati ai frutti rossi, al cacao, il peperone fresco e il pepe, la vaniglia, strascichi ammandorlati. Il gusto è succoso di trama elegante con tannini densi e finale lungo e salato.
E’ il clima che favorisce l’unicità di freschezza dei tannini che sono aggraziati e il suolo ricco di scheletro è quello giusto per aggiungere complessità. Ao Yun riflette quest’area unica, è un vino ben strutturato, preciso nella freschezza, dal tannino morbido e finale lungo con scia sapida. Dopo tre annate il melange di uve che compone Ao Yun dimostra maggiore integrazione, l’enologo bordolese Maxence Dulou e il suo team ha capito quali uve e soprattutto la loro provenienza abbia un impatto maggiore per il gusto e si è così deciso di rivedere nella miscela finale le proporzioni esatte di ogni terroir che è stato mappato scrupolosamente in 30 diversi tipi. Maxence Dulou ha affrontato tantissime sfide per la creazione di questo vino trasferendosi nello Yunnan con la sua famiglia. Deciso a rimanere sul campo per seguire passo dopo passo gli impianti e l’andamento delle viti in quella terra estrema. Conscio di come alcune uve donino più struttura altre più eleganza, altre diano più armonia, altre concentrazione, nel 2016 per la prima volta aggiunge un 4% di Syrah e un 2% di Petit Verdot per regalare maggiore complessità al palato, cambia l’utilizzo delle botti di rovere nuove diminuendolo a favore di botti di almeno un anno.
In questi ultimi anni è migliorata la gestione del vigneto e la vinificazione che viene aiutata dall’aggiunta di ossigeno, aumentando l’aerazione durante la macerazione e facendo la malolattica sia in botte sia in giarre di terracotta permeabili all’ossigeno. L’assemblaggio finale e l’assaggio è stato fatto per la prima volta per l’annata 2016 al livello del mare ad Hong Kong per essere più accurati visto il grado di umidità più costante. Ao Yun 2016 mostra più morbidezza e già tanta eleganza sebbene i tannini siano ancora un po’ verdi, la freschezza è sempre abbondante svelando quelle sensazioni di frutta esotica che gli sono caratteristiche. Il prezzo di Ao Yun si aggira sui 250 euro a bottiglia.
Storia (note ufficiali)
In una delle aree più remote della Cina, ai piedi del Sacro Monte Meili – nella provincia dello Yunnan – si trovano i vigneti di Ao Yun, considerati la nuova frontiera del vino d’eccellenza. La città più vicina è quella Shangri-La magnificamente descritta come un’utopia mistica nel romanzo di James Hilton del 1933, Lost Horizon.
In questo paradiso naturale, tra montagne innevate e gole profonde, nasce Ao Yun, il cui nome significa “volare sopra le nuvole“, come un’eco delle nuvole vaganti caratteristiche della zona.
All’inizio del 2008, Estates & Wines – la divisione vini di Moët Hennessy – ha chiesto all’enologo e scienziato australiano di fama internazionale, il dott. Tony Jordan, di avviare una ricerca in Cina per trovare un territorio che presentasse le condizioni e il potenziale per produrre un vino rosso di qualità mondiale.
Il Dr. Jordan si è quindi avventurato in questo viaggio verso l’ignoto, durante il quale ha consultato le autorità cinesi in ambito di vinificazione, visualizzato i dati satellitari e installato stazioni meteorologiche dove prima non esistevano. Nel primo anno di esplorazione, dopo aver visitato decine di aree, si è reso conto che il 99% del territorio cinese non presentava le caratteristiche richieste e ha quindi iniziato a cercare un microclima nelle regioni meridionali.
Dopo quattro anni di viaggi, è finalmente approdato ai piedi dell’Himalaya, nell’area dei tre fiumi paralleli della provincia cinese dello Yunnan, una regione selvaggia protetta dall’UNESCO, dove il monte Meili si innalza di 6.740 metri sul livello del mare. Il dott. Jordan ha individuato un microclima ideale nel villaggio di Adong, luogo di incredibile bellezza nonostante ostacoli fisici come la mancanza di strade e l’elettricità. È su queste colline che il sogno ha cominciato a prendere forma per diventare realtà.
Su questi ripidi pendii terrazzati l’agricoltura era presente già da oltre un secolo, con vigneti piantati per la prima volta sulla montagna alla fine del XIX secolo dai missionari gesuiti. Nel 2000, il governo cinese ha incoraggiato gli agricoltori locali a piantare viti, importate dalla Francia, con l’obiettivo di rilanciare l’economia della zona e rallentare l’esodo rurale.
Nel 2012, affascinato dalla meraviglia di ciò che poteva essere nascosto in questa remota parte del mondo, Maxence Dulou, un enologo di Bordeaux che ha sempre sognato di scoprire un nuovo terroir, si è trasferito nello Yunnan con la sua famiglia e si è unito all’avventura di Ao Yun. Maxence ha affrontato una serie di sfide imprevedibili nella nascita di Ao Yun, dalla dotazione del sito di elettricità all’importazione di barili dalla Francia. Un anno dopo, ha realizzato la prima annata di Ao Yun, il 2013, rilasciata nel 2016. Il vino ha immediatamente ricevuto il plauso internazionale dalle principali autorità vinicole mondiali.
Ao Yun diventa così la prima cantina sull’Himalaya. Esiste grazie alla determinazione, alla passione, alla dedizione e al duro lavoro del suo giovane gruppo di viticoltori cinesi, nonché alla coesistenza pacifica tra la natura e le 120 famiglie di agricoltori locali. Ao Yun è il primo del suo genere e aggiunge una nuova regione, lo Yunnan, alla mappa mondiale della vinificazione.
Clima
Le notti dello Yunnan sono fresche, mentre le giornate non troppo calde. Le lunghe ombre proiettate dalle montagne bloccano la luce solare verso la valle, diminuendo la durata delle ore di luce solare diretta durante il giorno, ma allungando così il periodo di maturazione delle uve (160 giorni dalla fioritura al raccolto rispetto ai 120 giorni di Bordeaux). Queste condizioni sono così correlate alla freschezza del vino e al migliore potenziale di invecchiamento.
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Filosofia
Gli agricoltori locali vivono in queste terre da secoli e si sono adattati a questa ripida regione montuosa costruendo terrazzamenti. Allevano bovini e raccolgono funghi e piante medicinali da quote più elevate in montagna. Ao Yun ha adottato questo stile di vita e fa del suo meglio per rispettare e mantenere queste tradizioni.
Gli animali e le piante si nutrono reciprocamente in un sistema chiuso, grazie al quale la Tenuta è pienamente sostenibile. Maxence Dulou definisce questo fenomeno un circolo virtuoso, che onora la generosità della natura e protegge un ambiente incontaminato, che esiste da generazioni, non introducendo elementi estranei. Il team di Ao Yun ha un profondo rispetto per la terra e il suo circolo virtuoso.
VITICULTURA E VINIFICAZIONE
Un luogo mistico
I vigneti di Ao Yun sono situati tra quattro villaggi, due su entrambi i lati del fiume Mekong, ad un’altitudine compresa tra i 2.200 e i 2.600 metri, tra i vigneti più alti del mondo. I quattro villaggi sono Adong (2.600 m), Shuori (2.500 m), Sinong (2.300 m) e Xidang (2.200 m), ognuno dei quali produce vini di carattere distintivo che, quando miscelati, offrono la massima espressione del terroir himalayano.
Questi siti ad alta quota, con la loro elevata intensità luminosa, producono piccoli frutti a buccia spessa di eccezionale concentrazione, che si traducono in un vino di colore intenso con notevole freschezza e complessità.
Ao Yun è un vino rosso eccezionale prodotto a maggioranza da Cabernet Sauvignon con l’aggiunta di Cabernet Franc, creato da 314 parcelle su 27,7 ettari (68 acri) di vigneti. Tutti i processi di viticoltura vengono eseguiti a mano, senza l’ausilio di macchine.
Un approccio customizzato
A causa della varietà e diversità dei terroir, il team Ao Yun ha dovuto adottare un approccio personalizzato alla gestione dell’area, che è stata suddivisa in parcelle e sottoparcelle. È possibile trovare una varietà di terreni e climi in ciascuno dei quattro villaggi e persino variazioni all’interno dello stesso villaggio o parcella.
Nel 2015, il team ha suddiviso le sue 314 parcelle in 900 appezzamenti secondari, raggruppandoli poi in circa 20 diversi tipi di terroir, ognuno dei quali è gestito in modo diverso nel processo che va dalla potatura al blending finale.
Vinificazione d’altura
L’impatto principale sulla vinificazione di una cantina a 2.600 m di altitudine è il livello di ossigeno presente nell’aria, inferiore del 25% rispetto alla media. Per compensare la mancanza di ossigeno, la squadra di viticoltori di Ao Yun impiega barattoli di argilla solitamente utilizzati nella produzione di baiju cinese. Questi barattoli sono neutri (nel senso che non hanno un impatto diretto sul gusto) e consentono una migliore ossigenazione del vino rispetto ai serbatoi di acciaio, ammorbidendo così i tannini e aprendo gli aromi nei vini.
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I VINI
Ao Yun 2013 – il primo sorso di questo terroir himalayano
Rotondo e fresco
“La prima annata di Ao Yun offre tutta la finezza, la freschezza e la complessità di questo straordinario terroir dell’Himalaya, attraverso aromi stratificati e gusti accattivanti e penetranti”
Maxence Dulou, Estate Manager & Technical Director
Condizioni climatiche
Il 2013 è iniziato con un inverno caldo e secco e una primavera fresca con più pioggia del solito. L’estate ha presentato temperature medie, con maggiori precipitazioni rispetto alla media degli anni.
Blend
90% Cabernet Sauvignon
10% Cabernet Franc
Parcelle dei villaggi:
19% Adong
60% Shuori
18% Sinong
3% Xidang
Aspetto
Colore intenso
Naso
Aromi di tabacco biondo, foglia di tè Yunnan, ciliegia gialla, lampone, ribes rosso, pasta di mandorle, menta piperita.
Palato
Fresco e rotondo, succoso e bilanciato
“..uno dei migliori vini cinesi che abbia mai assaggiato” Jeannie Cho Lee MW, Forbes
“Ao Yun è senza dubbio il miglior vino rosso cinese che abbia finora provato”
Elin McCoy, Bloomberg.com
“Molti vini rivendicano la propria unicità: l’affermazione di Ao Yun è incontestabile”
Jancis Robinson MW, JancisRobinson.com
“Questa prima annata di Ao Yun è più vicina ai canoni stilistici dei migliori vini di Bordeaux che ai grandi vini del Nuovo Mondo”
Jean-Marc Nolant, Bettane + Dessauve
“È tutto fatto a mano. Bellissima struttura e profondità. Questo è un vino che colpisce davvero con la finezza e la qualità dei tannini. Continua per minuti. Meglio nel 2020 ma adesso così bene” James Suckling, JamesSuckling.com
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Ao Yun 2014 – il primo vino creato nella cantina di Adong
Strutturato e selvaggio
“Ao Yun 2014 è la seconda annata di questa avventura unica e mostra ancora più complessità rispetto al 2013, grazie alle migliori condizioni climatiche durante la stagione di crescita e l’ottimizzazione della gestione dei vigneti”
Maxence Dulou, Estate Manager & Technical Director
Condizioni climatiche
Il 2014 è stato il primo e il più piccolo raccolto di Ao yun. È iniziato con un inverno leggermente più caldo e più secco, seguito da una primavera più calda e più secca e si è concluso con una temperatura media e leggermente più pioggia in estate.
Blend
90% Cabernet Sauvignon
10% Cabernet Franc
Parcelle dei villaggi:
16% Adong
23% Shuori
30% Sinong
31% Xidang
Aspetto
Colore intenso
Naso
Aromi di legno di cedro, cannella, liquirizia, carne rossa, selvaggina, cuoio, frutti freschi di Cabernet Sauvignon, amarena, alghe, peonia.
Palato
Strutturato e selvaggio, potente e intenso
“…un enorme passo in avanti nella vinificazione cinese di qualità!”
Jean-Marc Nolant, Bettane + Dessauve
“Ricco e denso, con una certa complessità saporita al palato medio. Tannini gommosi molto buoni. Ottimo equilibrio e lunghezza con un chiaro potenziale di invecchiamento. Persistente” Jancis Robinson MW, JancisRobinson.com
“È molto bello e molto più fine, persino più delicato di quanto ci si aspetti”
Fine Wine Magazine
“Ao Yun 2014 è a un livello diverso: c’è maggiore intensità, profondità ed equilibrio. […]
Ao Yun del 2014 è sorprendentemente denso, più maturo e più potente del 2013. È anche più profondo, più complesso”
Jeannie Cho Lee MW, Forbes
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Ao Yun 2015 – il primo vino nato dalla mappa personalizzata di Ao Yun
Voluttuoso e speziato
“Considerando l’equilibrio armonico, il colore e la freschezza, siamo certi che invecchierà così come il miglior Cabernet Sauvignon e forse anche meglio. Ao Yun è un’avventura vivente che condividiamo”
Maxence Dulou, Estate Manager & Technical Director
Condizioni climatiche
Il 2015 è stato l’anno più caldo e secco per Ao Yun, ma anche quello con il raccolto più grande. È iniziato con un inverno leggermente più secco, seguito da una primavera più calda e asciutta e si è concluso con temperature medie e meno pioggia in estate.
Blend
79% Cabernet Sauvignon
21% Cabernet Franc
Parcelle dei villaggi:
31% Adong
41% Shuori
13% Sinong
14% Xidang
Aspetto
Colore intenso
Naso
Aromi di chimenea fredda, sandalo Mysore, incenso Dhofar, fragole fresche e ben mature tritate, prugna, ciliegia candita.
Palato
Voluttuoso e speziato, seducente e rotondo
“Migliora di anno in anno, a partire dal 2013, la sua prima annata rotonda ed equilibrata, proseguendo con il 2014 più floreale e concentrato, mentre il 2015 è voluttuoso e lussureggiante” Jeannie Cho Lee MW, Forbes
“L’ultima annata di Ao Yun è la migliore di sempre. Il miglior vino cinese. Le annate precedenti stanno invecchiando molto bene con la risoluzione e la complessità del tannino…”
James Suckling, JamesSuckling.com
“Naso intenso, concentrato, decisamente fruttato […] Degno di nota”
Jancis Robinson MW, JancisRobinson.com
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Ao Yun 2016 – il primo vino nato da degustazioni a livello del mare
Persistente ed esotico
“Ao Yun 2016 simboleggia la rinascita del nostro vino attraverso nuovi innesti, nuovi terroir e nuove varietà di vitigni che apportano complessità ed eleganza”
Maxence Dulou, Estate Manager & Technical Director
Condizioni climatiche
Quest’annata è stata caratterizzata da un finale di stagione particolarmente propizio ad una maturazione ottimale delle uve. L’anno è iniziato con un inverno più secco e freddo della media, seguito da una primavera molto più piovosa e fresca fino all’inizio della nuova stagione e si è concluso con un’estate e un autunno decisamente più asciutti e più caldi.
Blend
74% Cabernet Sauvignon
20% Cabernet Franc
4% Syrah
2% Petit Verot
Parcelle dei villaggi:
17% Adong
25% Shuori
36% Sinong
22% Xidang
Aspetto
Colore scuro e profondo
Naso
Aromi di fumo, legno di cedro, frutta gialla ed esotica mescolata a frutta rossa
Palato
Persistente ed elegante, con tannini estremamente morbidi e densi, seguito dal lungo finale minerale sapido, tipico di Ao Yun.
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L’evoluzione di Ao Yun dal 2013 al 2016
- La gestione dei vigneti
2013: osservazione del terroir
per la prima vedemmia della tenuta, il team ha compiuto un lavoro lungo e meticoloso per comprendere la complessità del terroir sia in materia di composizione del suolo che di clima. I processi di irrigazione e di raccolta sono stati costruiti su misura
2014: analisi del suolo
alla fine del 2013 è iniziato uno studio approfondito del suolo, in collaborazione con un esperto di terroir francese, per identificare le parcelle che condividessero caratteri simili così da poterle gestire in maniera coerente. Solo il 50% dei blocchi è stato identificato
2015: personalizzazione del processo
nel corso dell’anno le osservazioni condotte hanno permesso di raffinare la gestione del vigneto. Le 314 parcelle sono state ulteriormente divise in sottogruppi così da creare una mappa che illustrasse meglio le osservazioni raccolte e definisse in maniera più accurata il territorio
2016: ridefinizione della mappa del territorio
sono state riscontrate variazioni in ciascun villaggio della tenuta, dovute alle differenti altitudini, esposizioni al sole e al vento, smottamenti e depositi fluviali. L’identificazione di 900 sottoparcelle, raggruppate poi in 30 tipi di terroir, hanno permesso di ridefinire la mappa del territorio e personalizzarne la viticoltura.
- Le condizioni climatiche
2013: il primo assaggio del terroir himalayano
l’anno è iniziato con un inverno mite e asciutto e una primavera fresca e più piovosa del solito. L’estate ha presentato temperature nella norma, con più pioggia rispetto agli altri anni.
In queste condizioni a Shuori, Sinong e Xidang ci sono state raccolte molto buone considerando i criteri di finezza, freschezza e complessità ricercati, mentre ad Adong è stata più difficile. È anche vero che i primi tre villaggi richiedono meno calore e più precipitazioni dal momento che si trovano in condizioni climatiche più calde e con terreni più secchi.
Le vendemmia in tutti i villaggi sono iniziate più tardi del solito con rese più basse di quelle attese a parte Shuori:
Adong, dal 30 ottobre all’11 novembre, 19 ettolitri per ettaro
Shuori, dal 9 al 18 ottobre, 33 ettolitri per ettaro
Sinong, 22 settembre, 15 ettolitri per ettaro
Xidang, dal 20 al 22 settembre, 13 ettolitri per ettaro
2014: una vendemmia anticipata e con minore resa
inizio con temperature più calde e asciutte sia in inverno che in primavera, conclusione con temperature nella media e leggermente più pioggia in estate.
Grazie a queste condizioni, tutti i villaggi hanno performato in maniera ottimale, raggiungendo gli obiettivi di finezza, freschezza ed eleganza attesi.
La vendemmia in tutti i villaggi molto prima del previsto grazie alle condizioni climatiche e le rese sono state le più basse di sempre:
Adong, dal 7 al 21 ottobre, 18 ettolitri per ettaro
Shuori, dal 18 al 30 settembre, 16 ettolitri per ettaro
Sinong, 23 settembre, 11 ettolitri per ettaro
Xidang, 14-15 settembre, 16 ettolitri per ettaro
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2015: la vendemmia più calda e asciutta di sempre e con la maggiore resa
l’anno è iniziato con un inverno leggermente più asciutto, è proseguito con una primavera più calda e secca, si è concluso con estate dalle temperature nella media e meno pioggia.
Stante queste condizioni, i villaggi di Adong e Shuori hanno ottenuto rese migliori.
La raccolta è iniziata prima del previsto ma non tanto quanto nel 2014; la resa è stata la maggiore di sempre:
Adong, dal 9 al 19 ottobre, 30 ettolitri per ettaro
Shuori, dal 25 settembre al 12 ottobre, 39 ettolitri per ettaro
Sinong, 24-25 settembre, 29 ettolitri per ettaro
Xidang, dal 17 al 23 settembre, 28 ettolitri per ettaro
2016: l’annata più fresca e piovosa
Un inverno più fresco e asciutto del solito segna l’inizio del 2016, seguito dalla giusta quantità di pioggia nella stagione successiva e da estate e autunno caldi. I mesi di agosto e ottobre sono stati particolarmente caldi rispetto al normale, con un numero record di giornate soleggiate e afoso che, combinati con le notti fresche, ha permesso ai tannini di svilupparsi nonostante la primavera e l’inizio dell’estate fossero stati più freschi e umidi. Le vendemmie di Sinong e Xidang hanno espresso in maniera eccezionale le caratteristiche necessarie per creare Ao Yun.
Il raccolto è iniziato più tardi per tutti i villaggi, con rese molto basse che sono state abbassate durante la vendemmia verde per raggiungere una maggiore concentrazione:
Adong, dal 4 al 9 novembre, 16 ettolitri per ettaro (eccetto i vini giovani Merlot vendemmiati il 18 ottobre)
Shuori, dal 5 al 27 ottobre, 22 ettolitri per ettaro
Sinong, dal 17 settembre al 4 ottobre, 36 ettolitri per ettaro
Xidang, dal 2 al 17 settembre, 21 ettolitri per ettaro
- La vinificazione
2013: condizioni difficili e fortune
le botti nuove apportano ossigeno ai vini ma aggiungono anche tannini forti, mentre le botti di secondo passaggio rischiano la contaminazione da microrganismi. I vasi baijiu di terracotta, con coperchi realizzati ad hoc, consentono l’ossigenazione senza alterare il sapore del vino. Sono state utilizzate il 40% di botti nuove per 10 mesi e il resto affinato in vasetti di terracotta da 500 e 1000 litri (40%) e vasche (20%) di produzione locale.
2014: la prima annata creata nella cantina di Adong
la seconda annata è stata la prima prodotta a 2600 m. nella nuova cantina. Essere nata in un vigneto con il 25% di ossigeno in meno rispetto alla media, è forse il motivo per cui la 2014 mostra aromi complessi e ridotti e ha bisogno di più aria rispetto ad altre annate.
2015: ottimizzazione della vinificazione
nel 2015 si ottimizza il processo di vinificazione, aggiungendo più ossigeno: si è compensata la sua mancanza con più rimontaggi e travasi.
2016: migliorato l’assemblaggio e la degustazione
per la prima volta dalla sua nascita, il blend finale della vendemmia 2016 di Ao Yun è stato deciso a livello del mare, ad Hong Kong, dove il grado di umidità dell’aria è più costante. Un’altra novità del 2016 è che sono stati aggiunto all’assemblaggio anche il 4% di Syrah e il 2% di Petit Verdot, per conferire una complessità ed eleganza ancora maggiori. Il Syrah aggiunge morbidezza e un finale lungo mentre il Petit Verdot aggiunge una certa profondità al palato. L’annata 2016 è stata affinata in poche botti di rovere nuove e in più botti di primo passaggio, aggiungendo ancora più finezza al vino.
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MAXENCE DULOU
Estate Manager & Technical Director
Nato a Le Sauternais, Maxence Dulou ha studiato tecniche di vinificazione bordolese e gestione dei vigneti all’Università di Bordeaux. Dopo essersi laureato nel 2001 con un Diploma Nazionale di Enologia (DNO), è entrato in un laboratorio di Bordeaux, dove ha fornito supporto personalizzato a più di 30 domains della regione.
È successivamente diventato direttore di un laboratorio di enologia sudafricano. È tornato successivamente in Borgogna e successivamente è stato per 2 anni winemaker per una proprietà a conduzione familiare in Cile.
Tornato in Francia nel 2005, ha lavorato per Saint Emilion Château Quinault come responsabile sia della viticoltura che della vinificazione. Lo Château è stato acquisito nel 2008 e la sua gestione è stata affidata alla squadra di Château Cheval Blanc. Mentre lavorava con loro, Maxence ha continuato i suoi studi per diventare un ingegnere agronomico.
Ha accettato con entusiasmo la sfida di trasferirsi con moglie e due figli piccoli nella regione dello Yunnan, assumendosi la responsabilità del team di vinificazione e viticoltura presso la Moët Hennessy Shangri ‐ La Estate nel 2013. Nel 2015 è stato nominato Estate Manager.
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