Difficile passare da Anzio e non provare la cucina di Romolo e Luisa, oggi con i figli Marco, chef e Walter, anche sommelier. Tipico ristorante marinaro che affaccia sui pescherecci e i traghetti in partenza per le isole pontine. Circa 60 coperti, arredo semplice e alleggerito nel corso degli anni, fiori freschi ai tavoli. Di sabato e domenica, soprattutto nella bella stagione, è molto affollato, i tavoli esterni vanno a ruba e il servizio un po’ in affanno, ma la regia dei due fratelli non perde un colpo e i ragazzi in sala si muovono con sicurezza. Grande professionalità e materia prima impeccabile. Su questo non ci sono dubbi. Qualche perplessità sui bicchieri: con un sommelier in sala e una bella carta dei vini ben distribuita tra estero e territorio i calicetti da trattoria proprio non ci stanno.
Scegliamo dalla carta l’opzione “assaggini e delizie alla Romolo” pur sapendo che con gli antipasti spesso poi difficilmente si riesce a provare molto altro. Ma è anche vero che così si ha subito una bella fotografia della cucina. E infatti arrivano in successione: alicette imbottite con mozzarella e fritte, polipetti con pane tostato, insalatina tiepida di patate novelle con seppie e olive, degli ottimi tortini in miniatura di palamita, dei bocconcini di arzilla, la millefoglie di patate e merluzzetti con primo sale, calamari fritti serviti con una sorta di ketchup ai peperoni, cous cous di pesce spada; calamari in umido con fave e patate. I fritti sono asciutti, croccanti e tutti golosi. Il pesce è saporito ed è trattato con rispetto anche nelle ricette più elaborate.
Anche il piatto di crudi è molto invitante e per gli appassionati del genere vale il viaggio. Tra i primi in carta proviamo le due minestre “storiche”, quella di pesce misto alla Romolo, con pomodoro e spaghetti spezzati e quella di pasta “ammischiata” con legumi (io ho provato la variante con i ceci) e fondo di pesce. Più saporita e convincente sicuramente la prima, giocata sulla solidità e concretezza del pomodoro con il mix di pesce da zuppa, mentre la seconda è meno incisiva (e poi, a volerla dire tutta, doveva vedersela con la mia personale memoria gustativa della pasta mista di Gragnano con crostacei e piccoli pesci di Gennaro Esposito e quella, pure molto buona, di ceci e gamberi di Gigi Nastri da Settembrini — un doppio imprinting ammischiato dal quale difficilmente uscirò. Almeno in questa vita).
Tra gli altri primi piatti in carta: fettuccine casareccie impicciate ai frutti di mare (tutta la pasta all’uovo è fatta in proprio), linguine con scampetti, calamaretti e bottarga casalinga, maltagliati con piccole verdure, gamberi e pomodorini freschi; spaghetti alici e pecorino e spaghetti “Anzio” con pesce fragolino, cipolla calabrese e schiacciata di patate. Tra le ricette di Romolo per i secondi piatti: il fragolino al forno con patate, il sarago in padella con limoni e olive, la pescatrice alla cacciatora, e una maestosa insalata di crostacei o di pesce bianco.
Si chiude con una discreta scelta di dessert, tutti casalinghi e molto semplici, come la buona crostata di frutta con confettura prodotta in proprio (si sente) e frutta secca oppure il semifreddo al cappuccino, cavallo di battaglia di mamma Luisa. Qui, insomma, la seconda generazione ha sicuramente alleggerito forma e sostanza senza però stravolgere il locale e difendendone l’anima popolare e sanguigna. Accoglienza sempre calorosa, anche nei giorni più affollati, e conto sui 60 euro.
Virginia Di Falco
Via Porto Innocenziano, 19
Tel. 069844079
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il mercoledi
www.romoloalporto.it
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