Michele Spadaro è il nuovo chef del ristorante Pashà di Conversano
“Quando ho chiesto a Michele Spadaro di assumere la responsabilità della cucina che è stata di mia madre ho pensato: Maria Cicorella prese la stella portando all’ispettore Michelin un piatto di orecchiette”
Grande, grandissimo uomo di sala (premiato da 50 Top Italy nella prima edizione), gentiluomo di altri tempi, Antonello Magistà è uno che guarda avanti e non si ferma a fare polemiche: “non servono proprio a nulla, ma pochi lo hanno capito. Ogni esperienza ha un suo perchè, ma se non si arriva ad un obiettivo, per esempio le due stelle, non è colpa della Puglia o della scarsa comunicazione. Non mi pare che la comunicazione della splendida famiglia Mellino ai Quattro Passi sia stata così potente: solo, si fa per dire, un meraviglioso passa parola tra clienti innamorati, i sacrifici della famiglia, la bravura di Fabrizio in cucina e di Raffaele in sala, ha portato alle Tre Stelle. Forse perché hanno investito in formazione non in comunicazione”.
Aria nuova, dunque nel suo ristorante.
Antonello mi fa un anticipo in stile Netflix.
Personaggi e interpreti
I profumi e i sapori autentici della cucina tradizionale interpretati da ‘Giovani&scapestrati’ (tratto da una storia vera)
Attori protagonisti
Cucina: Spadaro-Colucci-Lenoci
Sala e servizio, attrici preziose e protagoniste: Rossana Minunni, Mariella Perricci, Luciana Lapertosa
Scenografia: Capricci delle badesse
Maestro del vino: Juan Pablo Nieva
Consolle: Nina&Nene
Regia: Antonello Magistà
Pensato, scritto, prodotto e girato in Conversano,Puglia
La trama, che mi fa salivare è la seguente
– polpetta di pane;
– cocktail di gamberi;
– cialledda;
– tramezzino di carne;
– riso, patate e cozze;
– tagliatella di seppia;
– gnocco inzuppato;
– caprese, caviale e focaccia all’olio;
– triglia, cicoria e friggitello;
– companatico
– capretto e ortaggi
– macedonia e gelato
– aih, si è sciolto lo spumone!
– mignon
That’s All Folk!
Michele Spadaro da maggio è parte del neonato culinary board di Pescaria, insieme agli chef Peppe Guida e Maria Cicorella. Pochi giorni fa ha ricevuto il premio “Rising Star” durante l’evento Most Powerful Chef di Forbes che radunava i 25 chef più importanti in Italia selezionati da Maddalena Fossati, mica pizza e fichi, , con la seguente motivazione: “appassionato sostenitore della cucina del Meridione, è l’astro nascente della cucina italiana con la sua filosofia semplice e legata alle radici”.
Il suo secondo sarà Cosimo Colucci, giovanissimo pugliese di ritorno da un’esperienza come Chef de Partie nel tristellato Cocina Hermanos Torres di Barcellona. I fratelli Sergio e Javier amano i cuochi italiani e danno loro ampie responsabilità nel loro straordinario locale che abbiamo visitato qualche mese fa e che abbiamo trovato allegro, saporito, energizzante e autoironico.
“La cucina – spiega Antonello – è una parte importante di un progetto più vasto che comprende la sala, la cantina che deve avere al centro il cliente, non l’ossessione di un punteggio o la partecipazione a un congresso. Molti confondono l’avanguardia con l’essere contemporanei: la Michelin ha dimostrato che cerca il Mediterraneo quando viene in Italia al Sud e un serio progetto di ristorazione, che ha il break even point non nell’ansia di prestazione di uno chef che scoppia sopra i dieci coperti, ma il conto economico che consente di andare avanti e pagare gli stipendi. Purtroppo ci sono alcuni cuochi che vedono l’imprenditore come un pozzo senza fondo a cui attingere a prescindere dai risultati, sia economici che in termini di riconoscimenti. Il Covid ha messo in crisi questo sistema, la gente è stanca di omaggiare l’ego di qualche cuoco, vuole solo trascorre una serata tranquilla, bere e mangiare bene stando a proprio agio e pagare il giusto. Questo è il mestiere. Il resto è…cinema!”
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