Antico Franceschiello a Massa Lubrense
Via Partenope 27
Tel.081 533 9780
sempre aperto
Due riflessioni ci accompagnano in questa nostra incursione in uno dei templi della ristorazione della Penisola Sorrentina, precisamente in uno dei tre locali che possono vantare più di cento anni a gestione diretta. La prima è che si mantiene alta la tensione sulla qualità dei prodotti e del servizio non si diventa mai “superati”, anzi si tiene il passo con la modernità. La seconda è che quando ci serviamo da persone che fanno il mestiere del padre, magari anche del nonno, non troviamo mai un eccesso di esibizione di grinta oggi tanto di moda, ma tanta sicurezza e serenità, quella di cui abbiamo bisogno quando ci curiamo, andiamo da un avvocato o, meglio, ci sediamo a tavola. Non abbiamo bisogno di canta storie, ma di piatti veri sul tavolo.
Eccoci dunque all’Antico Francischiello, fondato dal nonno di Franco e Firminia nella piazza di Massa Lubrense e poi spostato qui, di fronte a Capri, con una terrazza con vista sull’infinito. Il nonno si chiamava Franco, detto appunto Francischiello, il papà Giuseppe, la generazione che dato una grande accelerata al locale facendolo diventare un punto di riferimento assoluto.
Qui tutto respira storia senza essere museale.
E non potete dire di essere stati in Penisola Sorrentina se non siete passati da qui.
Uno squardo agli interni e agli esterni prima di proseguire.
Cosa si mangia all’Antico Francischiello
Giochiamo in questa visita la partita dei ricordi, storditi dalla bontà di quello che ci viene servito: pomodoro di Sorrento dell’orto ben mturo e che da solo vale il viaggio, una caprese memorabile che appaga. Poi tre calci di rigore a porta vuota eseguiti magistralmente dal cuoco. Antonino Attardi: la parmigiana di melanzane, i cannelloni che la leggenda vuole essere nati proprio qui e i mitici gnocchi alla sorrentina, un piatto di successo felicemente rilanciato dallo Gnocchi day pensato da Carmen Davolo.
Dicevo prima che se si tiene alta l’asticella della qualità non si diventa mai superati. Mai nei ricordi della nostra lunga vita di mangiatori seriali abbiamo provato dei classici di pasta così golosi, ben eseguiti, buonissimi e indimenticabili. Certo. nel menu trovate anche altro, un’ottima cucina di pesce per esempio, e non ptrebbe essere diversamente, le paste dell’estate dalla Nerano ai frutti di Mare: ma a noi piace partire dalle fondamenta della gastronomia locale, quello che cercano i turisti ed è importantissimo trovarlo non banalizzato e soprattutto non rovinato. In Italia purtroppo l’aggettivo turistico indica un minus e non un bonu perchè la maggior parte dei ristoratori pensano che gli stranieri capiscono poco o nulla di cucina e decidono di fare margine abbassando la qualità. Niente di più sbagliato, nella tradizione dell’accoglieza italiana, soprattutto meridionale, al visitatore si deve dare il meglio.
E questa è la strada maestra che abbiamo trovato qui, compreso un carrello dei dolci finale, tutti fatti in proprio, dove non ci sta mediazione sulla qualità delle materie prime usate.
CONCLUSIONE
Un po’ come la pizza Da Michele, la cucina bolognese del Cambio, questo posto regala a tavola la strepitosa grandezza della cucina italiana classica, quella che assorbe quel che viene da lontano e lo rigenera come indiscutibilmente italiano. La ricetta è molto semplice: far bene e al massimo. Qui troverete finalmente la pace interiore che cercate a tavola, senza dover interrompere quattrocento volte il discorso per la presentazione di ogni piatto, non vi appelerete cercando di capire qual è l’ingrediente segreto prchè si va al sodo, alla verità della materia prima di un territorio che ha elaborato lo stile moderno della Dieta Mediterranea: pasta, orto, mare e poca carne. Punto.
Verrete in famiglia, in gruppo di amici, in un fujtina d’amore, per far bella figura con un ospite straniero.
Pagherete dai 50 ai 70 euro.
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