Antica Hirpinia, alle radici del Taurasi a Taurasi

Pubblicato in: I vini da non perdere

di Alberto Nigro

Parlare di vini irpini senza far riferimento al Taurasi è impossibile, così come è impossibile parlare di Taurasi senza far riferimento all’azienda Antica Hirpinia. Si tratta, infatti, di una realtà storica del territorio, sorta come cantina sociale nel 1959, divenuta “Enopolio di Taurasi” nel 1972 e giunta fino ad oggi a seguito di una lunga serie di vicissitudini e cambi societari. Nel 2016 è stata rilevata da tre amici, Alfonso Romano, Benedetto Roberto e Ciriaco Bianco, e da quel momento ha avuto inizio una delicata azione di rilancio sia in termini di produzione che di comunicazione.

Dello staff aziendale, oltre ai soci, fanno oggi parte l’amministratore unico Francesco Grasso, la responsabile Marketing e Comunicazione, Rosaria Guarino, l’enologo consulente Maurilio Chioccia e l’enologo interno Lorenzo Iannotti. A completare l’organico, però, altre figure interne come la giovane responsabile social Marta La Carità.

Il legame tra Antica Hirpinia e il territorio di Taurasi è strettissimo e proprio per questo è stata organizzata una due giorni dedicata alla stampa specializzata alla scoperta dei vini aziendali e della storia del caratteristico borgo irpino. Il viaggio ha avuto inizio nel pomeriggio del 30 agosto, con una visita del paese e del suggestivo Castello Marchionale.

Un vero e proprio tuffo nel passato, favorito dall’eloquio appassionato ed esperto dell’architetto Giovanni Casparriello, che tra il racconto di un omicidio d’onore, quello di una trama politica e quello di un intrigo di palazzo ha accompagnato i partecipanti prima verso un brindisi di benvenuto sul belvedere di porta Sant’Angelo e poi verso una cena all’interno di una delle sale del castello (ai fornelli c’era lo chef Mauro Ferrara, ndr.), proprio lì dove oggi è allestita l’Enoteca Regionale.

Il giorno successivo è stato completamente dedicato ad Antica Hirpinia. L’azienda può contare su 20 ettari di vigneti di proprietà dei tre soci, con cui produce la linea di vini Antica Hirpinia, ed altri 140 ettari di proprietà di storici conferitori dai quali ricava la seconda linea aziendale denominata Anno Domini 1590 (anno in cui il principe Carlo Gesualdo uccise la moglie ed il suo amante, ndr.). Il tour ha toccato i vigneti di Fiano di proprietà di Alfonso Romano, nel Comune di Lapio, e quelli di Aglianico, di proprietà di Ciriaco Bianco, nel Comune di Fontanarosa. Subito dopo, una veloce visita della cantina, dove sono conservati veri e propri cimeli come le bottiglie degli anni ’70 da 0,72cl. Da segnalare, inoltre, che Antica Hirpinia è in possesso della bottiglia di Taurasi con la fascetta numero 1 della Docg, datata 1993, ed ha regalato la numero 2 e la numero 3 rispettivamente al papa dell’epoca, Giovanni Paolo II, e al presidente della Repubblica dell’epoca, Oscar Luigi Scalfaro.

Terminato il tour, guidato dalla triade Bianco, Guarino, Iannotti, ha avuto inizio la degustazione delle 9 etichette Antica Hirpinia: Irpinia Coda di Volpe Doc 2023, Irpinia Falanghina Doc 2023, Fiano di Avellino Docg 2023, Greco di Tufo Docg 2023, Fiano di Avellino Riserva Docg 2022, Irpinia Rosato Doc 2023, Irpinia Aglianico Doc 2019, Taurasi Docg 2018, Taurasi Riserva Docg 2014.

I bianchi si sono presentati freschi e agili, caratterizzati complessivamente da una interessante acidità. Greco e Fiano hanno mostrato una maggiore complessità ed una maggiore struttura rispetto alla Coda di Volpe e alla Falanghina e, per questa via, hanno ben introdotto i rossi a base Aglianico. Questi ultimi, per una precisa scelta aziendale, hanno fatto emergere un lato estremamente elegante, dovuto ad un sapiente lavoro di legno e di affinamento in bottiglia. Tannini presenti, ma non invadenti affiancati da nette note di frutti rossi maturi. Da evidenziare, per quanto riguarda il Taurasi Riserva 2014, inoltre, gradevolissimi slanci speziati sul finale.

Terminata la degustazione, al piano terra della cantina è stato servito un pranzo preparato dallo chef Marco Contrada in cui i protagonisti sono stati i prodotti di stagione e del territorio.

Notevoli il carpaccio alla pizzaiola e il maccheroncino con crema di zucchine, patate allo zafferano irpino e scapece di zucchine, senza dimenticare il cremoso di cioccolato fondente con confettura di Aglianico e crema di caciocavallo. Il tutto, naturalmente, accompagnato dai nettari dell’azienda.


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