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Nel piccolo viaggio verso Taurasi respiri i colori della terra Irpina. Già, li respiri, perché ti assorbono nelle sfumature e nei tratti decisi come in un quadro che contempli e inaspettatamente vivi.
Arrivati a Taurasi la dicotomia di verde e uomo è fusa in un concetto dal sapore solitario, che sa di lontananza .
Al Castello Marchionale , lì nel cuore di Taurasi, sede dell’Enoteca Regionale dei Vini d’Irpinia ,sembra tutto pronto per le conferenze del sabato di “Anteprima Irpinia “.
Come da consuetudine , che non sarebbe tale se non comprendesse un discreto ritardo , si comincia con i saluti ed una prima parte in cui si parla dello stato dell’arte dei progetti regionali per il settore vitivinicolo Irpino .
Pur avendo seguito in postazione scomoda poi ,ho accolto con grande curiosità il lavoro della Professoressa Antonella Monaco con il suo recupero dei vitigni così detti minori e identificati come storici Irpini.
La ricerca volge alla tutela della biodiversità fondamentale per il patrimonio vitivinicolo. Molto interessanti le bottiglie di vini da cloni di Aglianichello , Mangiaguerra e Aglianico lasco che ci vengono poi serviti . Frutto di micro vinificazioni, sono tutti 2008 ed imbottigliati a settembre 2009. L’Aglianico Lasco ,chiamato così per il suo tipico grappolo molto spargolo , sembra dare i migliori risultati con un vino concentrato , presente in frutta e di buona struttura.
Il Professor Moschetti ci propone poi una ricerca e degustazione riguardo al Fiano vinificato con lieviti autoctoni e Fiano vinificato con lieviti selezionati . Non aggiungo altro. Voci di corridoio parlano di un articolo da cui presto, verremo raggiunti!
Nel mio frenetico andirivieni dalla sala ho spesso importunato i sommelier che preparavano le bottiglie coperte e scoperte , stappate, con e senza etichetta. Foto improbabili e ditate, ecco il mio fondamentale apporto che, almeno in apparenza, non ha scalfito la loro pazienza.
La giornata prosegue con il seminario –degustazione sul Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi diviso nelle tre zone delle DOCG di cui ci hanno rispettivamente parlato Mauro Erro, Slow Food, Paolo De Cristofaro, Gambero Rosso e Antonio del Franco, presidente AIS regione Campania.
Tutte le bottiglie servite erano coperte. Questo per permettere un’identificazione territoriale oltre l’etichetta . Ogni territorio in Irpinia dà vini sostanzialmente diversi. In bottiglia si ritrova fortemente il terroir che è terreno, clima, tradizione e pianta ed un caleidoscopio di mille particolari.
Intanto , nel cortile del castello Marchionale di Taurasi , i banchi di assaggio delle aziende presenti alla manifestazione , con i produttori ed i loro vini si mescolano agli ospiti fusi nel caldo della lunga giornata.
Infine ecco la condivisione. Breve cronaca fotografica, nulla più.
Sara Marte
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