di Raffaele Mosca
La nuova edizione di Derthona Due.Zero è partita con una grande conferma. Finalmente abbiamo assodato che il Timorasso è un Riesling di maggior corpo: geneticamente molto diverso dal bianco renano, ma molto simile a livello di composti aromatici.
Può sembrare un segreto di pulcinella per chi abituato a bere questi vini da anni, ma la verità è che, fino a questo momento, uno studio approfondito sul vitigno non era mai stato condotto. Nell’ultimo anno i ricercatori delle università di Torino e Geisenheim si sono messi insieme e hanno analizzato decine di campioni giovani e vecchi. l risultato? Be’ il Timorasso possiede di media quantitativi di norisoprenoidi – tra cui il TDN, la molecola che dà i famosi aromi di idrocarburi – paragonabili a quelli del Riesling, associati peraltro a un basso contenuto di terpeni (ovvero le molecole tipiche dei vitigni aromatici) che lo rende assolutamente neutro.
In questa prerogativa risiede il segreto della sua longevità, che poi è alla base del successo inarrestabile. In questi anni ho notato un exploit di popolarità dei bianchi invecchiati a livello nazionale: per quanto le masse continuino a preferire “il bianchetto d’annata”, la quantità di enoteche e ristoranti di livello alto e medio-alto che mettono in carta o sullo scaffale almeno un paio di vini bianchi con qualche annetto sulle spalle è cresciuta a dismisura. A Walter Massa e compagnia va il merito di aver foraggiato questo trend, che oggi sta coinvolgendo tutte le denominazioni bianchiste italiane.
L’ annata 2022
La qualità media dei vini degustati a Derthona Due.Zero, l’evento annuale dedicato alle nuove annate del Derthona, si è rivelata notevole come sempre. La maggior parte delle etichette appartiene al millesimo 2022 e non è ancora entrata in commercio, ma il Timorasso ha il vantaggio di partire già “maturo” ed evolvere lentamente. Anche i vini giovani – per quanto contratti – riescono ad essere abbastanza leggibili.
La 2022, peraltro, è un’annata piuttosto anomale: la più calda e secca mai registrata in Piemonte, anche se i Colli Tortonesi patiscono meno queste condizioni di territori come la Langa o il Monferrato, perché sono sempre stati un pezzo di Sud nel Nord, con temperature massime elevate e carenza di piogge soprattutto nei mesi estivi che li rendono comparabili ad alcune zone vitivinicole di Sicilia e Sardegna.
Il riflesso dell’annata lo si trova nei tenori alcolici piuttosto elevati: 14 in media con punte sopra i 15. In compenso, però, la raccolta anticipata di oltre due settimane rispetto alla norma ha permesso di mantenere livelli di acidità molto alti e i vini non sono mai molli o sbilanciati.
Quel che manca è la finezza delle grandi annate: tutte le componenti aromatiche sembrano più sfocate e in molti casi si nota già qualche traccia di evoluzione. Ci sono anche alcuni vini con un mix bizzarro di toni vegetali ed altri più terziari, idrocarburici e mielati, ma si tratta di una piccola minoranza.
I migliori Derthona Timorasso dell’annata 2022 da Derthona Due.Zero:
Stefano Davico – Regina
Evoluto-non evoluto, con tracce di cherosene e marzapane che s’intrecciano con scorzetta di limone candita, fiori bianchi ed erbe aromatiche. Salino e citrino all’ingresso, poi allarga su frutta secca e ritorni glicerici allettanti. Finale affumicato, non lunghissimo ma garbato e piacevole.
Luca Canevaro – Ca’ degli Olmi
Naso tra i più ampi ed espressivi della batteria: idrocarburi, zafferano, pepe bianco, qualcosa di più dolce che ricorda la cera d’api. Coerente al palato, sarebbe perfetto se non gli mancasse un pelino di polpa a centro bocca. Finale lungo tra sale e ritorni affumicati.
Vigneti Massa
Erbe officinali, pepe bianco, camomilla, limone candito e un tratto più dolce definiscono un naso espansivo e sfaccettato. Ha polpa molto ricca e acidità tonica a supporto; chiaroscuri minerali emergono nel finale e lo rendono molto accattivante già in questa fase.
Paolo Poggio – Ronchetto
Caramella d’orzo e camomilla, pietra focaia e un accenno di spezie. Tenace e profondo, con soffio di erbe essiccate ed idrocarburo a dare spessore aromatico, salinità elettrizzante che conduce i giochi fino al finale in bilico tra ricchezza estrattiva e tensione rinvigorente.
Luigi Boveri
Già pienamente espressivo della parte idrocarburica, con fondo mielato e di fruttini canditi in pieno stile Auslese che andrà a crescere d’intensità con l’affinamento. Energico, serrato ma senza asprezze, anzi con fondo glicerico che arrotonda il finale e lo rende molto accattivante.
Cascina Gentile
Sussurrato, con soffi di idrocarburo ed eucalipto su marzapane, nocciola e frutta a guscio immatura. Robusto, avvolgente, ma con ottima acidità a supporto, alcol che si fa sentire appena ma non sciupa la progressione lunga e intensamente salina, con un accenno lieve di terziarizzazione che rende il vino già complesso e tridimensionale.
Cantina Sociale di Tortona
Ebbene si, la cantina sociale quest’anno ha tirato fuori un vino stratosferico: già pienamente espressivo tra zafferano e miele d’acacia, pietra focaia e pepe bianco in crescendo. Più evoluto e pronto di altri, ma con acidità allettante a supporto e rintocchi salini canonici, finale lungo tra ritorni idrocarburici e mielati. Una vera sorpresa!
La Colombera – Santa Croce
Il nuovo vino da singola vigna di Elisa Semino fa fermentazione e affinamento in tonneaux non tostati. Ha un naso molto espressivo e coinvolgente, con un pizzico di spezia e di dolcezza mielata che s’intreccia con guava, pietra focaia, nocciola e un soffio di erbe officinali. In pieno stile Chablis, con binomio di freschezza citrina e parti gliceriche elettrizzante, sfuma lungo su toni classico di marzapane e idrocarburi.
Cascina Montagnola – Morasso
Il naso è tra i più variegati della batteria: fieno, nocciola, pietra focaia a cherosene, un che di balsamico e ferroso a dare spessore. In bocca è serrato, mordente, con materia importante per l’affinamento in bottiglia, ma anche un senso di equilibrio generale molto allettante. Sfuma lungo, in bilico tra salinità e rimandi più morbidi e glicerici.
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