di Marco Contursi
Gli animalisti denunciano Cracco per il piccione a Masterchef
Sull’argomento in questione già recentemente era stato invocato un mio intervento in seguito alla querelle sorta dopo la pubblicazione su facebook della testa di una pecora scuoiata, da parte di uno Chef famoso (e molto bravo, a parer mio). Avevo evitato di commentare, sia perché già di commenti ce n’erano troppi, sia perché l’immagine in questione non piaceva neanche a me, troppo cruda, tenendo conto che facebook è visto anche da molti bambini. Per capirci, tra una mostra di Gunther Von Hagens e una personale di De Chirico, scelgo senza dubbio la seconda. Tuttavia dopo aver letto la notizia che Carlo Cracco è stato denunciato dagli animalisti per aver cucinato un piccione, desidero confrontarmi con Voi Lettori, sul tema in questione. Animalisti…Si…No….Forse?
Dico la mia. Qui con gli animali si sta esagerando e di brutto. Premesso che io adoro gli animali e la mia tessera del WWF risale al lontano 1987, non posso tuttavia non notare come basti postare una foto di una costoletta o di una polenta con gli osei per scatenare invettive, spesso fuoriposto, da parte di animalisti ed ecologisti vari, sempre pronti a difendere gli animali, sempre pronti ad impallinare l’orco di turno, reo di mangiare una bella bistecca. Questa è l’Italia, dove se vedono picchiare una donna per strada fanno finta di niente ma se tiri un calcio ad un cane, succede il finimondo (entrambi episodi accaduti in mia presenza ed in entrambi ho fatto il pazzo). Come non ricordare il povero Bigazzi allontanato dalla Rai per aver detto che in Toscana un tempo si mangiavano i gatti. Verità scomoda ma pur sempre verità; quanto bigottismo contro una persona rea di aver raccontato uno spaccato di vita contadina del tempo che fu (e per far incazzare ancora di più gli animalisti, ricordo che i pastori un tempo si congiungevano con le pecore come racconta il grande Nino Manfredi, riportando un episodio personale della sua adolescenza).
D’altronde a noi italiani fa inorridire l’idea di cibarsi di alcuni animali che invece sono pasto quotidiano in altre parti del mondo, per esempio, senza scomodare i sempre nominati cinesi, per gli inglesi il coniglio è animale da compagnia e mai lo mangerebbero come invece facciamo noi campani, cotto all’ischitana.
Idem dicasi per il cavallo, che in Sicilia e in Puglia è piatto forte ma in altre parti del mondo, Europa compresa è considerato animale domestico.
E gli animalisti denunciano Cracco per un piccione a Masterchef
Capita così che la stessa persona che non prova pietà se vede un anziano chiedere l’elemosina, si sdegni e si attivi se vede un cane denutrito o un agnello appeso a una macelleria. Ricordo che un barbone fu addirittura denunciato poiché uccise un piccione per mangiarlo, come se morirsi di fame non sia motivazione sufficiente per un così terribile omicidio.
E l’agnello torna prepotentemente d’attualità in questo periodo pre-pasquale, in cui il simpatico ovino è simbolo del sacrificio supremo del Figlio di Dio, quindi assurge addirittura una veste divina oltre che simbolica come riportato spesso anche nel vecchio testamento. Dunque, niente agnelli appesi fuori alle macellerie ma neanche sdegnarsi se uno lo compra o lo ordina al ristorante.
Ognuno dovrebbe ricordarsi che “LA PROPRIA LIBERTA’ TERMINA DOVE INIZIA QUELLA ALTRUI”. Questo vale sia per gli animalisti sia per tutti gli altri. Io non metto la foto di un agnello sgozzato, tu non mi rompi le scatole se cucino un piccione. E soprattutto smetterla con bigottismi da due soldi su cui purtroppo l’Italia si regge anche legislativamente da sempre. Trovatemi Voi un altro paese dove la prostituzione non è reato ma a vendere un caffè a una prostituta si viene accusati di favoreggiamento della prostituzione come accaduto ad un ambulante di Lucca. E’ reato favorire qualcosa che reato non è.
L’ultima barzelletta italiana: gli animalisti denunciano Cracco per un piccione a Masterchef
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