Molti sono stati i tentativi di definizione dell’Anikò: chiosco, bar, boutique del finger food, vassoio spaziale, bar minimal chic.
Definizioni che non mi soddisfano pienamente. Perché l’Anikò di Moreno Cedroni è, di fatto, un bel regalo.
Lo dico da cliente appena tornata da Senigallia: l’Anikò è quel punto di incontro fra l’alta cucina e la persona che la può solo sognare da lontano, per questo motivo è un regalo.
Siamo abituati a strane interpretazioni di street food: patatine, hamburger, pollo fritto, nel migliore dei casi presi in posti pieni di rumore e di fila, dove lo sgomitare per accaparrarsi un tavolo è all’ordine del giorno e il mal di stomaco notturno, finito quel tipo di cibo, pure.
E allora ecco che arriva Moreno Cedroni che decide di aprire una salumeria ittica e di portare il pesce negli antipasti, negli stuzzichini, in una cena leggera o più importante, in panini e scatolette d’autore, il tutto non seduti al tavolo di un ristorante spesso per i più inaccessibile ma in una piazza di Senigallia, a due passi dalla passeggiata nel corso, dove la rilassatezza la fa da padrone. E’ una bella esperienza, l’Anikò.
Andiamo per ordine: chic il locale, in legno metallo e vetro, con ombrelloni e tavoli in bianco e grigio. Il personale (per altro tutti gentilissimi e con allure decisamente elegante, con vestito e scarpe bianchi) ti coccola e ti consiglia dall’inizio alla fine. Noi ci siamo affidati e non ce ne siamo pentiti.
Nel menù dell’Anikò si trovano tante alternative: gli affettati di pesce, impossibili non citarli, dal tonno allo spada, dalla cernia allo sgombro, fino al,a splendida ricciola, da accompagnare con diverse salse. La salsa al lampone e zenzero resterà fra i miei ricordi più cari ma c’è chi ha giurato fedeltà alla salsa alla senape. In ogni caso, ottimi abbinamenti con gli affettati di pesce.
Un aperitivo inusuale? Con le scatolette di Moreno Cedroni, patatine e noccioline restano un pallido ricordo. Volete mettere una scatoletta di tonno bianco arrostito, del polpo, patate e prezzemolo o ancora della trippa di corda di rospo? Difficile resistere alla scarpetta da fare con il pane e l’olio rimasto. Del resto, perché resistere? Io non l’ho fatto e ho ceduto anche di fronte al toast con salmone, zucchine e provola affumicata, talmente buono che è impossibile sentirsi in colpa.
Piatti di tradizione che portano la firma e il tocco di Cedroni come l’insalata di baccalà con olive, pomodoro fresco e la maionese senza uovo fatta con il sugo del baccalà, la polentina con trippa di coda di rospo, debitamente assaggiati, sono due piatti che causeranno il mugolio di soddisfazione e il contemporaneo roteare della forchettina.
Ho inserito nella lista dei piatti di una futura sortita all’Anikò la pappa al pomodoro con bottarga di tonno, i passatelli ai frutti di mare e soprattutto quello che alcuni turisti inglesi hanno valutato come superiore ad una delle loro glorie nazionali: il fish and chips, fatto da spigola fritta con patatine. Il fatto che sia tutto fritto al momento non c’è quasi bisogno di specificarlo, esattamente come non c’è bisogno di specificare il mio rimorso per non essere riuscita ad assaggiarlo ma le foto provano che il personale dell’Anikò si è impegnato più che ha potuto per farci arrivare a provare un numero indecente di portate. Di più era impossibile, quindi il fish and chip è stato rimandato ad una prossima volta.
Un piatto da segnalare per sapori, profumi, morbidezza e tanto, tanto gusto, è la frittatina ai frutti di mare: vale il viaggio, isole comprese.
E siccome si fa tanto parlare di street food, di fast food e altro, forse la val la pena andare all’Anikò per provare uno dei suoi panini: felici i panini, felici i clienti. Il nostro panino era con tataki di tonno bianco (particolare metodo di cottura giapponese), mousse al parmigiano e marmellata al balsamico.
Incontestabilmente gustoso e con abbinamenti geniali, ti fanno capire, finalmente, cosa possa essere un “happy meal”. E senza neanche il bisogno di inserire un giocattolino per rendere più appetibile il cibo. Davvero, con questi panini, lo chef ha fatto una bellissimo lavoro, che rende omaggio al vero e buono cibo da strada.
Ottimo olio e ottimo vino hanno fatto da degni compagni alle fasi del nostro pranzo in piena piazza Saffi.
Il dolce finale, ovvero la mousse al cappuccino e la mousse al cioccolato con olio alle clementine e fior di sale (quest’ultima in particolare, davvero azzeccatissima) hanno chiuso in bellezza un pranzo piacevole, ricco, facendoci conoscere il pesce in nuove sfaccettature che richiamano anche altri paesi, come il Giappone e la Spagna.
C’è di che essere orgogliosi dell’Anikò, specie se penso che Senigallia è un crocevia per moltissime persone da tutta Italia e anche una meta per turisti di altri paesi europei, che potranno apprezzare una cucina di pesce come in pochi altri posti potranno fare.
Anikò
Piazza Saffi, 10
60019 Senigallia (An)
Tel. 0717.931228
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