di Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani
L’evento Vinnatur a Roma lo scorso fine settimana, presso la ex Cartiera nel Parco dell’Appia Antica ha rappresentato una grande occasione per capire lo stato dell’arte e le prospettive di questa associazione, formata da aziende che nella produzione del vino, definito erroneamente (secondo noi e secondo la legge, che vieta l’utilizzo di questo termine in etichetta) “naturali”, si prefiggono di “ agire nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando attraverso la sperimentazione, l’utilizzo di agenti invasivi e tossici di natura chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina”.
L’esordio di Angiolino Maule, tra i fondatori e attuale presidente dell’Associazione, ci ha fatto subito capire che qualcosa sta cambiando ed anche la scelta dei relatori sembra confermare questo cambio di direzione.
“ Ieri sera a cena ho assaggiato cinque vini naturali; ho bevuto e mangiato male e sono molto adirato per questo. Il percorso che abbiamo intrapreso in tutti questi anni, ha portato ad un grande miglioramento qualitativo dei nostri vini e mi meraviglio che esistano ancora vini così tra i vini naturali”. Queste le parole con cui Maule ha aperto il convegno.
La parola più utilizzata è stata “ricerca”, affiancata dalla parola “scienza”. Serve cioè ricerca e scienza per produrre al meglio quei vini “naturali”, perché ricerca e scienza sono di grande aiuto a prevenire ed affrontare le problematiche legate soprattutto alla gestione del vigneto, per poi evitare o limitare al massimo interventi in cantina.
Molto buon senso è venuto anche dalle parole dei relatori invitati al dibattito:
Francesco Giardina – SINAB (Mipaaf), ha presentato dati e numeri sulla crescita costante dell’agricoltura biologica in Italia, sia come superfici che come operatori. Sottolineando però come molto di più si potrebbe fare perché le potenzialità di questo settore sono grandi.
Cristina Micheloni – Resp. Comitato Scientifico AIAB – Ass. italiana per l’agricoltura biologica, ha concentrato l’attenzione sul mondo del vino e sull’importanza del dialogo fra due “fratelli” quali sono il vino biologico e il vino “naturale”. Su quanto sia più proficuo sottolineare i punti di unione piuttosto che di divisione per poter procedere percorrendo insieme due strade parallele: riprendere la discussione sul vino bio e nel contempo regolamentare il vino naturale. Questa identità di direzione porterebbe alla creazione de facto di quella “massa critica” che consentirebbe di ottenere maggiori risultati a livello normativo sia in Italia che in Europa.
Laura Di Renzo – Università Tor Vergata, ha illustrato lo studio condotto con la sua equipe dal quale risulta l’apporto positivo che il vino da viticoltura c.d. naturale e con bassi livelli di anidride solforosa porta alla nostra salute, in particolare se associato ad una dieta mediterranea. Per poi stupire tutti i presenti con la dimostrazione, dati alla mano, della capacità che ha il vino rosso di Angiolino Maule (preso ad esempio) di ridurre gli effetti negativi di un “pasto spazzatura” (hamburger e patatine fritte ad esempio) compensando gli effetti ossidanti di quest’ultimo con le sue grandi proprietà antiossidanti. Tuttavia non è passato inosservato il paradosso che la Vodka esaminata sia risultata migliore in termini salutistici rispetto al vino bianco dello stesso Maule.
Veniamo ora all’assaggio dei vini presenti nella ex Cartiera, in due accoglienti sale di degustazione.
Registriamo (ormai da non pochi anni) un grande miglioramento qualitativo dei vini prodotti dai soci di Vinnatur.
Abbiamo veramente assaggiato tanti vini buoni ed eccellenti tra i banchi delle 78 aziende italiane ed europee presenti.
Citiamo per brevità quelli che ci hanno maggiormente colpito:
Azienda Etnella – La Presa– Giovane azienda con vigneti anziani in zona Castiglione di Sicilia (Etna); tra le molte etichette presentate ci ha colpito il Kaos 2014, classico nerello mascalese in prevalenza con nerello cappuccio, didascalico nel raccontare un territorio con freschezza e tensione gustativa non disgiunta da ricchezza ed eleganza. Importante il potenziale di evoluzione.
Bruno Ferrara Sardo-L’ Etna Rosso ‘Nzemmula 2014 spicca fra le annate proposte per equilibrio e bevibilità. La piccolissima produzione consiglia di mettere in cantina anche alcune bottiglie del 2015, assaggiato ancora in uno stato di campione di botte ma già interessante.
Il Cancelliere – Il Taurasi Nero Nè è ormai una sicurezza ed anche questa annata 2011 non delude: l’altezza di Montemarano si sente nella freschezza e nella mineralità che bilancia, pur in un contesto giovanile, il frutto e il corpo importante. Tannino imponente ma levigato. Citazione per il Q/p imbattibile del fratello minore Gioviano.
La Biancara – Angiolino Maule – Il Pico 2015, garganega in purezza, è uno di quei vini che convincono anche i più scettici rispetto ai vini macerati: gustoso e fresco, non rinuncia a mostrare una caratteristica tannica che non disturba. Certo è un vino bianco non tradizionale che piacerà anche ai rossisti più incalliti
Az. Agricola Moretti- Podere Casaccia – Il Pugnitello 2015, da vigne allevate sulle colline di Scandicci, presenta un profilo di fiori e di spezie, in bocca è succoso e ricco, il tannino è di buona qualità e il finale molto lungo. Buono anche il vino dolce Situa Nobilis.
Riccardi Reale– Il Cesanese è finalmente uscito dall’angolo e questa realtà, condotta da Pietro e Lorella sta contribuendo attivamente; il Colle Pazzo 2014 è l’espressione delle arenarie bianche,è agile e ricco, non troppo colorato, profumato di fiori rossi e spezie. Ancora in fase neonatale, sembra buonissimo anche il 2015.
Podere Orto – Ancora Lazio, quasi al confine con Umbria e Toscana, per questa piccola e nuovissima azienda che ha piantato Moscato e Sangiovese e Procanico nel comune di Acquapendente: il Rosso Trivium 2015 (Sangiovese, Grechetto Rosso e Ciligiolo) è vitale e netto al naso, in bocca si avverte la gioventù ma anche carattere e beva convincente.
Barranco Oscuro: storica presenza tra le file di Vinnatur questa azienda spagnola ha presentato una batteria di vini interessanti e originali: citazione per i bianchi da uve autoctone Cardonohay 2014 e V De Valenzuela 2014 prodotti con uve di vigne situate oltre i 1000mt. E fino a 1330 mt!! Succosi e saporiti, minerali senza perdere ricchezza e beva trascinante.
Agricola Rabasco – Al termine di una lunga serie di assaggi (il cronista a volte è sottoposto a prove di resistenza!) passando da vini rosati fatti con uve da vendemmie anticipate a vini rossi provenienti da singole parcelle affinati in damigiana (sic!) abbiamo apprezzato il Montepulciano d’Abruzzo Rosso della Contrada 2013: verace ma non rustico, agile ma non magro, naso risolto e pulito sin da subito, beva convincente e persistente.
Dai un'occhiata anche a:
- Alfonso Crisci e Giuseppe Di Iorio insieme per una una serata a 4 mani
- Vignaioli in Cucina: ad Eboli, 6 appuntamenti per conoscere cantine e vignaioli del sud
- Casa Campania: i consorzi del vino campano ancora insieme al Merano Wine Festival | Spazio espositivo e punto degustazione all’ingresso del Kurhaus
- Piazzetta Antonio Mastroberardino: la storia e i riconoscimenti del Taurasi
- Trofeo Tuttopizza, trionfa OWAP
- Ostriche & Vini Prefillossera: serata indimenticabile allo Yacht Club di Marina di Stabia
- Pasticceria Punto Freddo e i nuovi panettoni
- 14° anniversario della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco