di Leo Ciomei
Beh, ci sono cascato anch’io ! Niente di grave, per carità, ma pur leggendo e scrivendo di ristoranti e gastronomia, non mi era mai capitato di ricevere il famigerato falso scontrino.
Domenica sera, giornata ventosa, cosa c’è di meglio che una passeggiata in centro a Forte dei Marmi, ridente cittadina versiliese stereotipo del lusso italiano ? C’è gente che viene qui solo per veder passare in braghette il Vippume televisivo o calcistico, Parietti o Galliani, Panicucci o Moratti. Tutti personaggi che però la domenica rimangono reclusi nei loro blindatissimi stabilimenti balneari e si guardano bene dall’andare in centro.
Era un po’ che non venivo a camminare qui fra le vetrine di vestiti, scarpe e gioielli e per aggiornarmi dovrò acquistare quanto prima il libro dello scrittore Fabio Genovesi, Morte dei Marmi, che narra la decadenza della cittadina. Credo che il buon LorenzoViani sia rimasto uno dei pochi autoctoni a gestire un locale qui in centro, il resto è in mano alle solite grandi firme della moda e a investitori esterni
Per non fare sempre il solito spocchioso rinuncio ad ogni velleità gastronomica e mi asseggiolo (licenza poetica toscana) nella piazzetta centrale ai tavoli traballanti di un bargelateriapizzeriapanineriae
Colpisce innanzi tutto la freddezza della cameriera, russa direi (l’avreste detto?): non fa un sorriso nemmeno se le racconti tutto il film “Vacanze di Natale a Vladivostok” ! che ci volete fare, sono abituate così, amici mi raccontano che anche nell’intimità il massimo della soddisfazione è sentirle sussurrare tre volte la parola “da” ma non sono sicuro se canticchiano la canzone DaDaDa o si divertono.. mah!
Sbrigative ordinazioni per due coppette di gelato (tre gusti), un panino con la cotoletta e una pizza al prosciutto crudo, accompagnate da una bottiglietta d’acqua e una CocaCola, tutto regolarmente in visione sul menù. Prezzi medi per la tipologia del locale ma siamo al Forte !
Panino gommoso e cotoletta riscaldata, gelato alla frutta dove mi dicono non si distingueva la mela dal pistacchio (però con inserito il bastoncino girandola che con il vento andava a tutta birra) e piccola pizza surgelata che ho digerito stamani. Tutto nella norma. Ah, l’acqua era a temperatura ambiente: chissà, magari una gentilezza visto che tirava un forte vento e la temperatura si era abbassata ?
Chiedo il conto, pago senza controllare (sì, è sbagliato ma anche il blogger è un uomo) e metto in tasca lo scontrino. Al successivo controllo vedo che la CocaCola è costata “solo” euro 4,50 e che lo scontrino fiscale NON è uno scontrino fiscale.
Siamo in Italia, MareMonti ne deve fare di strada ancora.
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