Al-Cantara
Uve: nerello mascalese e nerello cappuccio
Fascia di prezzo: 10.00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 25/30 – Non omologazione 30/35
Quando si vuole definire una persona ricca di idee, molta attiva, dinamica, piena di iniziative e di ingegno si dice che è “vulcanica”. Se poi questa persona per pura combinazione ha la fortuna di abitare proprio alle falde di un vulcano in piena attività come l’Etna, allora questo sillogismo aristotelico diventa perfettamente calzante ed applicabile ad un singolare personaggio come Pucci Giuffrida, di professione commercialista, ma di fatto viticoltore, nonché mecenate ed amante delle arti. Pucci vive a Catania, ma possiede un’azienda vitivinicola a Randazzo sul versante nord etneo a circa ottocento metri di altezza che si chiama Al-Cantara, che vuol dire “ponte” e che identifica la valle ed il fiume che portano lo stesso nome. Qui egli alleva venti ettari vitati con le specie locali di nerello mascalese e cappuccio, di carricante e grecanico, ma anche con i vitigni francofoni pinot nero e cabernet sauvignon.
La passione di Pucci per tutte le forme artistiche si manifesta innanzi tutto con i fantasiosi nomi delle etichette dei suoi vini, realizzate da Alfredo Guglielmino, che si ispirano al libro di poesie del poeta e commediografo dialettale catanese Nino Marfoglio e/o ad altri autori siciliani. Inoltre Pucci ha voluto coinvolgere alcuni famosi fotografi, tra cui Oliviero Toscani e Mimmo Jodice, nel proporre un’etichetta particolare per il suo rosato Amuri di Fimmina e Amuri di Matri.
Ed è proprio con questa bottiglia, con un corredo di uve, versi, scatti fotografici e pittura, che ho voluto testare la qualità dei vini aziendali. Oltretutto questa etichetta ha mietuto premi e riconoscimenti dappertutto, tra cui la medaglia di bronzo al Vinitaly 2014.
L’Amuri di Fimmina e Amuri di Matri Etna Rosato Dop 2013 è stato realizzato con nerello mascalese e nerello cappuccio. Le uve sono state coltivate su un terreno vulcanico ricco di minerali e di scheletro a seicentocinquanta metri di altezza. Maturazione del vino per un anno tra acciaio e vetro e gradazione alcolica di tredici e mezzo.
Colore cipolla, d’altra parte i nerello sono connotati da una scarsa carica di antociani, che si concretizza con una pigmentazione del vino poco concentrata. All’analisi organolettica il vino sa sorprendere positivamente per le sue intrinseche peculiarità, nonostante devo confessare che nutrivo qualche dubbio sulla validità di un rosé derivante dal nerello. Al naso spiccati sentori di piccoli frutti di bosco, come il lampone, il ribes ed il mirtillo e/o di albicocca e di mandarino; e poi essenze voluttuosamente floreali di violetta e odorose percezioni erbacee di macchia mediterranea. L’impatto del sorso sulla lingua è caldo e rassicurante ed è anche morbido ed affusolato per la buona carica alcolica e glicerica. Spunti minerali e sapidi. Presenza finale in retrogusto lunga e rinfrescante. Davvero un ottimo vino, venduto ad un prezzo molto interessante e da abbinare a carne bianca, crostacei, pesce, pizza e formaggi giovani. Va bene anche per un aperitivo tete-à-tete. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Catania – Via Antonio Cecchi, 23
Tel 095 222644
info@al-cantara.it – www.al-cantara.it
Enologo: Salvatore Rizzuto
Ettari vitati: 20
Bottiglie prodotte: 50.000
Vitigni: nerello mascalese, nerello cappuccio, pinot nero, cabernet sauvignon, carricante e grecanico
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