di Annito Abate
Dal 1993, nell’ultima domenica di maggio si può vivere l’interessante evento di “Cantine Aperte”, un appuntamento che l’enoturista, il wine-lover attento non può perdere. Per quest’anno, ventunesima edizione, il tema portante scelto inizia per “A” che sta per “Amicizia”.
L’appuntamento di Cantine Aperte l’ho sempre associato con il vero inizio dell’estate, ricordo, nelle edizioni passate, che i campi si tingevano di gialli nei primi tentativi riusciti di prendere il sopravvento sui verdi rigogliosi del mondo vegetale irrorato dalle acque primaverili.
Mi scopro, invece, quest’anno a dover partire in maglione e quasi sono tentato di accendere, in auto, il riscaldamento; una domenica fredda, ma abbastanza luminosa con un cielo che, alla partenza, resta su varie tonalità di grigio e che, però, lungo la strada, sa condurre al sorriso, facendo trovare il giusto spazio al sole che mi scorta fino al piazzale d’ingresso della Cantina Terredora, in via Serra a Montefusco, rigorosamente in Terra d’Irpinia.
Supero il cancello e mi si apre la prospettiva sul cortile d’ingresso dove scorgo capannelli di persone che si concentrano in posti ben definiti del parcheggio, laddove sostano, in bella mostra, le auto storiche che di li a poco sarebbero partite alla volta delle vigne equipaggiate da sorridenti wine-lovers vogliosi di sfilare in corteo nella bucolica mini gita prevista tra i colli della verde Provincia di Avellino.
E’ festa in tutte le Cantine che aderiscono all’iniziativa e si sente nell’aria il tema di questa ventunesima edizione: “A” che sta per “Amicizia”, quella declinata nelle sue diverse e variegate forme e rappresentazioni: arte, musica, spettacolo, buon cibo ed, ovviamente, ottimo vino.
Mi sorprendo a pensare “Cantine Aperte, speriamo non troppo…con il freddo che fa oggi!”; poi sorrido perché, penso alla mia stupida battuta, da non raccontare.
Seicentomila bottiglie stappate, più di un milione di visitatori e mille Aziende coinvolte dal Movimento Turismo del Vino per questo atteso evento annuale, l’appuntamento più famoso per l’Associazione, quello che permette di vedere, con occhi diversi, i Territori dell’enologia e della viticoltura di tutte le Regioni d’Italia, quello che apre le porte delle Cantine ai tantissimi “enoturisti” alla scoperta del mondo e della cultura del vino direttamente sul luogo di produzione.
Tra le realtà enoiche d’Irpinia scelgo quella di “rappresentanza”, la Cantina Aperta la cui “Padrona di Casa”, Daniela Mastroberadino, è anche la Presidente Nazionale dell’Associazione che ha ideato l’avvenimento.
“A” che sta per “Amicizia” e che per CantinaTerredora diventa un modo per idearne cinque modi diversi per declinarla.
«Vengo a prenderti stasera sulla mia torpedo blu, l’automobile sportiva che mi dà un tono di gioventù» è il ritornello della famosissima canzone di Gaber che sarebbe venuto in mente a tutti guardando il modello parcheggiato a sinistra: una lucente Fiat 520 Torpedo il cui colore può essere facile da indovinare.
L’Amicizia come Simpatia tra Terre diverse simboleggiata dall’accoglienza, in Cantina, dei proprietari (con famiglia al seguito) delle Auto Storiche FIAT della Regione Puglia che hanno portato a spasso i tanti appassionati scesi in campo in questa fredda domenica di fine maggio.
L’Amicizia come Arte simboleggiata da un vernissage per l’installazione di un’opera nella bottaia; Antonio Mele ha reinterpretato, con materiali poveri, contadini (corda e legno di castagno), lo scambio tra artista e vinificatore attraverso la figura di un occhio che va inteso anche come trasparenza e come introspezione tra visioni interiori (la mente) ed esteriori (il mondo circostante). Proprio l’arte è stato il tema portante degli ultimi tre anni del Movimento Turismo del Vino attivo in Irpinia che ha voluto la collaborazione diretta di alcuni pittori per disegnare etichette o decorare bottiglie presentate poi in altri eventi tematici tra cui Vitigno Italia.
L’Amicizia come Musica simboleggiata dalle note di Fabrizio De Andrè ispirate alle poesie di Spoon River di Edgar Lee Masters che hanno riempito la Cantina risalendo tra i cartoni di vini ed i lignei pallet pronti ad essere spediti.
L’amicizia come Cibo, o meglio abbinamenti di pietanze ai nettari di bacco in degustazione simboleggiata dalle preparazioni di Fiorella Perretta dell’’Associazione Nazionale Cuoche a Domicilio per valorizzare, conservare e divulgare le ricette tradizionali preparate da appassionate di cucina di ogni Regione d’Italia, un patrimonio immenso da tutelare e raccontare attraverso ricette, storie di famiglie, territorio, prodotti tipici, lavoro dei produttori. E la Cuoca a Domicilio ha offerto l’arte dei suoi sapori a chilometro zero che, in particolare, ha preparato i “cicatielli cu lu pulieio”, in lingua italica “i cavatelli con il puleggio”, una pianta aromatica (famiglia della mentuccia) dai fiori lilla e dalle foglie piccole e colorate di verde scuro conosciuta già in epoca romana ed usata per curare raffreddori e disturbi respiratori (chissà che la ricetta non sia stata ispirata dalla rigida giornata di questo atipico inizio estate proprio per arginare eventuali malanni).
L’amicizia come Vino, scambio ed integrazione tra produttori ed aree vitivinicole diverse; un’amicizia nata, qualche anno fa, nel cuore degli Stati Uniti, in Arizona durante un viaggio di lavoro durante il quale si sono conosciuti i proprietari di quattro Aziende che hanno poi deciso di stare idealmente insieme e vicine ai loro consumatori finali per un’intera giornata. «Ci siamo incontrati a Phoenix ed abbiamo pensato di festeggiare, insieme, l’evento di Cantine Aperte 2013, un modo per scambiare le nostre esperienze e cementare la nostra amicizia; negli USA è l’anno della cultura italiana» racconta Daniela Mastroberardino sorridente ed orgogliosa per l’inziativa.
Ed infatti, in ognuna delle quattro cantine, gli enoturisti hanno avuto modo di degustare i vini delle altre Aziende: Castello di Luzzano di Rovescala (PV), Maso Poli di Lavis (TN), Marenco di Strevi (AL) ed, ovviamente, Terredora.
Come nei titoli di coda, trovo doveroso elencare le altre Cantine Irpine, oltre Terredora, che hanno inteso onorare la cultura del vino lasciando le loro porte “aperte” al mondo dell’enoturismo: Azienda Agricola Antonio Caggiano, Azienda Agricola Di Marzo, Cantine Famiglietti, Feudi Di San Gregorio, Tenuta Cavalier Pepe.
E’ quasi sera, salgo in auto, gli occhi guardano per un attimo l’immagine della Cantina riflessa nello specchietto retrovisore, metto in moto e parto, torno a casa ricco di un’altra esperienza e con un’altra storia da raccontare. In testa ho ancora il motivo della canzone di Gaber: «Vengo a prenderti stasera, suono il clacson, scendi giù, e mi troverai seduto sulla mia torpedo blu».
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