TERRE DEL PRINCIPE
Uva: pallagrello nero
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Avevamo visto l’uva poco prima della vendemmia, il vigneto sdraiato sulla collina non lontano dall’azienda, in un pomeriggio domenicale di autunno. Adesso, è passato un anno e mezzo, in questa gentile primavera proviamo con il fiato sospeso il vino che si annuncia importante, sontuoso, elegante: Luigi Moio ha decisamente la mano per questo vitigno a cui richiede soprattutto tanta, tanta eleganza. Così è stato sempre, un po’ per tutti i rossi che il nostro amico ha pensato per Peppe, Manuela e Masina: un feeling che va oltre la capacità professionale, quando l’enologo riesce a dare qualcosa in più al suo vino. Perché? Semplice, perché quando non c’è in azienda resta chi ama quell’uva, la coccola, la controlla, non ci dorme. Sarà poco scientifico, ma i grandi vini nascono sempre da questo circuito virtuoso, fu così per il Salae Domini di Caggiano, è così per l’amore di Pagli per il greco di Benito Ferrara, di Angelo Valentino per il Bianco del Tasso e via discorrendo. Questo Pallagrello Nero ha naturalmente bisogno di un ulteriore affinamento in bottiglia per acquistare soprattutto equilibrio, ma in questi casi è l’olfatto il senso più importante per indovinare il futuro: abbiamo ritrovato la grande frutta matura, lo speziato, il cacao, note balsamiche che già conoscevamo bene e che ci hanno appassionato. In bocca si conferma il fuoriclasse per la struttura, la freschezza, i tannini morbidi che devono solo addolcirsi ancora un poco, grande indensità, persistenza eterna. Davvero un grande bicchiere che farà parlare molto nei prossimi mesi e anni. Nessuno sa quando vive il Palalgrello Nero, noi pensiamo a lungo, almeno una decina di anni. Moio ha dimostrato di padroneggiare alla grande il frutto, lo si ritrova tutto nel bicchiere. Un altro passo di questa avventura esaltante e difficile, ricca di soddisfazioni ma anche di contrasti, invidie e gelosie di cui sono sempre vittime le persone che costruiscono. L’amore e l’odio fanno grandi i vini, l’indifferenza li trasforma in bicchieri anonimi.
Sede a Castel Campagnano, contrada Mascioni. Tel.335.5878791. Enologo: Luigi Moio. Ettari: 3 di proprietà e 7 in affitto. Bottiglie prodotte: 16.000. Vitigni: pallagrello bianco, pallegrello nero e casavecchia
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