Amar Barcelona dell’Hotel El palce a Barcellona
Gran Via de les Corts Catalanes, 668
Aperto a pranzo e cena, domenica solo pranzo e martedì solo cena
Chiuso lunedì
Siamo nel cuore del lusso catalano, il cinque stelle El Palace, ma la capacità degli spagnoli di farti sentire subito a tuo agio si avverte sin dalla porta scorrevole dell’ingresso di stile francese sulla via delle Corti Catalane che ti introduce nel regno di Rafa Zafra, uno dei cuochi spagnoli (andaluso per la precisione) più di successo del momento, partito alla corte deu fratelli Adrià ai tempi de El Bulli e poi da Arzak per poi aprire Estimar (Barcellona e poi Madrid) sino a raggiungere una decina di locali sparsi per la spagna e centinaia di dipendenti
Nella sala i tavolini in stile bistrò parlano chiaro: qui ci si diverte, e tanto. L’aria è ancora elettrica perchè due giorni fa ci sono stati Obama (piacere Barack) e l’inseparabile Bruce Springsteen, Spielberg e signore. C’è un menu del giorno, due, quattro e sei piatti, oppure dalla carta divisa in tapas, ostrche, cavaiale (La democratizacion del caviar), la cucina catalana, i classici, la brace. Non esiste il menu degustazione, ci si adegua alla bulimica passione spagnola degli assaggi saltellando da una parte all’altra della carta senza problemi sapendo però che, lo dice il nome stesso del locale, la bussola del cuoco è quasi sempre a mare. Dalle cotture alla brace alle tipiche preparazioni salsate francesi ci incamminiamo su un percorso di godimento puro.
Il divertimento, l’informalità e una spaventosa carta dei vini gestita da Diana D’Urso (anche lei alla scuola di Adrià prima a Ibiza e poi dal rimpianto Ticket di Albert) sono la cornice ad una esperienza alla portata di tutti: alla fine si spendono, sui 150 euro vini eslcusi, ma anche molto meno se ci si dedica a due o tre portate.
La cucina è opulenta, parla alla gola attraverso grande tecnica e soprattutto grazie alla ossessione del prodotto che caratterizza ls toria gastronomica di Rafa Zafra.
Il nostro consiglio è di affacciarvi almeno una volta qui se siete a Barcellona. Il locale non è amato dalla Michelin, ma credo che, vista l’incapacità della Rossa di comprendere come il mondo stia cambiando rapidamente negli ultimi tre anni, questa comincia a diventare una garanzia per chi a tavola cerca solo gusto, divertimento e condivisione.