Via Statale Amalfitana, 9
Tel. 089.871012, fax 089.8711351
www.hotelsantacaterina.it
Sempre aperto, ferie variabili in inverno
A due sale da pranzo sono particolarmente affezionato per la loro bellezza e i panorami sull’infinito, quella del Villa Maria a Ravello e questa sul mare di Amalfi dove anche nei giorni pieni di nuvole il grigio è luminoso, colorito, l’accoglienza elaborata in oltre cento anni di esperienza si rivela nella semplicità classica del servizio e, più complessivamente, con lo stile di tutto il locale. Come è noto, prima di Heinz Beck la cucina d’albergo non era rinomata in Italia perché concepita più come uno dei tanti momenti da offrire al cliente in soggiorni piuttosto lunghi che un richiamo all’esterno. Siamo qui in uno dei templi dell’ospitalità italiana, l’hotel è nato nel 1899 ma la famiglia Gambardella è nel settore dal 1850 quando si impegnò nella prima locanda non molto distante da qui poi travolta da una frana. Lungo la carrozzabile borbonica, all’ingresso settentrionale di Amalfi, piano piano nel corso delle generazioni, oggi le protagoniste sono Carmela e Giuseppina con i loro figli, è stata costruita una tradizione senza pari, una delle poche gestioni familiari capaci di sfidare il tempo e il mercato turistico completamente cambiato. Qui nel 1994 si lanciarono i famosi scialatielli e i tagliolini al limone con Hillary Clinton e la figlia a fare da cavia durante i lavori del G7 a Napoli: così nacquero due classici moderni immediatamente ripresi da tutti insieme al limoncello. Questa, appunto è la definizione di classico: qualcosa che ha l’aria di esserci da sempre e di incontrare il favore aldilà delle mode e delle esperienze personali, immediatamente riconducibile al proprio vissuto sin dalla prima volta in cui è visto o provato perché esprime la sintesi migliore a cui è arrivata in quel momento una comunità. Come il Taurasi di Molettieri o il ricotta e pera di Salvatore De Riso: sembra ci siano da sempre come i templi di Paestum eppure hanno appena 15 anni! L’atmosfera della sala in vago stile liberty è quella affabulatrice delle commedie hollywoodiane in bianco e nero degli anni ’50 che oggi le tv trasmettono di mattina capaci di conservare i sogni di una società appena svezzata dalla ruralità e dunque rispettosa dei tempi lunghi. Potrete provare gli appetizer in terrazza (fiori di zucca ripieni di ricotta e salame, insalata di astice, calamaretti ripieni di verdure, gamberoni in pastella) prima di sedervi a tavola con vista su Amalfi. Tra i primi dello chef Domenico Cuomo citiamo il duo di cannelloni vegetariani e tradizionali, un piatto ormai quasi perso nella ristorazione pubblica, i ravioli di zucchine al limone con ricotta di bufala, gli spaghettoni di Gragnano ai frutti di mare. Non mancano le zuppe, come quella molto buona di pomodoro, basilico e olio o la piccola zuppa di ceci e gamberi. Pescato dl giorno per secondo, ricordiamo il pesce bandiera gratinato. Il Santa Caterina ha anche un secondo ristorante, giù al mare, dove l’atmosfera è più scanzonata e si ritrovano i classici di sempre come la terrina di San Pietro con gamberi al vapore, la caprese, la grigliata di verdure, le insalate, gli scialatielli e i tagliolini al limone, il raviolone di melanzane con ricotta e provola affumicata, fusilli con zucchine, le bruschette. Non troverete nei piatti iperbole e voglia di stupire, ma buoni classici e sapori tradizionali, ricette inspiegabilmente espulse dall’alta ristorazione regionale e relegate agli arresti domiciliari nei locali turistici come il sauté di frutti di mare, i vermicelli con le vongole e gli spaghetti aglio e olio. Vogliamo infine ricordare che si può scendere tra le rocce anche solo per mangiare una pizza di stile napoletano mentre i dolci sono un’antologia: babà, profiteroles al limone, il tiramisu, le zeppoline al limone con arance, la caprese, il millefoglie, la cassatina con bavarese al’arancia, la coppa di fragole, le delizie al limone, il cappuccino semifreddo con cuore di cacao. Molto fornita e aggiornata la carta dei vini con quelli della Costiera e i campani in prima linea. Viva la cucina d’albergo! Sui 90 euro.
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