Gli scienziati australiani hanno creato un vino con un buon bouquet ma anche di reali qualità medicinali, potenziando il contenuto di antiossidanti, di cui è nota l’efficacia contro una moltitudine di malattie. Il biochimico convertito alla produzione vinicola Greg Jardine, che ha brevettato la procedura detta Modified Polyphenol Technology in Wines, spiega che il suo vino può aiutare a trattare una serie di condizioni legate all’età, dall’artrite alla gotta, alla fatica cronica.
Il processo comporta l’invecchiamento per un dato periodo di tempo, in modo da potenziare il contenuto di antiossidanti senza aumentare quello di tannino che lo renderebbe imbevibile, modificando i componenti per renderli liposolubili anziché idrosolubili. Gli antiossidanti diventano così più facilmente assorbibili nel flusso sanguigno.
Jardine, fondatore dell’azienda Dr Red Nutraceuticals, spiega di aver lavorato per 10 anni al progetto, ma solo di recente ha scoperto una maniera di mantenere il gusto nel prodotto, pur aumentando fino a 50 volte il contenuto di antiossidanti. «Il vino rosso contiene una gran quantità di antiossidanti che però sono piuttosto tannici, quindi se il loro contenuto è alto prende un cattivo sapore», ha detto al quotidiano The Australian.
Il professore di biomedicina Lindsay Brown della University of Southern Queensland ha condotto con successo esperimenti su topi paralizzati dall’artrite. «I risultati sono stati spettacolari. Sin dall’inizio della sperimentazione di 14 giorni, questo vino è stato efficace, e per il quarto giorno ha ottenuto una guarigione quasi perfetta. Impedisce completamene l’infiammazione, il gonfiore e la rigidità degli arti». (ANSA)