Se c’è un’annata che ha segnato in modo chiaro e inequivocabile un cambiamento epocale nel mondo del vino quella è sicuramente la 1997. Le ragioni sono molteplici, ma a mio avviso le due più caratterizzanti sono rappresentate dal forte boom mediatico che ebbe quel millesimo come “annata del secolo” – che dette l’avvio ai cosiddetti acquisti “en primeur”, sulla fiducia, ovvero prenotazioni con pagamento anticipato delle annate che usciranno – e da un mutamento climatico che avrebbe condizionato sempre di più la viticoltura del nostro Paese.
Fu un’annata molto calda, in modo prolungato, che portò a vini già pronti, maturi, apprezzabili sin dalla messa in commercio, ma che proprio per questo non era così grande come l’avevano fatta apparire. Questo anche perché ben pochi erano preparati ad affrontarla, era il periodo in cui si lavorava per fare vini concentrati, spinti, opulenti, in molte cantine c’erano concentratori e altri macchinari atti allo scopo, ma quel millesimo non ne aveva bisogno, anzi. Così, con il passare degli anni, assaggi dopo assaggi, si è capito che molti vini non avevano nel dna quella longevità e complessità che ci si aspetta da una grande, anzi grandissima, annata. Fu l’anno in cui le gradazioni alcoliche dei vini salirono in modo evidente, in alcuni casi anche di 1,5 gradi, e da allora, salvo rare eccezioni dovute ad annate particolarmente piovose e difficili come la 2002 o la recente 2014, trovare vini con un’alcolicità più moderata è sempre più difficile.
Ma come sempre è bene fare dei distinguo, ci sono ancora oggi dei 1997 assolutamente vivi, equilibrati, con una struttura non esagerata ma dinamica, ancora in movimento. Uno di questi è sicuramente l’Alto Adige Cabernet Riserva Mumelterhof (ora Mumelter) della Cantina Santa Maddalena (ora Cantina Bolzano). Ogni tanto mi ricordo di avere una cantina, modesta, poche centinaia di bottiglie, ma che a volte può riservare piacevoli sorprese. Debbo dire che sono rimasto impressionato da questo vino, si è conservato benissimo, grazie anche ad un tappo di 5 cm che ha tenuto perfettamente. Premetto che non è uno dei miei vini altoatesini preferiti, amo espressioni meno concentrate e più di territorio, ma devo riconoscere che ha una sua forza e vitalità; il colore è tutt’ora molto fitto, un granato impenetrabile con unghia che accenna al mattonato, ma è veramente un segnale minimo. La cosa che mi ha più impressionato è stato il primo impatto olfattivo, mi aspettavo un po’ di riduzione, un profumo chiuso e monolitico, invece sono bastati pochi secondi perché iniziasse già a comunicare in modo limpido, senza remore, note di prugna essiccata, ribes nero e mirtillo in confettura, grafite, cacao, menta, poi ginepro, tabacco, cuoio, pepe nero e liquirizia. Il sorso rivela una freschezza ancora vivissima e una materia per nulla appesantita, nessun cedimento, una fitta balsamicità accompagna le sensazioni senza mollare mai e, cosa non da poco, l’alcol non va oltre i 13 gradi, perfettamente in armonia con tutte le componenti del vino e misura perfetta per sorseggiarlo senza sentirsi invasi da ondate di calore. Peccato che era l’ultima bottiglia rimasta…
Cantina Bolzano
Piazza Gries, 2 / I-39100 Bolzano
Tel. 0471 270909
info@cantinabolzano.com
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