di Andrea Guolo
Al telefono, Davide Fiorentini non riesce a trattenere le lacrime, di sconforto più che di rabbia. ‘O Fiore Mio Hub, la sua creatura più amata, il punto di produzione dei suoi lievitati, oggi appare come una risaia. A stento, nella foto che abbiamo ricevuto stamattina (con una parte segnalata in verde e il commento “Quello evidenziato è il tetto di ‘O Fiore Mio Hub, completamente sott’acqua”), si riconosce un immobile. Cinque metri d’acqua e fango coprono la struttura realizzata dopo anni di duro lavoro, anni in cui Fiorentini partendo da Faenza è riuscito a ottenere fama nazionale, ad aprire a Bologna e Milano, a imporsi come la miglior pizzeria dell’Emilia Romagna con il locale della sua città (40° posto in Italia per 50 top pizza) e come la miglior pizza al taglio con quello di Bologna (13° posto nazionale). E a realizzare il sogno di costruire un punto dedicato alla pasticceria e alla panificazione, in un luogo bello, da vivere d’estate fino alla sera, proprio a lato del fiume. Quel fiume che se lo è mangiato. L’immagine di quel che rimane dell’Hub, di quel che si riesce a intravedere, è una delle più dure dell’alluvione che ieri, martedì 16 maggio, ha devastato la Romagna. E Fiorentini, in questa disgrazia scesa dal cielo, ha perso tutto.
“Sono appena stato sul posto, quel che ho visto è drammatico”, ci racconta Davide. Lo avevamo contattato per sapere se la foto ricevuta su whatsapp da fonte autorevole, un’importante imprenditrice della moda della sua zona, fosse reale. Purtoppo lo era. “C’era già stata una piena il 2 maggio, violenta ma di rapida durata, e i danni erano stati contenuti. Questa volta, con il Lamone già appesantito, l’urto delle acque provenienti dall’affluente Marzeno è stato devastante. L’argine ha ceduto ieri sera, intorno alle 22.30, e il fiume ha invaso dapprima il centro della città e poi ha svalicato verso l’Hub, che di fatto è finito nel letto del fiume”. Le foto del centro di Faenza sono un pugno allo stomaco, scene che riportano alla mente il dramma di Firenze nel 1966. “Gli argini del fiume sono diventati le mura di Faenza”, dice Fiorentini. La rottura dell’argine in un punto più avanzato, 500 metri circa a valle, ha ulteriormente aggravato la situazione. Nella città della ceramica, ci sono interi quartieri con il livello dell’acqua giunto ai secondi e terzi piani, la gente è stata fatta evacuare dai tetti.
Cosa ne sarà dell’Hub? È recuperabile? “Speriamo di poter valutare l’entità dei danni entro quattro giorni, speriamo che bastino per far defluire l’acqua. In questo momento ho poche altre speranze”, risponde Fiorentini. “Lì dentro avevamo la produzione delle basi che poi venivano spedite nei nostri locali di Milano e Bologna. Con l’acqua alta cinque metri, ci sarà ben poco da salvare. E se non trovo in fretta un laboratorio a cui appoggiarmi, sarò costretto a chiudere anche gli altri locali”. Nel momento più difficile della sua carriera, della sua vita professionale, il pensiero del pizzaiolo più bravo dell’Emilia Romagna va agli inizi della carriera. “Siamo stati i primi in regione a ideare una pizza di categoria diversa, insieme agli amici di Berberè e a San Patrignano. L’Hub era stata un’evoluzione e al tempo stesso un ritorno al passato, perché nasco come pasticciere e lì dentro seguivamo anche il pane, i dolci, i biscotti. Ora non c’è più niente…”.
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