La Belle Epoque napoletana non è stata soltanto scintillanti cafè chantant popolati da chanteuse (le sciantose) e macchiettisti ma, come scrive lo storico Francesco Barbagallo, Napoli restava ancora una grande metropoli europea ricca di fermenti culturali, di iniziative economiche e progetti politici che s’interromperanno con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Proprio in questo clima di grande vivacità culturale si muove da prima attrice Rosina Fici dei Duchi d’Amalfi andata in sposa a soli 15 anni al principe Diego Pignatelli d’Aragona Cortes.
Una donna affascinante sia nell’aspetto che per la sua cultura non comune – parlava fluentemente il francese, l’inglese ed il tedesco – , la principessa era una straordinaria maestra nell’arte del ricevere. I suoi ricevimenti a Villa Pignatelli, la residenza che il principe aveva ereditato dallo zio duca di Monteleone dove si trasferì con la famiglia nel 1896, erano apprezzati sia dall’aristocrazia napoletana che da quella europea.
Grande appassionata di cucina ha conservato, con meticolosa precisione, tutti i menù delle colazioni e dei pranzi di casa per un periodo che va dal 15 febbraio 1914 al 16 gennaio 1952, raccolti in vari quaderni (custoditi presso il museo Pignatelli), affinché non fossero offerte le stesse pietanze ai suoi innumerevoli ospiti.
Rosina Pignatelli amava allo stesso modo i piatti francesi e quelli napoletani, influenzata sicuramente dall’opera dei vari monzù che si sono avvicendati nelle cucine della sua villa, tra cui Aquilino Beneduce detto Monzù ‘e Pignatelli e probabilmente Salvatore Ruggiano conosciuto come Cunfettiello ‘e Barracco.
Tra le ricette personali di donna Rosina spicca quella dei beignets à la Pignatelli ed altre che coniugano il gusto francese con quello partenopeo.
Donna dalle grandi passioni amava, al pari della cucina, la musica e i fiori, ne sono testimonianza i magnifici giardini della villa donati, insieme allo stabile al comune di Napoli nel 1955.
Per omaggiare la generosità della nobildonna è stato presentato presso l’Ostaria Pignatelli, a pochi passi dalla villa – museo, il dolce Principessa Pignatelli realizzato dal maestro pasticciere Sal De Riso che ripropone alla vista le grandi passioni di Donna Rosina.
<<Ho realizzato una base di frolla sablèe rivestita da cioccolato e pralinato di nocciole di Giffoni Igp – spiega il maestro – con all’interno gelatina di lamponi con essenza di petali di rosa a rappresentare la passione per i fiori della principessa. Poi abbiamo un pan di Spagna alla vaniglia e una crema montata al cioccolato a latte che forma una corona. Il tutto decorato con un medaglione color oro che ricorda le spille da donna tanto in voga agli inizi del Novecento con, al suo interno, una chiave di violino che racconta la passione per la musica della principessa a finire dei petali di rosa di zucchero. Un vero e proprio dolce sartoriale creato esclusivamente per questa donna straordinaria>>.
Non è la prima volta che Sal de Riso dedica un dolce ad una principessa, nel 1998 ideò il Babà di Carolina, dedicato a Carolina di Monaco e presentato a Montecarlo. Si trattava di un savarin inzuppato al limoncello con all’interno un grappolo di ribes e decorato con un piccolo limone di Amalfi candito ripieno di gelato alla crema di limone e pepe rosa.
Proprio traendo spunto dalla passione per la musica della principessa, Carmen Davolo di Dieffe Comunicazioni ha lanciato un nuovo progetto legato alla nobildonna.
<<Con i soci di Ostaria Pignatelli e con quanti vorranno condividere la nostra idea vorremmo recuperare parte del patrimonio musicale appartenuto alla Pignatelli, circa cinquemila dischi 33 giri custoditi nei depositi del museo e sarebbe bello anche allestire una mostra con tutti i menù contenuti nei quaderni>>.
Presente alla serata anche la principessa Giulia Strongoli Pignatelli, ramo cadetto della nobilissima casata, che si è mostrata molto soddisfatta per la singolare l’iniziativa volta ad omaggiare la sua antenata.
Dal 2 marzo sarà possibile degustare il dolce sia presso l’Ostaria Pignatelli, al civico 216 della Riviera di Chiaia che presso la storica pasticceria De Riso a Minori.
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