di Marina Betto
Il Lago di Garda placido ed onirico inondato di luce è il centro, il fulcro sulle cui sponde si affacciano cittadine e paesi, vigne e oliveti, tutti diversi e con una storia antica da raccontare. Il clima è nord mediterraneo e sub alpino, una combinazione che permette la coltivazione dell’olivo e della vite che qui trovano l’habitat ideale da millenni. Presso l’antica Dogana Veneta a Lazise si è svolto Garda Wine Stories l’evento organizzato per la prima volta dal Consorzio Garda Doc per far conoscere ad un più ampio pubblico i vini del lago di Garda delle aree più vocate, in modo da associare allo stesso Garda le varie espressioni
vitivinicole come diverse sono le sponde, come ha sottolineato Paolo Fiorini Presidente Garda Doc.
I viticoltori nel corso dei secoli hanno avuto una funzione essenziale per il paesaggio, preservandolo e permettendo ad alcuni elementi distintivi di diventare dei veri e propri iconemi del paesaggio stesso come le pievi, i muretti a secco, la vegetazione fatta di cipressi, ciliegi, olivi, limoni testimoni di una ricca biodiversità, i borghi e le colline con le piccole e tortuose strade interpoderali. Tra Lombardia e Veneto il lago è il primo in Italia per estensione ed è meta turistica di fama anche internazionale con 13 milioni di
turisti che arrivano a 20 milioni sommati alle visite giornaliere per i parchi divertimento, i suoi prodotti hanno caratteristiche uniche che sono un’espressione della stessa bellezza e natura che circonda le sue rive.
La regione del Garda è una delle destinazioni enologiche mondiali da non perdere. Il comprensorio produttivo risulta molto ampio, la cui superficie vitata è pari a 31.100 ettari la maggior parte dei quali coltivati nella provincia di Verona e i rimanenti tra le province di Mantova e Brescia.
Sotto la dicitura Doc Garda vengono prodotte circa 21 milioni di bottiglie. Questa Doc nata nel 1996, prima era solo una menzione geografica, si trova nello stesso areale di dieci denominazioni storiche, dalla Valtènesi, esclusiva per i vini rosè, che si trova ad ovest alla Valpolicella ad est mentre a sud-ovest la zona del Lugana, poi Custoza e Bardolino, dalle rive del Mincio fino al capoluogo Scaligero, un territorio collinare molto vasto dove sono i vitigni varietali ad essere i protagonisti insieme alle bollicine metodo classico e metodo italiano. La visione e la consapevolezza del Consorzio Garda Doc di avere a disposizione un
territorio unico, aumentato da un elemento particolare che è la luce, ha generato la volontà di insistere sui vitigni varietali così come sono plasmati dal Garda che ne diviene autore. La viticoltura si estende principalmente su territori morenici, calcarei e pietrosi che nel veronese ad est sono costituiti da calcari marnosi e nell’area collinare da rocce e basalti. Nella zona sud-ovest sulle creste bresciane e ondulazioni mantovane il suolo è costituito da cordoni morenici mentre nelle aree pianeggianti siamo in presenza del deposito fine e lacustre, le antiche conche con depositi argillo- limosi.
Le caratteristiche dei vini del Garda sono sicuramente tre: la fragranza, la morbidezza e i sentori fruttati infine la piacevolezza che richiama quelle stesse languide e placide acque del lago. Nel nuovo disciplinare che si sta preparando entreranno i nomi varietali piuttosto che le denominazioni storiche in sinergia con gli altri consorzi, perché questa è certamente un’opportunità in più per un viticoltore di confluire in un bacino più grande. Così la Garganega è rappresentativa del Soave nella zona sud orientale del Garda, lo Chardonnay di queste parti risulta fresco con un corredo agrumato, sentori di ananas e lievemente salino, lontano dall’opulenza eccessiva che a volte esprime questo vitigno sul nostro territorio italiano. Il Pinot Grigio Garda Doc ha specifiche note di sambuco e albicocca, fiori e lievi sentori aromatici e in bocca rilascia ancora freschezza e fragranza. Altro vitigno coltivato su queste sponde è il Riesling, presente dal 1876 quando questa regione era sotto il dominio Austro-Ungarico.
Troviamo sia Riesling Renano che Italico che spesso vengono usati in blend con diverse percentuali, per un accordo che sottolinea la leggerezza e la sapidità. Le uve a bacca bianca sono maggioritarie e tra quelle rosse certamente trova posto la Corvina inoltre va menzionato il Merlot con note di ciliegia fresca e tannino levigato e il Cabernet Sauvignon e Franc che danno vini corposi e fruttati con specifici riconoscimenti di ribes e mirtillo. “Il mercato di questi vini vale 20 milioni di bottiglie” spiega il Direttore del Consorzio Carlo Alberto Panont “per questo DOC Garda è una denominazione rappresentativa nel mondo i cui prossimi passi saranno la spumantizzazione di tre vitigni con metodo italiano (ex metodo charmat) Garganega- Corvina (Rosè) – Chardonnay e Pinot Grigio più due nuove varietà Rebo e Muller Thurgau”. Si apre così una nuova storia nel panorama enologico italiano e l’evento Garda Wine Stories ha già incuriosito tantissimi appassionati oltre alla stampa internazionale che hanno colto numerosi l’occasione di approfondire il mondo vitivinicolo del Garda DOC una denominazione vasta e dalle grandi potenzialità ancora solo delineate.
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