Il progetto di una cantina vuole tempi lunghi per raccogliere i risultati di quanto programmato in partenza. Per quanto il piano iniziale possa essere stato studiato nei minimi particolari, ci si deve confrontare sempre e comunque con gli imprevisti del fattore tempo – sia in termini temporali che meteorologici. Quindi le diverse variabili mettono a dura prova i vitivinicoltori e tutta la squadra che collabora alla produzione. Una degustazione verticale di più annate riesce a dare un quadro molto chiaro di come si è lavorato.
Apre il confronto tra il produttore e gli appassionati degustatori che vogliono leggere tra lo scorrere dei bicchieri la storia di quel vino, del suo territorio e dell’uomo che lo ha ideato. Così Villa Raiano, insieme al Luciano Pignataro Wine Blog, organizza la lettura del tempo in collaborazione con Ais Salerno.
La verticale 3 per 4: tre sono i vini e quattro le annate in degustazione.
I vini sono i due cru di fiano, Ventidue e Alimata, seguiti dal greco di tufo Contrada Marotta.
Mentre le annate sono 2012, 2011, 2010, 2009.
Il ristorante Cotto & Crudo di Salerno ospita l’evento abbinando i propri piatti di pesce ai diversi vini in sequenza. Presenta l’azienda di San Michele di Serino Paolo Sibillo, responsabile commerciale e socio insieme a Sabino e Simone Basso. L’enologo Sebastiano Fortunato racconta le diverse annate, i particolari dei terreni che compongono i cru e le tecniche di vinificazione scelte in cantina.
FIANO DI AVELLINO VENTIDUE
Dà il via al percorso il Fiano di Avellino Ventidue, che poi sono i chilometri che dividono, o che uniscono a seconda di come la vogliamo intendere, la cantina dalla vigna di Lapio. Fortunato la definisce una vigna della terra e sceglie di vinificare il fiano praticando una breve macerazione del mosto con le bucce.
E’ vero che l’annata 2012, per un fiano di questo tipo, è assolutamente troppo giovane e di difficile lettura. Ma il vino nel bicchiere ha già dichiarato un timbro caratteriale notevole. E’ teso, sia nei profumi che al palato, vuole la cura del tempo per estendersi e distendersi. Bel naso citrino ed erbaceo con i toni gessosi ben distinti. Il sorso esprime grande energia, ha materia, di buona freschezza, ma non esuberante.
La 2011 è figlia di un’annata calda con punte torride. I profumi sono incentrati sui toni fruttati di pera ed il sorso è pieno, fresco, salato e lungo.
Nel millesimo 2010 il fiano cambia ancora, ha più cose da raccontare sia al naso che al palato. Esordisce sui toni sulfurei, discreti, è lento a raccontarsi e concede quindi i sentori fruttati di pera, buccia d’agrumi e le spezie di anice e finocchietto. Il sorso è ricco e molto piacevole per la spinta freschezza, è saporito e si allunga con energia.
Conferma il carattere di un grande vino e l’assoluta necessità dei tempi lunghi l’annata 2009. Finalmente il vino si esprime con sicurezza ed in tutto il suo vigore. Ha naso pieno ed elegante con prevalenza del timbro minerale, è profondo e lungo sui toni di erbe mediterranee e speziati di pepe bianco, con accenti fumè. Il sorso è opulento e l’energia della spinta freschezza lo rende scorrevole e succoso.
FIANO DI AVELLINO ALIMATA
A questo punto passiamo all’altro cru di fiano, prodotto sempre in un areale che genera vini molto espressivi, su terreni di marna gialla.
E’ la vigna Alimata, che dà il nome al vino, composta da appena 2 ha a Montefredane ad un’altitudine di circa 500 metri. Fortunato associa Montefredane all’acqua , quindi qui il vino è succo ed estrazione. I fiano Alimata si esprimono in maniera più uniforme nelle diverse annate rispetto ai fiano Ventidue di Lapio.
L’annata 2012 delinea una identità già ben definita. Ha i toni della castagna tipici di questo areale, poi di idrocarburi e fiori bianchi. Il vino al palato è teso, con acidità che corre da sola e vuole tempo per mettere armonia.
La 2011 è poco espressiva, semplice sia al naso che al palato. Recupera punti con la 2010 con naso interessante nei toni erbacei di salvia, e di buccia di agrumi. Il sorso è tondo ed avvolgente.
Anche per il fiano Alimata il millesimo 2009 è particolarmente interessante ed espressivo. Ampio nei profumi che si alternano sul filo conduttore delle note fumè e di idrocarburi, torna la castagna accompagnata da spezie sottili ed eleganti di anice stellato e pepe bianco. Il sorso ha grinta con freschezza vivace e ben in asse con il corpo del vino.
GRECO DI TUFO CONTRADA MAROTTA
Dopo i fiano è il tempo del greco di Tufo Contrada Marotta, dalla vigna omonima a Montefusco ad un’altitudine di 650 metri.
2012 assolutamente molto giovane, ha profumi di mela che ricordano la fermentazione e poi erbacei e i tipici accenti di idrocarburi.
La 2011 ha naso espressivo, polveroso, di frutta bianca e salvia. Il sorso è pieno e gustoso, di buona freschezza.
Prevale il carattere minerale nel millesimo 2010 seguito da sottili idrocarburi e frutta gialla. Lungamente si fa apprezzare al palato per la buona freschezza e l’agilità del sorso.
Maturo il Contrada Marotta nell’annata 2009, dolciastro nei profumi e con freschezza calante al palato.
La bella degustazione è stata condotta dal delegato Ais di Salerno Nevio Toti e da Vittorio Guerrazzi.
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