“Una cosa bisogna avere assolutamente chiara: il mestiere di cuoco è completamente diverso da come viene descritto in televisione. Certo, ci sono le gerarchie da rispettare, ma la realtà e un’altra”. Così Alfonso Iaccarino, primo tristellato del Sud con il Don Alfonso (ora ne ha due) commenta la nuova stagione televisiva che trasuda di chef e padelle.
-In cosa la televisione cambia la realtà?
“La professione di cuoco è molto dura, si lavora tutto il giorno e tuti i giorni. Quando gli altri vanno in vacanza tu sei li a pelare, pulire cucinare. E questo concetto deve essere ben compreso dai giovani che pensano solo alla immagine e alla ntorietà. Per un oche ci riesce, cento tornano delusi dopo aver impattato la realtà”
-Come giudica i colleghi diventato star televisive?
“In nessun modo, ognuno ha il suo percorso di vita e coglie le oportunità che ritiene giuste per se. Mi rendo conto che guadagnare così è molto più facile e soprattutto proficuo, ma bisogna anche esserci portati. Io sono sempre stato in cucina e Livia in sala, come adesso i miei figli, i nostri telespettatori sono i clienti che devono alzarsi sempre soddisfatti. E non è retorica, ma l’essenza della nostra professione”
-Ma la tv non ha il merito di aver sottolineato l’importanza della cultura gastronomica?
“Certamente sì, e questo è positivo perché ha acceso l’attenzione su questo mondo. Solo che noi abbiamo importato i format anglosassoni che tendono allo show più che alla trasmissione del sapere, alla competizione più che alla formazione. Per cui tutti oggi parlano di cucina, ma avendo di questo mondo una realtà completamente travisata. Ma non è il solo rischio.”
-Che altro ancora?
“La televisione banalizza tutto, spinge alla omologazione, tende a far perdere l’identità territoriale per puntare su ingredienti sponsorizzati dalla grande industria e quindi annulla le differenze che ci sono nel nostro Paese ma non in nome di un’altra identità, bensì nel provincialismo che assume la modernità attraverso la televisione e non per una maturazione di pensieri propri”
-Spegniamo la tv?
”Assolutamente no, ci sono anche ottimi programmi. E poi tutto nella vita va preso con equilibrio. Posso anche vedere Masterchef per divertirmi una serata, l’importante è avere presente che la vita professionale in cucina è completamente diversa e che la gastronomia è in primo luogo viaggio, poi viaggio e infine viaggio. Solo così si apre la mente”.
Dai un'occhiata anche a:
- Trend: burrata pugliese e fiordilatte dilagano sui menu di ristoranti e pizzerie. Intanto cala il prezzo del latte di bufala ed è polemica
- Josko Gravner e un’antica stroncatura sul Gambero Rosso. Piccoli appunti di critica enologica
- Panettoni, panettoni e ancora panettoni… e damose na calmata…
- Antimo Caputo: basta fake news sul grano!
- Rivoluzione Gambero Rosso: Lorenzo Ruggeri, Valentina Marino e Annalisa Zordan
- Ciao Don Raffaè. Marco Contursi ricorda Raffaele Vitale
- La pizza napoletana sarà replicabile con l’IA? Botta e risposta con Massimo Bottura
- Trattorie da incubo. Si può dare di più…ma il cane è nobile