di Antonino Siniscalchi
Un’idea di cucina attivista e sostenibile, perché nasce da agricoltura e pesca locali, altrettanto sostenibili.
“Da sempre, ma ancor più negli ultimi anni, anni in cui la sensibilità per il benessere dell’ambiente e delle persone è finalmente all’attenzione dell’opinione pubblica e di moltissime persone, è questo il comandamento che mi guida nell’ideazione e nella realizzazione di ciascuno dei miei piatti: rispettare profondamente la mia terra e il mare che la bagna e, contemporaneamente, rispettare i loro frutti, la loro salubrità e il loro sapore straordinario”, così si racconta Alfonso Caputo, Chef Patron della Taverna del Capitano di Marina del Cantone, Nerano.
Un’idea di cucina sostenibile, perché nasce da un’agricoltura e una pesca, locali, altrettanto sostenibili.
Etica, perché si sforza di sostenere un’economia virtuosamente circolare, capace di valorizzare e preservare i migliori patrimoni agro alimentari del meraviglioso territorio in cui opera da oltre 50 anni la famiglia Caputo: quella penisola verde, ancora intatta, che parte da Massa Lubrense per giungere, appunto, fino a Nerano.
Essenziale, perché antepone, nel piatto, il sapore alla pura, a volte sterile, ricerca estetica.
Un’idea di cucina attivista che al centro non mette solo la creatività del cuoco ma Agostino, con il suo pesce, pescato all’alba d’ogni mattino al largo di Nerano; Peppe e Valentina, con i loro limoni e agrumi biologici, coltivati all’ombra dei tradizionali terrazzamenti; Antonio, con il suo olio biologico, nato da un uliveto a picco sul mare; Benedetto, con i suoi formaggi fatti a mano, solo con il latte delle sue cinquanta mucche, libere di pascolare; Claudio, con i suoi frutti, ortaggi e legumi biologici, irrorati dalla salsedine che sale dal vicino mare.
E non è una semplice promessa, una vacua strategia comunicazionale, ma un vero e proprio impegno fattivo al punto che “lo scorso anno, in pieno lockdown, abbiamo voluto tradurre quello che da sempre è il nostro impegno nel sostenere i produttori locali, in qualcosa di ancor più concreto, e se vogliamo formale, dando vita a La Terra delle Sirene (www.laterradellesirene.com [1]): una vera e propria associazione consortile in cui abbiamo voluto unire, nel segno dell’eccellenza, dell’autenticità, della territorialità e del rispetto del nostro territorio, i migliori produttori agro alimentari, allevatori e operatori ittici locali, rendendoci ambasciatori attivi dell’incommensurabile patrimonio di sapere, saper fare, oltre che di bellezza e bontà, che possiamo vantare proprio qui nella verde penisola felice che da Massa Lubrense giunge Nerano, che divide, quasi come un baluardo, le più turistiche e note Costiera Sorrentina e Amalfitana”, racconta con passione Mariella Caputo, Sommelier ma soprattutto padrona di casa della Taverna del Capitano.
Ecco allora che la cucina dello Chef Alfonso Caputo è si un racconto della sua meravigliosa terra ma, soprattutto, diventa un vero e proprio manifesto attivo di tutela del patrimonio culturale, paesaggistico e produttivo locale.
“Perché nei piatti di Alfonso davvero c’è il rispetto per l’orto e la riva. Per Claudio che nella sua azienda agricola affacciata sul porticciolo di Massa Lubrense, insieme ai suoi fratelli, coltiva olive, ortaggi, limoni biologici; per Agostino, uno degli ultimi pescatori di Marina del Cantone che ogni mattina ancora esce in mare con il suo gozzo, rispettando i tempi del “suo” mare; per Benedetto, che, con il solo latte delle sue 50 mucche libere di pascolare sulle colline alte di Massa Lubrense, produce ogni mattina i suoi formaggi freschi e stagionati; per Antonio, che con le sue olive biologiche dà vita ad un olio davvero straordinario e multi premiato; per Peppe e Valentina che preservano la tradizionale coltivazione sotto i tiopici terrazzamenti di limoni e agrumi, trasformandoli poi in distillati e marmellate eccezionali”, ribadisce con passione Claudio di Mauro, marito di Mariella e Maitre della Taverna del Capitano.
Non c’è altro modo che questo, dunque, per spiegare ciascuno dei piatti dello Chef Caputo. Piatti come, l’ormai iconico, Palamito cotto sui sassi roventi della spiaggia di Marina del Cantone, condito con marmellata di arance amare e servito in una scodella ricavata dal legno degli ulivi, ormai non più produttivi. Oppure come le Linguine, trafilate in casa, con asparagi di mare, vongole e sedano fresco.
La Terra delle Sirene, con i suoi orti e il suo mare, onorati come mai prima era accaduto!
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